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Un’altra spesa è possibile
C’è un modo diverso di fare la spesa a cui sempre più famiglie guardano con interesse. Nella nostra zona è attivo un Gruppo di Acquisto Solidale animato da Suzie Alexander, titolare della azienda agricola Suzie’s Yard di Cetona, a cui abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.
chiusinews: Quando e perchè si è costituito questo gruppo di acquisto? La molla è stata solo economica?
Suzie Alexander: Il nostro Gruppo di Acquisto Solidale (G.A.S.) Val di Chiana Senese e’ nato nel maggio 2009. Il gruppo non si e’ mai voluto costituire formalmente, non era quello il punto della nostra attivita’. La molla e’ stata diversa per i vari membri, ma non credo fosse puramente economica per nessuno. Detto questo avendo fatto un’analisi confrontata con la statistica di ISTAT le nostre famiglie spendono uguale o meno per la spesa alimentare che non la media in Toscana, con la differenza importantissima che tutto quello che spendono va direttamente ai produttori. Le motivazioni spaziavano da chi voleva avere piu’ garanzie su qualita’, provenienza e sicurezza dei cibi che mangia, a chi voleva mangiare locale, toscano o almeno italiano, a chi voleva sostenere l’agricoltura locale, a chi voleva consumare piu’ criticamente, e a chi voleva avere un atteggiamento solidale nella propria comunita’ anche quando va a fare la spesa.
chiusinews: Quante sono le persone che partecipano? Sono le stesse dall’inizio?
Suzie Alexander: Facciamo un’ordinazione mensile e partecipano una quindicina di famiglie, con altrettante che partecipano meno frequentemente. C’e’ un nucleo di 10 famiglie rimaste sin dall’inizio ed altre che si sono aggiunte man mano. Le nostre famiglie provengono da Cetona, Sarteano, Chiusi, Palazzone e Fabro. Abbiamo fatto anche degli incontri con famiglie di Citta’ della Pieve e Montepulciano condividendo la nostra esperienza con chi vuole fare un altro gruppo di acquisto. Non e’ nostra intenzione ingrandire ulteriormente il nostro gruppo perchè diventerebbe una cosa ingestibile, pero’ siamo contenti e disposti ad aiutare altri ad organizzarsi. C’e’ anche una rete nazionale a cui rivolgersi www.retegas.org
chiusinews: Quali sono i generi che acquistate in gruppo? Dove vi servite?
Suzie Alexander: I nostri acquisti vorrebbero coprire tutto quello che occorre per fare la spesa alimentare: formaggio e yogurt, legumi, farine, marmellate e miele, olio, vino, succhi, carne e salumi. La frutta e verdura si comprano settimanalmente da diversi fornitori locali di fiducia, non insistendo sulla certificazione biologica dove non e’ necessario. Non ci siamo ancora organizzati per l’acquisto del latte e del pesce. Le aziende che ci forniscono e che ci hanno ridato un minimo di contatto con la nostra terra e l’agricoltura locale sono le seguenti:
Formaggio, ricotta e yogurt: Fattoria Pianporcino, Pienza
Legumi e farine: Az Agr Cappelli, Pienza
Marmellate: Az Agr San Benedetto, Montepulciano e Il Buon Gusto di Trequanda
Olio: Az Agr A Santaniello, Cetona
Vino: Cantine Ravazzi, Palazzone
Succhi: Fontecornino, Chianciano e Succo Mio, Monte San Savino
Carne e Salumi: Az Agr Rosalba Tedeschi, Betolle
Miele: Apicoltura Il Pino, Chiusi
Vario: Azienda Agricola Il Pereto, Rapolano, AgriBio di Frigo Marcellino, Citta’ della Pieve
Prodotti di provenienza non locale (zucchero, caffe’, te, cacao ecc): Bottega del Mondo Equo Solidale, Sarteano.
Chiusinews: Occorrono forti motivazioni per “fare la spesa in modo diverso”?
Suzie Alexander: Per la mia esperienza lo slogan di Slow Food, “Buono, Pulito, Giusto” sta prendendo forma non solo nel pensare della gente, ma anche nel fare. Per la spesa alimentare al posto della convenienza della grande distribuzione possiamo scegliere di fare la spesa slow. Noi del GAS vogliamo mangiare cibi che hanno un buon sapore, e non accettare cibi che viaggiano molto, che provengono dalla fabbrica o che sanno di niente; vogliamo mangiare cibi sani da produzione che non danneggi la terra; e vogliamo che i nostri agricoltori, e agricoltori in tutto il mondo, possano continuare a produrre guadagnando il giusto compenso per quello che fanno e non essere strangolati da una concorrenza mondiale che non ha alcuna base nella realta’ economica delle persone che conosciamo.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 18 agosto 2010 alle 00:08, ed è archiviato come AMBIENTE, CULTURA, ECONOMIA, SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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