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L’interesse dei pochi, le ragioni dei molti
Vorrei segnalare un’interessante raccolta di saggi brevi sulla democrazia, edita da Einaudi, intitolata “L’interesse dei pochi, le ragioni dei molti” a cura di Pier Paolo Portinaio e con una bella introduzione di Gustavo Zagrebelsky.
Gli scritti raccolti nel volume tracciano una storia ragionata della democrazia, con particolare riferimento al concetto moderno, ai presupposti tra le aspettative e le promesse mancate e ai rapporti tra la democrazia ed i poteri cosiddetti forti.
Molti passaggi mi hanno colpito per la loro attualità in riferimento alle recenti vicende politiche di Chiusi.
“Il tarlo che corrode la democrazia dall’interno, quando il suo principio vitale inizia ad affievolirsi, consiste in questa tendenza alla riduzione della cerchia del potere, dalla quale la stragrande maggioranza della popolazione resta esclusa, essendo convocata, quando le procedure democratiche formali sono attive, per lo più a scopo di ratifica e legittimazione, “da fuori”, di decisioni prese da altri pochi. Le condizioni attuali della vita politica, economica e culturale non fanno che accentuare la tendenza alla concentrazione. Invece, deve sottolinearsi il senso di frustrazione e d’impotenza che questa distanza alimenta, come conseguenza della principale delle “promesse non mantenute” dalla democrazia, la promessa di partecipazione alle decisioni pubbliche: scelta e controllo dei governanti, determinazione degli indirizzi politici, influenza diretta o indiretta sulle scelte collettive”.
Volendo vi si può trovare anche una traccia di soluzione:
“Poiché, infine, le oligarchie si formano nel segreto e si alimentano di segreto, democrazia è trasparenza e libertà di informazione. Una volta che queste condizioni siano adempiute, democrazia è l’onesta possibilità che, di tempo in tempo e regolarmente, cittadini liberi da ricatti, uguali e consapevoli esprimano la loro volontà e, se è il caso, si sbarazzino dei gruppi di potere che ne irretiscono la libertà pur se anche rispettando le regole d’una democrazia, ma d’una democrazia vuota, ridotta a convocazione di gente condizionata dal bisogno, non uguale, non consapevole”.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 22 marzo 2011 alle 01:06, ed è archiviato come CULTURA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
io luciano (fiorani) invece concordo con le affermazioni di daria (lottarini) sulle segreterie, perchè se è vera la teoria dell’uomo solo al comando è vero altrettanto che i silenzi delle segreterie costituiscono una colpa grave.
come ben sai luciano si può andare in fuga perchè si ha una gran gamba, ma il vantaggio può essere dovuto anche al gruppo che si guarda e non tira.
circa 13 anni fa
X Daria Lottarini. Concordo sul fatto che a Chiusi si sia creato un vuoto democratico.
Sulla responsabilità invece penso che abbia pesato in modo determinante la prepotenza e l’ambizione di uno solo.
Le segreterie dei partiti si sono limitate ad assecondare per anni questa anomala situazione e ora non sono in grado di ripristinare un clima partecipativo.
circa 13 anni fa
L’ho sempre pensato e fatto base di quel poco di ragionare politico che credo di possedere.Da sempre i sistemi che prima avevano dei contenuti democratici diventano poi oligarchici quando sfuggono al controllo della base e fagocitano anche la base stessa che spesso non si rende conto di quello che accade intorno, diventando così strumento ed uso di gruppi di potere.E’ inutile incazzarsi, succede sempre, ed è per questo che i cittadini si devono organizzare riappropriandosi di ciò che loro spetta.Il vertice per sua natura evolutiva tende a mantenere se stesso.E’ palese anche intorno a noi.Si scopre l’acqua calda, ma è così.Ed allora ci vuole decisione,che è anche rivoluzionaria dello status quo.
circa 13 anni fa
a chiusi tutto questo è attualità strettissima, mentre con grande fatica e generosità molte persone attraverso trasparenti passaggi pubblici stanno cercando di far valere quei basilari principi democratici, dentro le segreterie dei partiti poche persone vogliono decidere autoritariamente il futuro di tutti. chi ha a cuore la democrazia, prima ancora che il risultato delle elezioni, è chiamato a denunciare con forza questa prevaricazione e a fare in modo che questo non avvenga.
circa 13 anni fa
Trovo molto importante la lettura consigliata da Giorgio. Avevo già letto parti dell’introduzione del professor Zagrebelsky, anche a me sembravano appropriate alla situazione politica. Cio che le segreterie di partito non vogliono capire è proprio il vuoto democratico che hanno creato escludendo la partecipazione alle scelte collettive. E’ ora che ci riappropiamo del nostro legittimo diritto di conoscere e partecipare.