Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Cresce la voglia di cambiamento
L’assemblea del Comitato “Res publica” ha mantenuto quello che aveva promesso: discutere liberamente dei problemi della città e avanzare idee e proposte su cui impegnare la prossima amministrazione. E’ stata un po’ un’azione di supplenza a quello che avrebbero dovuto fare da un bel pezzo i partiti (Sel escluso, perchè le sue assemblee e le sue proposte le ha già fatte). Ma proprio due rappresentanti di Sel (Laurini e Patrizi) hanno abbandonato la sala (probabilmente irritati) durante l’introduzione di Paolo Miccichè, quando ha chiesto al partito di Vendola di dichiarare i punti irrinunciabili del suo programma. Tomamso Provvedi e Luca Scaramelli in precedenza avevano spiegato il senso dell’iniziativa, un’occasione per cominciare a pensare in maniera coerente il futuro della città e di conseguenza un’amministrazione convinta e capace di puntare su un’idea di rilancio per il paese.
Dai molti interventi è emersa chiara la necessità di un taglio netto con l’esperienza passata. Un’esperienza caratterizzata in larga misura da spese folli e senza senso e soprattutto senza il coinvolgimento della popolazione. Spese e realizzazioni, soprattutto quelle più costose (si è molto parlato del nuovo stadio, e anche di pensilina) che non solo non hanno prodotto alcunchè ma lasciano al paese preoccupazioni finanziarie e di gestione. E’ risultato chiaro che la trasparenza non è un capriccio ma una necessità, perchè non solo è una pratica corretta ma può risultare l’unico antidoto ai capricci di chi amministra.
Si è parlato naturalmente di Piano strutturale rimarcandone le contraddizioni e gli ingiustificabili ritardi. Ma pure questo aspetto è stato declinato al cosa serve per la città che Chiusi vuol diventare. In molti hanno insistito sulla vocazione “logistica” del paese sia per quanto riguarda turismo e cultura sia come centro servizi per un’area vasta. E’ questo, è stato detto, il terreno su cui lavorare e su cui coinvolgere tutti i settori dell’economia locale. La riflessione sulle scelte del passato (anche remoto) ha avuto come filo conduttore il cosa ci resta oggi di quelle decisioni ed è emersa chiaramente la mancaza di un disegno, di un’idea unificante. Discorsi nuovi per Chiusi, che andranno sviluppati e il Comitato si è ripromesso a breve una nuova iniziativa su temi più circoscritti.
E la politica partitica? Ci sono stati accenni, ma non è stato il piatto forte della serata. Sfiorate appena le roventi polemiche di questi giorni, l’attenzione è stata posta sulla “soluzione politica” dell’impasse del Pd. Alcuni hanno lasciato chiaramente intendere che si profila un commissariamento da Siena con la ricerca di un nome nuovo per il candidato a sindaco. Benicchi e Zazzaretta senza alcuna reticenza hanno parlato delle divisioni del partito ma soprattutto hanno sottolineato come le molte indicazoni che erano venute dagli interventi prcedenti erano comprese o facilmnente raccordabili con il “Documento dei 16″. Ai due e più in generale all’ala rinnovatrice del Pd è stato chiesto maggiore coraggio nel cercare alleati anche fuori dal partito, sia nella coalizione che stenta a formarsi che tra i cittadini. Attraverso anche posizioni nette, come ad esempio sulla lettera minatoria di Ceccobao e non solo sulla conta interna al partito.
L’indicazione della serata sotto questo aspetto è stata chiara, o si rompe con uomini e metodi del passato o diventerà sempre più complicato anche per una coalizione di sinistra governare una città contro ampie sacche di società delusa. Il Comitato ha annunciato che il suo ruolo, oltre che quello di proposta sarà di controllo e la forma organizzata serve a questo scopo. Rifondazione, con l’intervento di Peppicelli è sembrata quella più in sintonia con gli umori della platea non solo per l’apprezzamento di molte delle questioni affrontate ma perchè è sembrata una forza decisa e non disposta a rinunciare ad un profondo cambiamento nel modo di essere dell’amministrazione comunale.
