Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Non possiamo tirarci indietro
E’ così difficile? E’ veramente così difficile, come vogliono farci credere, riappropriarci di quello che è nostro? E’ ormai quasi impossibile, sul serio, “farsi dare indietro quello che gli avevamo prestato”?
Io non capisco. Basterebbe un po’ di buon senso per ammettere che quando una strada intrapresa non porta dove vorremmo basta cambiare direzione, fare anche dietro-front se serve. Non c’è niente di male.
Giochi, giochini, giochetti. Ho sempre creduto, da piccola, che le persone adulte avessero cose serie da trattare. Cresciuta, ormai da un bel po’, mi rendo conto che le priorità spesso sono ancora quelle espresse nella fanciullezza: se non si fa come dico io, mi riprendo la mia palla e vado a casa. Questo chiude tutte le discussioni.
E noi che rimaniamo senza pallone che facciamo? Allora proviamo a liberare la fantasia ed il coraggio: cambiamo gioco.
Ci sono sempre soluzioni diverse, alternative sensate se cercate nel gruppo e percorse collegialmente. Io non ci voglio credere fino in fondo che le cose non possano migliorare, che quella che oggi tutti chiamano “società civile” non abbia la forza di rendere ancora più vivibile la nostra realtà. Diamoci delle priorità e su quelle ragioniamo. Non ce lo nascondiamo: siamo stati fortunati, anzi dei privilegiati.
Siamo nati nella, forse, più bella parte della parte “giusta” del mondo. Riusciamo ancora ad avere una qualità della vita che quattro quinti della popolazione mondiale nemmeno è in grado di immaginare. Ma questo non ci consente ugualmente di tirarci indietro.
Sarò banale, ma vorrei lasciare a quelli che verranno dopo, un posto migliore di quello che ho trovato. Io il 18 ci sarò.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 13 marzo 2011 alle 00:03, ed è archiviato come POLITICA, SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Certo Maria Letizia, è così.
Inoltre oggi non ci sono più i partiti con le sezioni aperte e milioni di iscritti; non ci sono neppure più le preferenze e un contatto diretto tra parlamentari e cittadini (anche se spesso discutibile, almeno per come veniva declinato in Italia). Ora c’è un’oligarchia autoreferenziale che si nomina da sola.
Le firme all’Appello del Comitato Res Publica (www.comitatorespublica.info) sono già in numero maggiore rispetto alla gran parte degli iscritti dei partiti che poi ci governeranno a Chiusi; solo il PD ne ha un numero maggiore. Quindi quella della Società civile attiva è un’opzione imprescindibile; senza un’azione propositiva e di controllo permanente da parte dei cittadini, questa non comunicazione tra livelli politico-economico-sociali rischia di allargarsi ulteriormente.
circa 13 anni fa
Sono d’accordo con te Luca Scaramelli e mi appare non tanto facile il percorso per il quale si possa formare una pressione della società civile tale da smuovere il camion impantanato poichè quella parte della stessa che ha alzato la testa è fin’ora troppo poca, anche se c’è voglia in giro di respirare un aria diversa.Ho paura che la montagna possa partorire il solito topolino e ritengo che il topolino possa essere la riproposizione di un nominativo che apparentemente sia super partes ma che poi nell’espletamento della quotidianità possa-ricadendo nei lacci e lacciuoli della politica equilibristica degli schieramenti-ripercorrere anche se proprio non gli stessi spazi del vecchio, ma che comunque possa poggiare l’operato su basi che secondo il mio avviso non possano essere convincenti.Vi ricordo che avete lavorato,interpretato e che siete a favore per uno schieramento di discontinuità e la discontinuità non si fa riproponendo i soliti punti di appoggio(anche se in questa fase possono essere importanti) dei detentori dell’economia chiusina e categoriale.Non si cambia strada mettendo solo un ”super partes” oppure un ”onesto e puro” a designato sindaco, nè si cambia strada richiedendo ai giovani di impegnarsi.Non basta poichè tutto questo può rivestire una questione accessoria e per il momento non proprio importante. L’importante secondo me è dare il segno al di fuori che un ingranaggio di quelli grossi debba continuare a girare producendo istanze precise e riferibili di cambiamento.Le mediazioni verranno e se verranno si affronteranno oppure avremo la forza di dire no a chi ci propone il vecchio travestito da un ”giannini ” qualunque.Mi rincrescerebbe avere potenzialità e non poterle esprimere od esprimerle sottotono.
circa 13 anni fa
siamo in molti questa volta a non voler firmare una cambiale in bianco a chi dovrà governare questo comune, perchè la sua amministrazione riguarda tutti ed in particolare riguarda i giovani di questo paese perchè il futuro appartiene soprattutto a loro.
dopo il dibattito di questi mesi sul blog e da quello che accadrà nelle prossime settimane mi aspetto una netta inversione di tendenza, un passo indietro da chi ha fatto il suo tempo al tempo stesso però chi verrà dopo dovrà incarnare questa voglia di cambiamento chiarendo da subito quali sono le sue intenzioni perchè se non credo a chi c’era non credo nemmeno a materializzazioni improvvise di salvatori della patria dell’ultim’ora.
circa 13 anni fa
Giusto quello che dice Letizia (Ceccuzzi), però se la “società civile” fosse stata un po’ più presente e vigile forse ci risparmiavamo otto anni di “meraviglie”.
Non ripetiamo lo stesso errore.
Chiunque andrà ad amministrare dovrà sentire il fiato sul collo della collettività chiusina.