Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Senza un vero e proprio “Piano industriale” ha poco senso parlare di turismo
Sono assolutamente d’accordo con quanto scritto dall’Ufficio Turistico. Quelle di Giulietti sono idee carine, ma che non tengono conto dell’attuale stato del nostro patrimonio e della nostra reale offerta, sia di monumenti che di servizi. Mi sembra un altro tentativo della politica di mettere bocca (in buona fede e con tanta apprezzabile buona volonta’) in contesti che non conosce affatto.
Se posso aggiungere del mio, puntualizzerei che la rete museale non esiste affatto e che se i visitatori hanno intenzione di vedere tutti i siti archeologici del territorio, si devono prendere una laurea all’Ufficio Turistico per capire come funzionano gli orari e le modalita’ di visita. Cio’ e’ dovuto alle caratteristiche peculiari dei siti e dei musei che si trovano in luoghi diversi e che pongono per loro stessa natura delle difficolta’ per visite agevoli e snelle.
Tuttavia esistono alcuni aspetti sui quali un’attenta amministrazione potrebbe giocare per rendere tutto piu’ semplice e scorrevole. Per entrare in medias res, non capisco perche’ a livello politico e amministrativo ci si sforza di fare delle proposte del tutto avulse dal contesto, quando il Biglietto Unico e’ stato sospeso per mesi: che soluzione ha propoto la politica per risolvere un problema legato a uno dei servizi piu’ importanti che Chiusi offre al turista?
A mio avviso (personalissimo) cio’ che manca di piu’ e’ un PIANO INDUSTRIALE per il turismo a Chiusi, che tenga conto delle carenze e delle potenzialita’ e che riesca a rendere economicamente e culturalmente fruttose le nostre risorse. Visto che al momento e’ un settore del tutto allo sbando (tenuto insieme con lo spago dalla Pro Loco e da pochi altri volonterosi soggetti) credo che per essere ricostruito, piu’ che di programmi campati sull’aria fritta servirebbe l’istituzione di un tavolo permanente di discussione e concertazione fra tutti i soggetti – pubblici e privati – che hanno interesse a investire nel settore. Sempre che ci sia la voglia di investirci qualcosa.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 24 marzo 2011 alle 03:28, ed è archiviato come CULTURA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
I computer possono essere comperati e usati da tutti. Tutti, però, possono ritenersi in grado di costruirne uno conoscendo perfettamente la geografia, ma non capendo nulla di elettronica?
Tutti possono parlare anche di tutto, e dare opinioni su ciò che preferiscono (a me piace parlare, discutere e confrontarmi con tutti), ma credo che nel momento in cui si voglia mettere in piedi una discussione per delineare ipotesi di sviluppo e di crescita per un settore strategico della comunità, è bene parlare a ragione veduta e discutere con consapevolezza.
circa 13 anni fa
Per Lorenzo: non c’è bisogno di essere esperti per porsi e porre domande. Credo che chiunque fra i cittadini abbia la volontà di partecipare all’elaborazione di un programma politico, o almeno di delinearne le linee generali, non dovrebbe conoscere ciò su cui ha intenzione di scrivere?
Lo pongo in forma retorica, ma la presunzione di conoscere è ancora molto diffusa. Essa è stato uno degli elementi cardine su cui ha fatto perno l’immobilismo del settore iniziato nell’ultimo paio di lustri.
Ho scritto immobilismo? Volevo dire declino.
Paolo (Miccichè), concordo che in un incontro si può discutere di tante belle cose e in maniera approfondita, ma il web è l’unico strumento che io ho per condividere opinioni.
circa 13 anni fa
Scusate, ho visto il commento di Cioncoloni solo ora. Quindi, Giorgio, se ho capito bene dobbiamo aspettare che il progetto sia completo e concreto (e magari anche finanziato)?
