Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Adesso il ruolo di “Res Publica” deve cambiare
Dopo la lodevole iniziativa dell’assemblea dell’Eden della scorsa settimana,che non ha riscosso il successo da me sperato, i numerosi interventi sul blog chiusinews dei facenti parte del comitato, dell’innegabile impegno che gli stessi stanno cercando di mettere per smuovere qualcosa direi che alla fine purtroppo: “qui non si muove nulla”. A questo punto sarebbe opportuno che il comitato “res pubblica” cominciasse a fare quello che i partiti e sopratutto quello di maggioranza che continua nella politica del non ascolto, non stanno facendo. Per cominciare, visto la modesta partecipazione all’assemblea pubblica, (parere mio personale), dove erano invitati a partecipare associazioni, imprenditori e cittadini comuni e, a parte qualche cittadino, nessun altro si è presentato, il comitato si dovrebbe muovere chiedendo gli incontri direttamente ai soggetti, quindi rivolgersi alle associazioni, almeno a quelle più attive, agli imprenditori che hanno attività importanti, a qualche piccolo imprenditore e artigiano e cercare di creare un documento nel quale si evidenziano le idee, le prospettive e le attese di coloro che sono stati interpellati, anche in forma anonima se richiesto. Tra le associazioni che indico posso mettere la Pro loco, i Terzieri, le Contrade, la Pubblica assistenza e quante altre riterrete opportuno. Per gli imprenditori penserei senza dubbio all’azienda f.lli Margheriti, al gruppo “La Sfinge” alla Edilcentro ed anche in questo caso chi riterrete opportuno. Di piccole imprese ed artigiani ce ne sono a vostra scelta. Sicuramente un incontro con le Associazioni di categoria, con Chiusi invetrina, con il Centro Commerciale Etrusco, da non tralasciare naturalmente la Bancavaldichiana, istituto che ricopre un ruolo fondamentale nella nostra comunità.
Un incontro anche con la giunta comunale forse potrebbe risultare più che utile. Il risultato degli incontri potrà essere esposto cammin facendo ai cittadini in assemblee pubbliche con cadenza settimanale e naturalmente riportato sul blog chiusinews in modo tale da dare la massima trasparenza a tutta l’iniziativa.
Certo l’impegno che richiedo non è da poco e dovrebbe impegnare un certo numero di persone e non tutte appartenenti alla sinistra perché Chiusi non è solo sinistra, specialmente in questo momento di enpasse del partito di maggioranza, dove il ruolo del cittadino e delle associazioni e la trasparenza devono primeggiare su tutto. Ciò che richiedete voi può essere sposato da molti altri cittadini a cominciare da me, mi sembra lo abbia sposato anche Martinozzi che di sinistra certo non è.
Nel congratularmi per l’impegno sinora profuso vi saluto cordialmente augurandovi buon lavoro.
Alessandro Bologni “
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 26 febbraio 2011 alle 00:31, ed è archiviato come CRONACA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
I commenti sono disattivati.
circa 13 anni fa
Carlo (Sacco) va al nocciolo delle questioni. Chiarisco subito che sono d’accordo con Alessandro (Bologni) e ritengo anche io necessario aprire il confronto con le forze economiche e di categoria presenti sul territorio (a condizione che lo vogliano). Ma allora dove stà la novità? E i cittadini che fine fanno? La novità è il metodo sia nella forma che nei contenuti.
La forma: incontri pubblici per far emergere criticità, esigenze e potenzialità dei vari soggetti che costituiscono il tessuto di questo nostro territorio. La garanzia per ciascuno di partecipare e rappresentare le proprie istanze è’ il percorso pubblico .
Il contenuto: riuscire a mettere a sistema tutte queste diverse realtà per un progetto unitario.
Fino ad oggi ciascuno ha cercato di trovare risposte alle proprie necessità in modo autonomo e la politica ha adottato lo stesso modello. Credo che oggi tutti siano d’accordo nel riconoscere la depressione del paese. O riusciamo a fare un salto qualitativo che ci consenta di unire le forze e le potenzialità oppure siamo destinati a non andare da nessuna parte.