Qualcuno è rimasto deluso, perchè si aspettava il lancio di una nuova lista civica. Non era lo scopo dell’incontro, anche se tra i presenti è circolata più volte una battuta: “Se le cose dovessero prendere una brutta piega, per mettere in campo una lista civica bastano quindici giorni”.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 18 febbraio 2011 alle 03:25, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Uscirà come articolo domani. Ti ho informato via email.
circa 13 anni fa
solo per chiarezza il mio riferimento a benigni non era riguardo alla competizione in termini di interesse tra lui e la nostra assemblea, ma al fatto che purtroppo siamo ormai talmente poco avvezzi a parlare che anche chi ha sensibilità crede di esorcizzare i problemi ascoltando le parole di presunti messia, che possono risollevare l’animo per una serata ma lasciano il termpo che trovano, in sostanza necessita partecipazione diretta perchè per quanto interessanti una discussione su un blog o i messaggi trasmessi da qualsiasi media non ci toglieranno dai guai.
circa 13 anni fa
Ciao amici del blog. Avevo mandato un commento, ma non lo vedo……..
circa 13 anni fa
Non mi sembrerebbe che in questo caso il Rubicone sia un piccolo fiume.In codesto piccolo fiume ci hanno navigato per anni ed i tamburi sulle barche dei rematori battevano il tempo della regata.Quella musica era come un inno e tutta Chiusi risuonava di tale inno.E siccome chi suonava codesti tamburi non è che siano emigrati e quindi ci sono sempre ,preferiscono non esporsi od esporsi poco di fronte alle novità, perchè bisogna capirli ”non gradiscono più di tanto”.E’ come se avessi abituato un gatto a scatolette terz’ultima qualità spacciandogliele per prima qualità , ed adesso il gatto rischia di vedersi profilare all’orizzonte solo cipolla.E si sà,ai gatti la cipolla non piace, la mangeranno solo poco prima di morire di fame…..Ritengo quindi che il Rubicone non sarà attraversato, ma se lo fosse, lo attraverseranno solo quelli che hanno evocato i problemi non coloro che li avrebbero preferiti celati o non espressi.Quest’ultimi traverseranno il Rubicone solo se qualcun da dietro darà loro una spinta e si troveranno in acqua ,diversamente non lo faranno. Fin’ora quindi non si è tuffato nessuno, perchè credo che nessuno si possa tuffare, se no si sarebbero già tuffati da un bel pezzo.Io non credo però che le cose si possano mettere per un futuro prossimo nella maniera in cui chi abbia scosso l’albero possa nell’immediato raccogliere i frutti. ” Alea iacta est”- ”il dado” è tratto disse Cesare traversando il Rubicone- ma la truppa siccome ”ha capito subito di quale dado si stesse parlando” e fa finta di nulla,credo che si appresti a rispondere con la famosa batttuta :” cazzo, anche oggi brodo……”
circa 13 anni fa
I commenti si sono accavallati. Nel mio caso, quello precedente, continua sulla scia del ragionamento di Luca Scaramelli mentre questo è nel merito dell’intervento di Marco Lorenzoni, al quale chiarisco che non è stato lui ambiguo ma che ci ha fatto solo presente che è stata percepita da più parti una ambiguità nella nostra comunicazione. Personalmente questo rischio l’avevo messo in conto ma, francamente, non so se sarebbe stato possibile evitarlo. Il simbolo fa subito Lista civica? Certo il dubbio lo instilla ma senza simbolo sarebbe andata meglio? Credo che sia un cammino comunque in salita e prima o poi andava cominciato; abbiamo scelto di farlo ora ma anche qui: se avessimo aspettato il dopo elezioni sarebbe stato meglio?
Quanto alle altre osservazioni, qui Marco sfondi una porta aperta. Quella che tu evidenzi nella babele del PD è un’ambiguità pericolosa: il partito come se fosse lo stato hegeliano e quindi un valore da preservare “a prescindere”. Se le suonano di santa ragione – con metodi anche assai scorretti – sono la maggior parte del tempo in stallo e tutto questo viene presentato come un distillato di democrazia. No, credo che qualcuno debba finalmente attraversare il Rubicone: suvvia è un piccolo fiume, c’è solo da bagnarsi un po’ i piedi.
circa 13 anni fa
Stavolta sono solo parzialmente d’accordo con Marco (Lorenzoni). Le ambiguità nell’iniziativa di ieri sera erano evidenti. Domandiamoci perchè e cosa il Comitato doveva fare. Al di fuori degli iniziati chi conosceva i nomi dei promotori? Forse invece del “bollo” era meglio la lista dei nomi?
Anch’io quando vedo che c’è un’iniziativa la prima cosa che mi chiedo è: Chi sono? Bene, ieri sera abbiamo visto le facce e ora si sa con chi si ha a che fare.