Spessissimo sono d’accordo con te, ma ora non ti seguo. La mia idea è che sia possibile dare delle indicazioni che possono essere diverse (dal problema del gabinetto pubblico pulito e funzionante ad una segnaletica chiara ed efficiente; dal biglietto d’ingresso al problema della visibilità di Chiusi come polo di attrazione) ma armonizzabili da addetti ai lavori. Faccio un esempio. La Carla Biscottini ha lanciato l’idea del temporary shop che, purtroppo, con un regolamento comunale come quello vigente, risulta impraticabile. Non per questo l’idea diventa “brutta”. E questa è “la politica” – seppur così vituperata -: da’ delle indicazioni che poi possono tradursi in maniera più o meno “perfetta” nella realtà (dipende dalla realtà, of course, ma anche dalla buona/cattiva politica). Inoltre, coerentemente con lo spirito delle nostre discussioni, penso che occorra/si possa riappropriarci dello spazio che finora è stato delegato. Se poi si pensa che non saremo (o sarò) all’altezza, beh, farò un passo indietro. Ma provare, ci provo sempre
circa 13 anni fa
Quindi, per portare alle estreme conseguenze il discorso di Nenci, l’acquisto di un computer è possibile solo a un informatico (magari nemmeno uno qualsiasi). E’ giusta la sua osservazione – e sui pericoli che corriamo in questa partecipazione in cui tutti parlano di tutto avrei in mente un articolo (penso che lo pubblicherò prossimamente) -, però l’opinione molto spesso è l’indicazione di ciò che di piacevole/funzionante/accogliente vorremmo trovare (o che abbiamo trovato da altre parti e lo vorremmo trasportare) qui da noi. E’ vero che molti non conoscono l’offerta museale di Chiusi ma pensa che, proprio qui in Toscana, uno degli iscritti ad un corso di cui ero docente mi domandava se Chiusi era in provincia di Roma o di Latina: la sua ignoranza della geografia non gli impediva di essere un ottimo allievo
circa 13 anni fa
Io non so cosa intenda Nenci per “partecipazione popolare”. Io intendevo, così come sono sicuro Romanini, un gruppo di analisi e di proposta realizzato da persone – operatori, imprenditori, cittadini – interessate a questa tematica. La “partecipazione popolare” potrà esserci in seguito come sensibilizzazione al problema e per far comprendere quali sono le potenzialità di Chiusi e del suo territorio. Attualmente non credo che una volta che si sappia dove prendere un biglietto il problema sia risolto; anche perchè se non si sa nemmeno che esiste un museo e che si trova a Chiusi e che è raggiungibile in un certo modo e che poi è collegato a tante altre realtà visitabili o fruibili, alla fine saperlo o non saperlo serve relativamente. Il nodo è quello di aumentare in modo consistente le visite a Chiusi attraverso una nuova offerta – anche nella Comunicazione all’esterno – e di coordinare il più possibile le strutture ricettive. Purtroppo anche nelle risposte bisogna essere schematici e quindi superficiali – compresa la presente – ecco perchè incontrarsi credo sia la soluzione migliore. Non credo abbia controindicazioni di sorta, a parte l’impiego di qualche ora del nostro tempo.
circa 13 anni fa
Stavolta Nicola non sono per niente d’accordo con te. Compito degli “esperti del settore” è far conoscere le problematiche, le potenzialità e le possibili soluzioni, sulle quali aprire una discussione aperta a tutti e dalle cui conclusioni chi amministra deve compiere le proprie scelte.
Altrimenti dimmi in base a cosa scegli chi deve discutere di turismo e chi no…
circa 13 anni fa
Vorrei proporre alcune riflessioni sulla partecipazione popolare. Essa viene percepita, da molti di coloro che scrivono su questo blog, come la panacea di tutti i mali, come l’unica strategia per risolvere ogni tipo di problema che affligge la comunità. A mio avviso non è così; almeno per ciò che riguarda il turismo. Potrei spiegarlo con molti rigiri di parole e concetti complessi, ma mi limiterò a fare un esempio. Avete mai provato, come turisti, a chiedere a un comune cittadino di Chiusi dove si trova la biglietteria del Museo Civico? La maggior parte delle volte la risposta è un’alzata di spalle. Se siete fortunati trovate l’ingresso sbagliato, se vi va proprio male vi perdete. Avete mai provato a chiederlo a un vigile? Il risultato è lo stesso (nonostante il comando sia nello stesso palazzo della biglietteria). E’ vero che il Civico risente di note carenze strutturali di visibilità e di gestione, ma vi supplico di non entrare per adesso nella polemica su questo problema. Lo spunto di riflessione voleva essere incentrato su questa domanda:
quanti di coloro che vogliono contribuire con le proprie idee al rilancio turistico hanno anche soltanto visitato una qualsiasi delle strutture museali della Città?
