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Lo sa assessore che stiamo perdendo il treno?
In questi mesi si sta concretizzando ciò che si temeva: la nascita ufficiale dei viaggiatori di serie B. Un esempio tra tanti. Qualche giorno fa il mio Intercity da Roma Termini per Chiusi parte con ritardo e transita per Roma Tiburtina 35 minuti dopo il suo supposto orario di partenza. Rallenta spesso e sempre a beneficio degli aggressivissimi Frecciarossa. Il treno è sporchino, alcune porte di uscita sono fuori uso, il controllore annuncia la fermata di Orvieto quando il treno sta ripartendo e così via. Viaggio da tanti anni, non sto raccontando una disavventura – nemmeno particolarmente cruenta – sto raccontando eventi che accadono fin troppo spesso, così come è normale che da Siena a Chiusi il viaggio sia contrappuntato da aerosol di nafta, da un calore sahariano e da sedili così sporchi da fare persino tenerezza. Si salva solo, come media di punteggio, il regionale per Roma e Firenze che ha ritardi più limitati; anche perché ha aumentato negli anni il tempo di percorrenza e non gli è obbiettivamente facile accumulare ritardo. Tutti invece sono apparentati dalla indicibile zozzeria delle toilettes.
Insomma gli abitanti di Orte, Orvieto, Chiusi, Arezzo, Siena e tutto il territorio che questi treni servono, sono cittadini che da oggi in poi vivranno sempre peggio il divario con quelli che abitano sulla grande direttrice Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Anche in questo caso però ciò vale solo per coloro che si possono permettere costi di viaggio così alti; gli altri si vedono solo allungare – come nel nostro caso – i tempi di percorrenza e peggiorare le condizioni di viaggio. Abbiamo salvato artificialmente l’Alitalia, oggi le facciamo concorrenza con il treno e, in più, stiamo progressivamente alienando per logiche di profitto la rete ferroviaria pubblica a favore di gruppi privati.
Poi ci sono le Stazioni. Quella di Chiusi è un centro di arrivo di viaggiatori per questa zona e per Siena; che manchi un ufficio informazioni turistico è un fiore all’occhiello di cui essere orgogliosi. Ma c’è dell’altro: ormai si conta in anni la mancanza dei tabelloni di segnalazione dei treni ai binari 2 e 3, con i turisti stranieri che tirano a sorte su quale treno montare; il linoleum distrutto nel sottopasso, gli orologi da mettere in sincrono, il deposito bagagli assente o – se si vuole – le cassette di sicurezza fuori uso e per ultimo anche l’annuncio dei treni che, mi dicono, viene fatto da chissà dove (per risparmiare) e che a volte ci annuncia un ritardo quando ce ne siamo già accorti per conto nostro da un bel pezzo, visto il freddo o il caldo che fa lì fuori al binario.
Lasciando stare il disagio di noi singoli viaggiatori indigeni, a Chiusi ci si rende conto di quanto un buon funzionamento del servizio Ferroviario potrebbe essere importante per lo sviluppo di questa zona? E’ una tematica che coinvolge Chiusi ma anche tutta la linfa vitale dei piccoli e medi centri di cui la Toscana è così ricca. Chissà se l’Assessore “Ferroviere” è almeno d’accordo con questa analisi? Sarebbe un punto di partenza per poi poterlo aiutare dal basso a dare forza ad un’iniziativa politica in tal senso.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 8 febbraio 2011 alle 00:02, ed è archiviato come ECONOMIA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Il punto di base è che in questo paese non esiste più una Sinistra. Ormai tutto sta diventando profitto: costosi Frecciarossa solo sulle linee produttive e progressivo affitto della rete ai privati. Come vuoi che questa situazione possa migliorare se nessuno agisce? Il treno deve essere pubblico e democratico e bisogna cominciare a farsi sentire. Se non lo fanno i partiti, spero lo facciano almeno i cittadini. http://www.vivailtreno.it
circa 13 anni fa
Una delle cose più agghiaccianti e frustranti sono quei due binari est a Roma Termini destinati ai poveracci che viaggiano su regionale. Lasciano i passeggeri fuori dalla stazione termini, quasi a metà strada tra Tiburtina e Termini e con valigie e carichi vari ti devi fare 7-800 metri per entrare in stazione. Ovviamente senza alcun servizio per anziani e disabili. Il trasporto pubblico è diventato una vergogna e meriterebbe una bella azione di disobbedienza civile.
