Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Il PD che vorrei
Se una ventina di persone, alle due di notte, in spregio alle procedure previste dallo statuto (ma anche del buon senso), auto dichiarano di essere il PD di Chiusi e convocano le elezioni primarie, è forse venuto il momento di fermarsi e fare qualche considerazione.
Trent’anni fa il PCI contava circa 2000 iscritti. Un altro migliaio erano quelli di DC e PSI. Poi c’erano quelli di piccole forze degli altri partiti. Possiamo con buona approssimazione affermare che metà dell’elettorato del nostro comune militava ufficialmente in un partito politico. L’informazione politica locale era veicolata attraverso i partiti che dalle proprie posizioni di maggioranza od opposizione rappresentavano la mediazione fra società locale e governo delle istituzioni. Alle elezioni quel 50% dell’elettorato si mobilitava per convincere l’altra metà. Di solito le variazioni percentuali nei risultati del voto erano di poca entità.
Da allora è cominciato un processo prima lento, ma poi sempre più accelerato di cambiamento. Oggi il 50% degli iscritti è sceso al 5% dell’elettorato. La composizione stessa della popolazione è profondamente mutata. Circo il 15% dei residenti non ha nazionalità italiana. Alle elezioni amministrative (come alle europee) c’è un elettorato potenziale di circa l’8% (gli stranieri comunitari) che è sinora rimasto inespresso. E’ un a sorta di “oggetto misterioso” che vive accanto a noi e che non conosciamo.
Di fronte a queste grandi innovazioni molti dei vecchi metodi di gestione della politica sono rimasti gli stessi. Accanto a un legittimo senso di appartenenza si è sviluppato un forte senso di fazione. Il tutto però gestito all’interno di una elite (se la vogliamo chiamare così) di dirigenti. Così quel. 5% di iscritti ai partiti è diventato l’1% degli elettori che muovono le danze. Quell’uno per cento si riduce a uno zero virgola qualcosa quando si esprime nella ventina che si arrogano il diritto essere maggioranza e indicono addirittura le elezioni primarie, senza neppure aver detto sulla base di quale programma.
All’esterno c’è una popolazione che non capisce quello che sta succedendo. I più volenterosi, che magari vorrebbero partecipare (fra i quali vorrei annoverarmi) restano attoniti.
Eppure, oggi, il Partito Democratico è chiamato a svolgere un compito storico: opporsi e fare argine alla deriva di una democrazia drogata da un potere mediatico senza precedenti. Ormai l’attacco alla nostra Costituzione è più che evidente.
Sono convinto che questo grande compito storico può essere svolto se anche e soprattutto a livello locale il PD saprà dimostrare di essere una forza propulsiva capace di offrire contenuti nuovi accompagnati da comportamenti virtuosi. Partecipazione e trasparenza non possono essere soltanto slogan di maniera e allo stesso tempo vuoti di contenuti.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 11 marzo 2011 alle 18:38, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
In questi tempi noto sempre di più che gridando al lupo al lupo alla fine si perde il significato della parola democrazia. Se c’è un problema democratico in italia questo di sicuro non è espresso dalla tradizione storico sociale che vede la toscana e la provincia di Siena come zona rossa, di sinistra. E il fatto che in questo blog sia nato un confronto che vede al centro il PD non dovrebbe stupire, anzi dovrebbe essere accolto come una bella notizia. Il confronto e la discussione pubblica è la colonna portante della democrazia. “Purtroppo” a Chiusi forze politiche non di sinistra sono pressoché assenti e se non partecipano al dibattito politico non è certo colpa del PD o dei frequentatori di questo Blog.
circa 13 anni fa
Questo intervento di Paolo (Scattoni) non solo ha il pregio di aver anticipato di qualche ora la decisione della direzione provinciale del partito, ma è anche la prima seria ricognizione sul Pd di Chiusi.
Un partito che sconta tutte le difficoltà generali di cui parlano anche Miccichè e Sacco, ma che pare non conosca più se stesso e il posto dove vive.
I questionari qualcosa avevano fatto capire, ma si è preferito far finta di niente però, come ricorda Paolo (Scattoni) i fatti hanno la testa dura.
circa 13 anni fa
Miccichè, o non era quello che nella mia prolissità espositiva ho cercato di dire anch’io in altri articoli ? Ma spesso se lo si dice, la maggior parte di chi legge”fusione a freddo” storce la bocca, e lo sai perchè fondamentalmente ? Perchè spesso si tende a ragionare col cervello degli altri e non si fa alcuna critica su quegli ” ingredienti specifici” che dici tu e che hanno contribuito a formare il PD.L’unione tendenziale di due anime diverse produce scollamento, disorientamento alla base, e fa passare quelle istanze
degli automatismi del sistema per i quali si considera che parlare di una cosa diversa si parli di ”vetustà storiche” e c’è un rifiuto anche all’analisi e si produce quasi fastidio in coloro che dovrebbero dirimere ed analizzare per poi produrre novità.La maggior parte dei quarantenni ragionano con detto metro(basta sentire da quali istanze viene mosso un sindaco come Renzi e come si espliciti il suo linguaggio).E’ quindi anche un notevole fatto generazionale e formativo prodotto da questa miscela che diventa implosiva ma che all’esterno produce immobilità e consunzione alla propria base.E’ l’impotenza di un grande schieramento che non ce la fa a superare i limiti intrinsechi alla propria politica ed alle proprie istanze e perciò a portare tutto il proprio peso nella fucina della lotta politica.Essendo uno schieramento gigantesco come numero di aderenti la cosa riesce ancor meno facile poichè il contenitore è un luogo dove si scontrano molteplici interessi.