Questo per dire che la partecipazione popolare, perché sia necessaria e utile (e non un puro strumento di consenso o peggio di confusione e inconcludenza) comporta sacrificio e impegno, e a volte nemmeno questi ultimi sono necessari. Lo dimostra il fatto che lo sforzo e l’impegno di Giulietti, nobili e apprezzabili, non sono riusciti a tenere conto dei problemi reali sui quali bisogna concentrarsi prima di lanciarsi in parabole mirabolanti sulle possibilità di sviluppo.
circa 13 anni fa
Caro Enzo Sorbera, un grande filosofo greco ha detto: “la gattina frettolosa fece i gattini ciechi”. Per troppo tempo sono state fatte operazioni estemporanee, spesso scollegate tra loro, proprio per cercare risultati in tempi brevi che accontentassero le richieste più disparate, talvolta anche clientelari. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. E’ giunta l’ora di abbandonare la fretta per abbracciare un progetto completo, da realizzare con i giusti tempi e con le massime collaborazioni, ma che produca effetti concreti e duraturi.
circa 13 anni fa
x elisa leandri: ai cittadini devono essere offerte occasioni di confronto per fare in modo che le qualità delle persone possano emergere insieme alle loro idee, una piccola comunità come la nostra non può permettersi di fare a meno di tutte le buone energie che i suoi componenti possono esprimere, l’ho già scritto ma mi preme ripeterlo: immagina quanto sarebbe stato utile a chiusi un dibattito come quello che si è sviluppato su questo articolo otto mesi fa, invece di perdere tempo coi comunicati e i gazzettini e i veleni intorno ai nomi.
alla fine per quanto mi riguarda il sindaco poteva essere chi vuoi, non mi sarebbe interessato il nome se fosse stato frutto di un dibattito, per questo adesso da cittadino mi ferisce profondamente leggere i comunicati che stanno uscendo dal pd, nei quali si parla di dialogo, di trasparenza di voglia di coinvolgere i cittadini. voler vincere a tutti i costi va bene ma umiliare i componenti di una comunità e profondamente ingiusto
il nostro movimento, che auspica la primavera a chiusi e che porterà alla costruzione di una lista parte proprio da questo non rinunciare mai al confronto e al contributo di tutti.
circa 13 anni fa
Ah, e del fatto che ci sono le elezioni personalmente non mi importa niente: non sono un possibile candidato, e nemmeno mi interessa. Il fatto è che il blog ha preso quota negli ultimi mesi e, ovvio, con il suo potenziale polemico, la tornata elettorale è di certo un forte catalizzatore. La possibilità di misurarmi con esperienze diverse è la cosa che mi interessa di più. Se poi riusciremo a crescere fino a diventare un partner della ProLoco o di chi avrà interesse ad ascoltarci, tanto di guadagnato per noi – che avremo le nostre gratificazioni- e per gli altri – che potranno “sfruttare” un think tank (capperi, che ambizione! )
circa 13 anni fa
Io sono un semplice “iscritto” alla ProLoco però, per usare la metafora colorita di Elisa – che conosco e di cui ho sempre apprezzato l’ésprit terrible -, non essendo un “operatore” del settore, mi “sono fatto il culo” su altri ambiti. Abbiamo provato come associazione culturale a fare qualche “operazione” sempre con mille e terribili difficoltà ma anche con momenti di buona soddisfazione. Di fatto, la nostra associazione ha funzionato e lavorato sempre in ambiti al di fuori dell’istituzione (e qualche volta anche malgrado l’istituzione). Questo ha comportato certo fatica ma anche l’orgoglio di “non dover chiedere” (tanto per dare un’idea delle difficoltà in cui ci muoviamo, abbiamo un “bilancio” di una cinquantina di euro: bilancio rigorosamente in pareggio ). Quindi, oggi che ci si offre la possibilità di fare gruppo, penso che sia importante portare l’esperienza maturata (magari sarà poca cosa, ma anche i grandi viaggi cominciano con un piccolo passo). Condivido con Cioncoloni la preoccupazione del “contesto” in cui muoversi. Però è anche vero che se si aspetta l’istituzione o la rete di operatori, associazioni economiche ecc. che hanno tempi e modalità loro proprie finiremo come Vladimiro ed Estragone di beckettiana memoria