Sui tempi sbagliati invece non sono d’accordo. Ogni momento è buono per discutere, soprattutto se lo si fa non in modo strumentale. Ora c’è la campagna elettorale e quelli di ieri sera erano i temi e i toni giusti. E i commenti che ho ascoltato sono tutti positivi. Delusi quelli che si aspettavano il lancio della lista civica.
Sono sempre stato dell’idea che pensare di raccogliere senza seminare non è una pratica molto produttiva. Svegliare il paese dal letargo non è facile ma merita provarci. In funzione delle elezioni e per il dopo.
L’affluenza. Contate 64/65 persone. Mancava la stazione? Si certo, e lasciando stare Benigni e altre concomitanze che ci saranno sempre, mancavano i partiti. Tra i presenti ho visto non più di cinque-sei persone con incarichi di partito. E’ un successo anche questo.
circa 13 anni fa
Certo una parte di questo atteggiamento è legato ad una peculiarità della nostra epoca e l’altra parte scaturisce dal fatto che in generale si pensa che trovarsi per discutere serva a poco. I ritmi di oggi saturano la persona, la bombardano di azioni e di sollecitazioni audio-visive, la stancano psicologicamente e il resto lo fa la certezza che contro i partiti non valga la pena lottare; si accettano come sono sperando non diano il loro peggio. Non è stato Benigni il nostro “competitor” ma una profonda sfiducia. Il successo di Chiusinews è però un segno che si vuole comunque discutere – da casa è meno impegnativo che uscendo quando la sera si è stanchi – e poi anche qualche successo sul campo ha forse dato il segnale che qualcosa di nuovo in realtà possa accadere. Insomma, l’impresa è ardua ma vale la pena di tentare.
circa 13 anni fa
“Leggo: “fugare un’ambiguità di cui è stato portatore Marco Lorenzoni: il Comitato Res Publica non è l’embrione di una lista civica”. Non ho capito se l’ambiguo sarei io, o se si voleva dire che ho posto un problema. E allora spiego: Io ho semplicemnete rilevato – ma non solo io – che quel simbolo del Comitato poteva dare e forse ha dato l’impressione di una ambiguità, quella di essere appunto l’embrione di una lista civica in nuce. La presenza non proprio oceanica ne è la conferma. Francamente io mi aspettavo una partecipazione molto superiore. Ed è mancata soprattutto la Stazione. Segnale non buono. Proporsi come comitato che fa incontri tematici e si presenta come “punto di confronto e di elaborazione” è cosa che va benissimo per il dopo elezioni, presentarsi con queste prerogative, adesso, in campagna elettorale, è questa sì a mio avviso una cosa “ambigua”. La voglia di lista civica mi pare sia aleggiata nella sala e sono venute anche “indicazioni” in proposito, qualcuna anche dal sottoscritto, ma una risposta chiara e un chiarimento sugli obiettivi IMMEDIATI del comitato – ha ragione Martinozzi – non sono venuti.
Rimanendo in tema di ambiguità, mi pare singolare attaccare per tre ore le scelte del partito di maggioranza e i suoi metodi e poi finire l’assemblea con un “meno male che il Pd c’è” (se no sarebbe peggio). Ed è “ambiguo” accusare (giustamente) l’ex sindaco per le minacce alla stampa, per per la gestione del Comune, e sbandierare con orgoglio la tessera del partito dell’ex sindaco e di chi gli ha retto il sacco, in silenzio per 8 anni. Si dirà che quel partito è anche il partito di Benicchi e di Gisella Zazzaretta. Sì, ma le decisioni, purtroppo, lì dentro, le prendono altri. Finora almeno così è stato. O no?
circa 13 anni fa
purtroppo dopo anni di nulla ritornare a parlare è difficile, è difficile soprattutto farlo guardandosi in faccia perchè ormai mi sembra che anche chi conserva sensibilità e attenzione sembra voler risolvere tutto attraverso i mezzi di comunicazione, televisione e internet in particolare. per esempio ho letto un po’ distrattamente oggi della presenza di benigni a s.remo, sinceramente non mi importa più di tanto quello che ha fatto, invece ho avuto modo di sentire delle persone che si sentono sollevate e rinfrancate da questa apparizione del comico che ha quasi del mistico, io penso che avrebbero fatto meglio ad intervenire alla nostra assemblea, non perchè noi siamo meglio di benigni ma perchè partecipare arricchisce il singolo e la comunità, osservare anche qualcosa di gradevole appaga temporaneamente ma credo che aiuti poco a risolvere i problemi, in sostanza c’è la stessa differenza tra guardare un avvenimento sportivo in tv o praticare quello sport.