Il Comitato ha la capacità di fungere da lievito per un’inizativa del genere? Il tessuto economico e associazionistico del paese ha le capacità e le risorse per individuare un progetto di sviluppo territoriale integrato intorno al quale coaguale forze e risorse? Per dare risposta a queste domande non resta che provarci.
circa 13 anni fa
Premetto che l’audio integrale della prima assemblea – purtroppo non “tagliato” in interventi singoli – è scaricabile a questo indirizzo email: http://www.comitatorespublica.info
Quanto al resto sono certo che l’intervento di Alessandro Bologni non sia di aut aut tra forze imprenditoriali e cittadini. L’esigenza di parlare e di proporre soluzioni sta evidentemente crescendo, così come sta crescendo la consapevolezza che anche i cittadini debbano fare la propria parte, visto che si parla di come amministrare in futuro il proprio ambiente di vita e di lavoro.
Detto questo il Comitato non è un Ente astratto ma, alla fine, siamo tutti noi. Rimbocchiamoci le maniche: più siamo, meno i nostri impegni professionali ci potranno tagliare fuori, meno alcuni di noi – che lavorano a Chiusi – si potranno sentire in qualche modo frenati da una negativa pressione ambientale.
circa 13 anni fa
Caro Carlo Sacco, vorrei precisare che le associazioni sono costituite da semplici cittadini che offrono il proprio tempo disponibile al volontariato allo scopo di fare qualcosa di buono per il paese. Nella maggior parte dei casi non hanno una collocazione politica precisa ed in buona parte nelle ultime legislature non hanno avuto la giusta attenzione da parte degli amministartori, quindi anche loro cittadini non ascoltati.
Molti volontari hanno anche abbandonato il ruolo per sfinimento ed incomprensioni con l’ex sindaco e la sua giunta, questo anche il mio caso.
Le imprese sono quelle che danno lavoro ai cittadini ed io, oltre ad essere acoltato, gradirei essere un cittadino che ha la possibilità di lavorare nel proprio paese.
La banca è quella che conosce meglio la realtà economica della città.
Si può fare ameno di tutto ciò?
circa 13 anni fa
Permettetemi un flash, forse di provocazione, tagliato con l’accetta, a me che non ero neanche all’Eden quella sera e quindi giudico per sentito dire e per aver letto solo gli articoli di risposta nel blog…A me sembra che a partire dall’articolo di Alessandro Bologni e via via quelli che sono seguiti si continui a riproporre IL DEJA VU e visto nemmeno da poco tempo…..quì si parla di priorità alle associazioni,imprenditori ed artigiani,pro loco, terzieri e contrade. Scusate ma i cittadini ? E’ una strana visione quella vostra (di color che hanno dato le risposte a tale articolo ed anche dell’articolo stesso per il valore che esprime), ma c’è chi dice di dover rompere col passato(quindi io capisco che occorra usare altri metodi di ricerca, proporre altre persone che non rappresentino le solite metodologie di approccio alla politica del paese, metodologie nuove insomma, investire su comportamenti politici e relazionali innovatori) mente altri che non gradendo(mi è sembrato di capire questo)o stanno in silenzio oppure osteggiano l’altra fazione dei rottamatori.E si ritorna a proporre la visione dei maggiori industriali che potrebbero fae qualcosa per il paese, della pro loco,delle banche,delle ditte economicamente reputate più efficienti(vedi articolo).Ma non era questa la strada già battuta da anni in cui qualcuno ha detto che non possa essere più riproponibile ?E le discrasie si sono manifestate proprio su questo, perchè è da questo che nascono le problematiche che hanno portato ala situazione della spaccatura dentro il PD, mica solo Querce al Pino ? Allora? Sono io che ho visto un film e che ho preso un solenne granchio oppure parecchi che hanno scritto sopra di me non si ricordano nulla di quello che è passato in questo tempo e si riposizionano comodamente sul valore del’articolo di Alessandro Bologni ?Secondo me il lavoro improbo è il fatto che toccherebbe re-inventare parecchio. (…)
circa 13 anni fa
…la traduzione del Sig. Scattoni è perfetta…..”rendere conto delle proprie azioni”……”assumersi le responsabilità delle proprie azioni”……”accountability”…..un termine non molto in uso da noi!