circa 13 anni fa
Io non appartengo “alla politica”. Sono un cittadino che vive sulla propria pelle la crisi e la distanza “della politica” dalla città e dalle sue espressioni. Ho avuto modo di ripetere in più occasioni che l’unica strada che vedo per uscire da questo tunnel è riprenderci lo spazio delle decisioni, ritornare protagonisti diretti mettendo insieme tutte le forze disponibili. Sul turismo certo, ma non solo. Ora però stiamo parlando di turismo e quindi insisto: è possibile uscire per 2 ore 2 dal blog e guardarsi negli occhi per capire chi siamo, cosa pensiamo, se e cosa è possibile fare insieme?
Propongo un incontro per lunedì sera luogo da decidere.
circa 13 anni fa
Primo, io non faccio la martire, le mie erano solo delle riflessioni; le mie battaglie le continuerò a portare avanti come ho sempre fatto con colore ai quali interessano, senza recriminare niente a nessuno. Secondo, figuriamoci se io voglio screditare ed evitare le occasioni si dialogo e confronto!!! Vorrei solo che questo grande interesse e amore per le ricchezze del nostro paese no si esaurisca, anche nei semplici cittadini, non appena la campagna elettorale finisce. Questo è il mio unico timore….
circa 13 anni fa
X Roberto Cannoni. La gran parte dei “rottamatori” in questi anni è stata allineata e coperta all’ombra del gran capo. Poi hanno avuto un sussulto d’orgoglio (qualcuno anche d’interesse personale), e ora (tranne qualche lodevole eccezione) in quella posizione sono tornati.
circa 13 anni fa
Cara Elisa Leandri, i cittadini parlano pubblicamente quando viene data loro la possibilità di farlo, altrimenti parlano tra di loro, in occasioni private, che non sempre vengono alla conoscenza di tutti. Non mi sembra che le ultime amministrazioni si siano sprecate nel creare occasioni di dibattito pubblico su questa, come del resto su altre questioni di vitale importanza per il paese. E dirò di più: quante volte la Pro Loco ha chiamato i cittadini a parlare dei problemi del turismo? Non si può dire, genericamente, che tutti i cittadini si sono disinteressati perché non è vero. Io sono testimone del fatto che i cittadini ne hanno parlato tra di loro, ogni volta che ne hanno avuto l’occasione, perché non potevano fare altro, dal momento che nessuno riteneva utile sentire il loro parere o avere il loro supporto forse perché si riteneva più importante parlarne tra “addetti ai lavori” o perché non si voleva urtare la suscettibilità di chi aveva la facoltà di dare o togliere la gestione dei servizi turistici di Chiusi. Alessandro Bologni, ex presidente della Pro Loco, e Mario Margheriti, suo predecessore, se vogliono, possono dire quante volte ne abbiamo parlato e quello che abbiamo provato a fare quando io ho ricoperto incarichi pubblici, sia economici che politici. Come me molti altri cittadini, di cui potrei fare l’elenco dei nomi, hanno cercato in questi anni di far sentire la loro voce, ma è stato sempre come parlare con i sordi, si finisce la voce ma non si ottengono risultati. Chiusinews, Prima Pagina e il Comitato Res Publica, in questo momento, sono gli unici soggetti a creare occasioni pubbliche di confronto, a prescindere dal momento elettorale, quindi, invece di fare i martiri o di rinfacciare presunti errori del passato a chi approfitta di queste occasioni per provare a dare il proprio contributo, cerchiamo di incoraggiare gli interventi e cerchiamo di coglierne l’aspetto costruttivo, facendo in modo che la partecipazione diventi la regola e non l’eccezione estemporanea di un particolare momento politico.
