di Giorgio Cioncoloni

Non credo che la situazione sia così semplice come illustrata da Luciano Fiorani nel suo articolo: “Un “ruffiano”o una levatrice della storia?” perché lui da per scontato uno schieramento di forze che scontato non è affatto. Mi riferisco al ruolo di quelli che definisce “rinnovatori” del Pd, dati per pronti ad un’alleanza elettorale ma in cerca di un “ruffiano” per ammogliarsi. Fiorani ha dimenticato un elemento basilare: la rappresentanza ufficiale del Pd. E’ chiaro infatti che la lotta intestina tra i due schieramenti tende a questo e fino a che non ci sarà questa decisione, ruffiani o non ruffiani, non ci potranno essere alleanze elettorali trasparenti e definitive perché qualunque accordo potrebbe perdere efficacia nel giro di breve tempo. Per qualsiasi tipo di cartello è fondamentale conoscere l’identità precisa dei partecipanti, che siano politici o civici, e ad oggi l’identità precisa dei “rinnovatori” è sconosciuta e lo rimarrà fino a che non ci sarà un pronunciamento ufficiale del Pd.

Mettiamoci per un istante nei panni dei componenti i due gruppi. Non sono i pochi dissidenti che, inascoltati, se ne vanno, sbattono la porta e creano una lista alternativa. Qui si tratta di due formazioni che rappresentano la metà esatta del gruppo dirigente. E’ normale e giusto che ambedue lottino per avere il riconoscimento ufficiale del partito. Ciò che non è normale è che nessuno faccia niente per averlo democraticamente ma sembra che tutti lo cerchino per vie occulte perché altrimenti non si comprende il perché ancora non si sia usciti da una situazione che sta bloccando da mesi il normale percorso politico che porta alle elezioni amministrative. Un percorso logico e responsabile avrebbe richiesto un minimo di rispetto, se non per tutti gli elettori, almeno per gli iscritti al partito dimostrando loro che servono a qualcosa di diverso dal lavorare per la festa dell’Unità o dal distribuire la pubblicità elettorale.

Per dare una tale dimostrazione minima bastava riunire l’assemblea di tutti gli iscritti del partito, illustrare le due mozioni e far votare. Dopodiché i perdenti avrebbero potuto trarre le proprie conclusioni e scegliere le successive mosse. La dimostrazione massima sarebbe stata l’indizione delle primarie, ma di questo abbiamo già ampiamente dibattuto. Qualcuno può spiegare perché questo non è avvenuto? Qualcuno può spiegare, sempre per rispetto dei cittadini, come si intende uscire dalla situazione odierna, frutto di tutta una serie di errori gestionali? Fino a che queste domande non avranno una risposta temo che l’analisi ottimistica di Luciano Fiorani sia al di fuori della realtà.

L’unica cosa certa è che siamo in notevole ritardo per compiere un percorso partecipativo che rischia perciò di non esserci. I cittadini devono essere informati di tutto questo perché sono pochi quelli al corrente. Chi ha un po’ di senso civico dovrebbe perlomeno impegnarsi in questo compito per far sì che un forte movimento di opinione solleciti e aiuti lo sblocco della situazione oppure dia forza ad una soluzione alternativa.