E sono proprio questi interessi(politici, economici, di gruppi e di fazione) che segnano le maglie della gabbia che lo avvolge.E’ difficile liberarsi da questo aggomitolamento, ma di questo in primo luogo ne sono responsabili i vertici poichè la base e la periferia purtroppo sono destinate a scontare tali infinite discrasie.
E Chiusi attualmente è uno di tali luoghi.Ho scoperto l’acqua calda lo sò, ma l’ho sempre detto:” o’ pesce fete ra capa”…….e dirigenti di spessore non esistono più poichè è quel sistema che non li produce ed è funzionale a non produrli.
circa 13 anni fa
X Guccione: Il PD è protagonista nel bene e nel male; per questo è necessario parlarne, soprattutto sotto elezioni, oltre che per quello che sta accadendo a Chiusi.
X Cittadino: è vero – ce lo conferma anche Cioncoloni – che esiste una continuità di governo che dura da troppi decenni. Ed è indubbio che stare all’opposizione sarebbe salutare; però per andare all’opposizione ci vuole un antagonista credibile e vincente: questo antagonista, per ora, non si vede.
X Giorgio(Cioncoloni): il condizionale è comunque sempre un auspicio; si dovrebbe (“utinam”) creare un partito “partecipativo”, con all’interno, una buona rappresentanza di società civile ma la realtà pare stia andando da un’altra parte. Allora bisogna capire – e in fretta – se è questa “formula Partito” che va ripensata oppure se gli ingredienti specifici che hanno formato il Pd non sono in realtà integrabili.
Quello che è certo è che non è un problema solo di Chiusi né solo un problema che riguarda i vertici nazionali.
circa 13 anni fa
XFrancesco (Guccione), qui si parla di tutti e di tutto. Nessuno ha l’esclusiva, poi certo se si interviene di più, o ci sono più articoli, sul Pd, dipende dall’interesse e dalla realtà di queste zone.
circa 13 anni fa
Mi rivolgo a “un Cittadino”. Si in questo blog si parla soltanto di pd. E’ buffo,ma è cosi’… e sembra che senza qualcuno del pd non possano neanche fare una lista civica.
circa 13 anni fa
Salve a tutti, sono venuto alla conoscenza di questo blog..
non sono un chiusino nè un militante del pd, ma vorrei chiedervi una cosa…
ma per voi esiste solo il pd? cioè le idee, i valori, le persone che non hanno idee cosidette di “sinistra” non sono nessuno in questo paese?
ma secondo voi, una zona come la provincia di Siena che non ha mai visto il cambiamento si chiama democrazia? è 60 anni che comandano sempre gli stessi, cambiano i nomi ma non la gente!
circa 13 anni fa
Il Pd non è nato nel momento sbagliato. Non è proprio nato. Io ho vissuto il passaggio da Ds a Pd ed è stato solo un passaggio burocratico. I dirigenti sono rimasti in massima parte gli stessi e mai hanno cercato di prendere in considerazione i diversi valori che il nuovo statuto affermava. Chi ci ha provato, come me, è stato isolato e messo in condizione di andarsene. Paolo Scattoni centra perfettamente il problema quando dice, cosa che del resto ho tante volte cercato di far capire anche io, che è a livello locale che il Pd deve dimostrare la sua forza propulsiva per trovare quei consensi sociali che poi possano essere canalizzati e trasformati in una forza nazionale. Bersani e colleghi, invece di cercare coalizioni raffazzonate e poco credibili, dovrebbero preoccuparsi di creare strutture territoriali che sappiano coinvolgere la gente in un progetto politico trasparente e partecipativo. Solo con il buon esempio locale si può sperare di recuperare quella credibilità del centro sinistra che è andata persa per colpa di chi ha usato la politica per costruire potere personale invece che per mettersi al servizio delle necessità collettive. Purtroppo quello che sta succedendo a Chiusi non mi pare andare in questo senso.
circa 13 anni fa
I partiti sono ancora lo strumento essenziale per il funzionamento della democrazia rappresentativa. In una situazione di emergenza occorre uno sforzo per farli funzionare correttamente. Per correttamente intendo quello che ho scritto: partecipazione e trasparenza.
Personalmente credo che sia il PD la forza politica che ha più probabilità di successo nel rispondere alla strategia berlusconista. La politica locale deve essere presente in questa strategia.
circa 13 anni fa
La formula Partito è in crisi da diversi anni; si vede anche da come i partiti nascono e si disfano nel giro di mesi e non di anni. Il “salto” veltroniano poteva avvenire solo in un contesto di forte società civile che non necessitava più della mediazione di un partito innestato profondamente nel territorio. In Italia – spappolata da anni di cultura da telequiz e telepromozione – non siamo ancora pronti e oggi non lo sono più nemmeno gli Stati Uniti, uno degli esempi indicati ad esempio. Se poi si aggiunge l’impossibilità di esprimere preferenze, si rinuncia ad un altro elemento – sebbene non privo di difetti – di interazione tra politici e cittadini, con i primi che almeno dovevano rendere conto al proprio collegio; tra l’altro, in questo modo, una crescita della società civile avrebbe determinato di conseguenza anche quella dei politici.
Il Pd è nato quindi nel momento sbagliato, cercando inoltre di mettere insieme componenti culturalmente disomogenee rispetto al retaggio della cultura politica italiana, segnata da Pio IX e dal Sillabo, tanto per non andare troppo lontano nel tempo. Temo che i tempi della politica siano più corti di quanto serve a questo progetto per decollare…temo.