è un aspetto complesso ma credo che dovrebbe far parte delle nostre riflessioni.
circa 13 anni fa
sugli scopi del comitato res publica il commento di paolo miccichè non ha bisogno di ulteriori aggiunte, per quanto riguarda la critica mossa nel commento di martinozzi, come ho già avuto modo di rispondergli personalmente all’incontro di ieri, gli ribadisco che non siamo un gruppo di persone che aspira a ritagliarsi incarichi piccoli o grandi, non ci stiamo muovendo certo per elemosinare qualche seggio in consiglio comunale, se come credo ci ha seguito anche qui sul blog sa benissimo che su questo aspetto siamo al di sopra di ogni sospetto. sulla concretezza io non ho ricette, nel suo intervento all’assemblea esprimeva il desiderio di mandare a casa chi ha amministrato negli ultimi anni, personalmente pur muovendomi su posizioni politicamente diverse, avrei il suo stesso desiderio ma mi dispiace per lui non ho la bacchetta magica se lui ha una ricetta credo che in molti sarebbero lieti di apprenderla.
circa 13 anni fa
Lo spirito con cui è stata condotta l’assemblea ieri sera mi è sembrato che corrispondesse alle giuste esigenze di partecipazione e di formazione di luoghi ove sia possibile contribuire con le proprie idee, e allo stesso tempo ascoltare quelle degli altri. Almeno questa è la cosa che interessava a me: un luogo dove chi vuole interviene a prescindere dalle proprie appartenenze. Se poi c’è chi vuole creare una lista elettorale mi pare una legittima aspirazione. (Voglio tranquillizzare il paese, non ho intenzione di candidarmi in qualsiasi lista!)
Mi piacerebbe offrire alcuni spunti di dibattito, concordo con chi ieri sera proponeva di legare le scelte che fa chi governa con le giuste esigenze della comunità, scelte che mirino ad un’idea di città, dove venga posto un freno nell’immediato allo sfruttamento del territorio. Scelte fatte con il reale coinvolgimento dei cittadini. Sono anch’io convinta che la valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche e archeologiche non sia avvenuta nel dovuto modo; la creazione di un sistema di collegamento con i paesi limitrofi trovo sia da favorire e Chiusi potrebbe essere, per la sua posizione il naturale fulcro di tale sistema.
Altro tema che vorrei porre all’attenzione riguarda l’edilizia e in particolare la questione dei prezzi delle abitazioni a Chiusi. E’ un fatto che molta gente si è trasferita a Po Bandino per i prezzi più bassi. Mi sembra opportuno cercare di affrontare il problema. D’altronde l’idea di costruire nel vecchio campo sportivo per favorire l’edilizia popolare non credo possa essere una soluzione ai problemi dei costi elevati delle abitazioni in generale. Inoltre non risolve il grave problema delle zone da recuperare e del gran numero delle case vuote. Quindi l’idea “cemento zero” non può essere un valore assoluto ma in questo momento può essere il punto da cui partire.
circa 13 anni fa
La serata ha avuto un buon esito. Come ha sottolineato però Luca Scaramelli un’iniziativa come questa è un come un neonato oppure come un ammalato che esce di casa dopo tanto tempo: i suoi movimenti sono talvolta incerti e disorientati. Da troppo tempo istituzioni e singoli cittadini sono chiusi nel loro soliloquio. Chiusinews è stato ed è uno strumento importante ma ovviamente – oltre al fatto che l’accesso ad internet non è ancora così diffuso – l’incontro “fisico” non è sostituibile. Nelle prossime tappe, affineremo meglio gli strumenti di partecipazione che, a questo punto, andranno a pieno regime solo dopo passata la contingenza elettorale. Voglio solo fugare un’ambiguità di cui è stato portatore Marco Lorenzoni: il Comitato Res Publica non è l’embrione di una lista civica; non è targato politicamente; è il luogo dove in futuro tutti potranno partecipare al laboratorio di idee e all’approfondimento dei temi che avverrà attraverso l’incontro, anche con rappresentanti di altre realtà che porteranno le loro esperienze. Basterà venire alle prossime riunioni per rendersene conto personalmente.
circa 13 anni fa
Il cambiamento si fa dall’interno non dall’esterno.
C’è questa paura,che ieri sera, è stata notata da tutti !
Concretezze non ci sono state,purtroppo.