circa 13 anni fa
Un’altra nota a conferma. Sul sito http://www.europes500.eu è stato pubblicato l’European top growth companies del 2010: in pratica la classifica delle aziende con migliore crescita 2010 e ci sono un bel po’ di italiane, principalmente nei settori “verdi”. Solo per riprova che, se invece di aria fritta, la politica guidasse qualche investimento in più, potremmo avere l’eccellenza a portata di mano.
circa 13 anni fa
Sono d’accordo. Avevo sottolineato l’ottima idea di una politica di raccordo sul bacino avanzata dai 16: questo consentirebbe di fare “squadra” . Attualmente si conta solo sull’APT, che ha sostanzialmente altre prospettive, e nient’altro. Non è strano che i tour operators stranieri facciano centro su Chiusi: gode di una posizione ottimale e loro a queste cose ci badano (a differenza dei nostri operatori che ti fanno partire da Palermo alle 5 di mattina per fare pranzo a Caserta: non sanno quanto è lunga la Calabria )
circa 13 anni fa
A parte le potenzialità in ambito commerciale e genericamente imprenditoriale – si parla tanto di opzioni “verdi” ma spesso si rivelano sostanzialmente formule elettorali – sicuramente Chiusi deve e dovrà accogliere in futuro un maggior flusso di turisti e di viaggiatori. Chiunque arrivi a Fiumicino – ma anche a Ciampino – giunge a Chiusi con grande facilità. Lo stesso dicasi da Peretola ma, in fondo anche da Pisa e, sicuramente dall’aeroporto di Perugia; da quest’ultimo, se non si ha la macchina, Chiusi rappresenta la base ideale da raggiungere per spostarsi poi con facilità in varie località del centro Italia. Quest’estate mi sono trovato fin troppo spesso a dare informazioni a turisti – americani, canadesi e persino australiani – che aspettavano il treno alla stazione di Chiusi e che avevano deciso di fare base in questa zona per poi recarsi a Roma, Siena, Firenze, Pisa ma persino Venezia, tornando indietro giornalmente o al massimo passando una notte fuori. Ovviamente il viaggio e l’individuazione di Chiusi come ottima base logistica era stato organizzato da tour operator non italiani. Non è bizzarro sentirsi dire che un agente di New York ritiene Chiusi una base perfetta per la sua logistica?
circa 13 anni fa
Uso il treno solo raramente, ma quando mi capita ho la stessa sensazione di abbandono che hai descritto così bene. Chi la vive, viene preso dalla voglia – diciamo così – di smuovere qualcosa: si “salvano” da questa voglia solo coloro che non utilizzano il treno. Forse, l’assessore “ferroviere” non prende (più) il treno
circa 13 anni fa
Si, me ne sono accorto.
Ferrovia e patrimonio Etrusco sono due specificità di Chiusi che non sembrano essere nell’agenda politica e, in questo caso, nemmeno nella sensibilità collettiva.
Ha ragione Romanini quando, tratteggiando le funzioni del costituendo Comitato Res Publica, individua – oltre a quella di controllo e di proposta – la funzione di stimolo. Molti, mi rendo conto, non hanno informazioni sufficienti circa le potenzialità che certi settori possono sviluppare grazie alle innovazioni o ai mutamenti dello sfondo globale.
circa 13 anni fa
Il problema ferroviario è ancora relegato agli utenti del treno. Fino a quando non diventa questione generale di tutto il paese e, meglio ancora (come sarebbe giusto data la rilevanza di questo servizio) di tutta la zona Valdichiana e Trasimeno, credo che dfficilmente troverà spazio nell’agenda politica che conta.