di Paolo Miccichè

In questi mesi si sta concretizzando ciò che si temeva: la nascita ufficiale dei viaggiatori di serie B. Un esempio tra tanti. Qualche giorno fa il mio Intercity da Roma Termini per Chiusi parte con ritardo e transita per Roma Tiburtina 35 minuti dopo il suo supposto orario di partenza. Rallenta spesso e sempre a beneficio degli aggressivissimi Frecciarossa. Il treno è sporchino, alcune porte di uscita sono fuori uso, il controllore annuncia la fermata di Orvieto quando il treno sta ripartendo e così via. Viaggio da tanti anni, non sto raccontando una disavventura – nemmeno particolarmente cruenta – sto raccontando eventi che accadono fin troppo spesso, così come è normale che da Siena a Chiusi il viaggio sia contrappuntato da aerosol di nafta, da un calore sahariano e da sedili così sporchi da fare persino tenerezza. Si salva solo, come media di punteggio, il regionale per Roma e Firenze che ha ritardi più limitati; anche perché ha aumentato negli anni il tempo di percorrenza e non gli è obbiettivamente facile accumulare ritardo. Tutti invece sono apparentati dalla indicibile zozzeria delle toilettes.

Insomma gli abitanti di Orte, Orvieto, Chiusi, Arezzo, Siena e tutto il territorio che questi treni servono, sono cittadini che da oggi in poi vivranno sempre peggio il divario con quelli che abitano sulla grande direttrice Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Anche in questo caso però ciò vale solo per coloro che si possono permettere costi di viaggio così alti; gli altri si vedono solo allungare – come nel nostro caso – i tempi di percorrenza e peggiorare le condizioni di viaggio. Abbiamo salvato artificialmente l’Alitalia, oggi le facciamo concorrenza con il treno e, in più, stiamo progressivamente alienando per logiche di profitto la rete ferroviaria pubblica a favore di gruppi privati.

 Poi ci sono le Stazioni. Quella di Chiusi è un centro di arrivo di viaggiatori per questa zona e per Siena; che manchi un ufficio informazioni turistico è un fiore all’occhiello di cui essere orgogliosi. Ma c’è dell’altro: ormai si conta in anni la mancanza dei tabelloni di segnalazione dei treni ai binari 2 e 3, con i turisti stranieri che tirano a sorte su quale treno montare; il linoleum distrutto nel sottopasso, gli orologi da mettere in sincrono, il deposito bagagli assente o – se si vuole – le cassette di sicurezza fuori uso e per ultimo anche l’annuncio dei treni che, mi dicono, viene fatto da chissà dove (per risparmiare) e che a volte ci annuncia un ritardo quando ce ne siamo già accorti per conto nostro da un bel pezzo, visto il freddo o il caldo che fa lì fuori al binario.

Lasciando stare il disagio di noi singoli viaggiatori indigeni, a Chiusi ci si rende conto di quanto un buon funzionamento del servizio Ferroviario potrebbe essere importante per lo sviluppo di questa zona? E’ una tematica che coinvolge Chiusi ma anche tutta la linfa vitale dei piccoli e medi centri di cui la Toscana è così ricca. Chissà se l’Assessore “Ferroviere” è almeno d’accordo con questa analisi? Sarebbe un punto di partenza per poi poterlo aiutare dal basso a dare forza ad un’iniziativa politica in tal senso.