circa 13 anni fa
Si, ho fatto confusione tra Chiusinews e il Comitato. Scusate. Resta comunque valida l’obiezione: il Comitato si farà carico delle “voci” per produrre un documento di sintesi o si limiterà a raccogliere le indicazioni e riproporle (a chi? in che modi? con quali priorità? E ancora, verrà indicato il proponente? e perché il proponente dovrebbe venire dal comitato piuttosto che cercare di parlare nell’orecchio dell’elefante?) ? Avanzo queste obiezioni solo per capire. Il Comitato può avere la forza di gestire un urto che potrebbe essere dirompente? E’ preparato all’eventuale accusa di marginalità delle questione proposte? E se fossero davvero marginali, come distinguerle da quelle “vere”?
circa 13 anni fa
Enzo (Sorbera) non capisco cosa possa entrarci Chiusinews nell’attivita del Comitato Res Publica. Chiusinews offre soltanto un arena per il dibattito. Il Comitato ha invece come compito quello di operare per riportare a trasparenza i processi decisionali del governo della città.
In inglese si chiama “accountability” che è un termine di difficile traduzione (Roberto Donatelli qualche suggerimento ): in pratica reclamare ogni volta necessario la responsabilità della decisione. A me pare un lavoro importante che può migliorare la politica a Chiusi.
circa 13 anni fa
Non mi sono ancora abituato a ‘sto giochino LIFO (last in first out), ma mi disturba un po’ questa numerazione: ho rischiato di ri-postare il commento (data la mia cronica distrazione, spero mi perdonerete se faccio qualche castroneria )
circa 13 anni fa
Sono d’accordo con Alessandro sull’esistenza di un problema di raccordo tra le varie voci della nostra città (ne abbiamo anche parlato tra noi, con una buona comunanza di accenti, già qualche giorno fa). Credo che sia giusto fare un tentativo di “ascolto” – scusate il termine abusato -, ma temo che, per la sua natura, il blog non sia in grado di armonizzare le istanze – anche contraddittorie, forse conflittuali – che sicuramente si presenteranno: esula dai suoi compiti, a meno che non intenda farsi lista civica (nel qual caso, diventa altra cosa dal blog). O no?
circa 13 anni fa
Sono d’accordo nel chiamare a discutere pubblicamente esponenti e categorie economiche, associazioni e figure di vario orientamento sul futuro della nostra città. Se i partiti vengono meno al loro compito anche in questo campo il Comitato per quel che può dovrà svolgere anche questa funzione di circolazione delle idee.
circa 13 anni fa
Condivido questa proposta di Alessandro Bologni.
In realtà l’affluenza alla prima riunione del Comitato è stata forse minore rispetto ai desideri ma non alle aspettative. Nel corso della serata abbiamo contato una settantina di persone, considerando il flusso di chi è rimasto non per tutto il tempo o che è arrivato in ritardo. Era la prima volta e, francamente, non saprei quanti partiti avrebbero fatto di meglio.
Detto questo è innegabile che, dopo il numero zero fondativo, sia necessario proseguire e implementare l’azione. Questa proposta va nella giusta direzione che può essere sicuramente parallela a quella, già messa in cantiere, di gruppi di lavoro su temi specifici.
Direi che potrebbe essere convocata per metà Marzo con titolo provvisorio: “IL FUTURO DI CHIUSI: LA SOCIETA’ CIVILE DICE LA SUA”