circa 13 anni fa
Tutto vero, compresi i rimproveri sul “dove eravate”; si stabilisca la penitenza ma poi si proceda guardando avanti. Io personalmente sono molto più interessato al dopo elezioni che alla fase attuale. Credo però che il passaggio attraverso una prima consapevolezza da parte della Società civile sia necessario; le istituzioni dimostrano sempre troppa viscosità quando sollecitate dall’esterno ad agire e, soprattutto, quando devono collaborare tra loro. Un esempio che ci riguarda. Ho passato mesi nel tentativo di concretizzare un accordo tra l’Istituto “Franci” di Siena (il Conservatorio di Musica in cui insegno) e il Comune di Chiusi, come base per un ulteriore ponte verso un circuito intercomunale. Non entro nel merito dei notevoli vantaggi che tutti avrebbero avuto da questa intesa. Formalmente tutti d’accordo ma poi è cominciato il percorso attuativo, funestato da passaggi estenuanti. Finalmente una Convenzione è stata redatta da uno dei soggetti ma poi si è arenata per la resistenza passiva dell’altro, con il conseguente sfilacciamento dell’accordo. Se ci fosse stato un Comitato di genitori, cittadini e operatori didattici e turistici a supportarlo, sono sicuro che la cosa sarebbe andata in porto.
Chiusi deve “destarsi” e prendere in mano i singoli nodi centrali che interessano la collettività; poi il passo successivo potrà e dovrà essere quello degli accordi tra le Istituzioni. Inoltre, per tornare al Turismo, è anche importante una vera e propria opera di informazione su tecniche e strategie che altri – soprattutto all’estero – stanno applicando con notevoli risultati. Le idee vanno nutrite con nuova sostanza.
circa 13 anni fa
Io ho sempre dimostrato il mio disappunto verso coloro che avrebbero potuto cambiare qualcosa, sia nel settore della cultura che del turismo, in questi anni. Dal mio punto di vista, credo che sia utile che nella futura amministrazione l’assessorato al turismo e alla cultura (mi auguro vivamente che vengano gestiti dalla stessa persona) sia il fiore all’occhiello della giunta; che il ruolo venga rivestito, dopo tanti anni, da qualcuno che possa fare veramente la differenza. Una persona illuminata come si suol dire…. Ed è per questo che, per una volta, non si dovrebbe guardare a chi spetta per questioni politiche quella poltrone, ma scegliere con un’ottica di merito, qualità, professionalità ed esperienza nel settore. Sarò dura, ma non mi sembra che tutti possiamo andare in giro a fare i medici, e così vale per questo settore…. non ci possiamo improvvisare assessori al turismo e alla cultura. Ma come ho ribadito molte altre volte, io di politica ci capisco poco, queste riflessioni vengono solo dalla “pancia” e quindi, a quanto pare, sono sbagliate.
circa 13 anni fa
X Luciano Fiorani: premetto che non so davvero chi voterò e che deciderò sulla base della campagna elettorale e delle prposte politiche. Se Scaramelli è il vecchio, a mio parere il vecchio si trova anche tra i cosiddetti “rottamatori”. Dentro trovo nomi che sicuramente da venti anni (qualcuno mi dice anche trent’anni) fanno la storia del partito di maggioranza a Chiusi. E aggiungo che la squadra di cui ha fatto parte per otto anni Scaramelli è stata votata per ben due volte anche dai “rottamatori”. All’epoca dove erano i rottamatori?
circa 13 anni fa
XElisa Leandri. Capisco la tua amarezza e il tuo disappunto. Vorrei però fare una considerazione e una domanda.
Tra i tanti problemi che ci sono nel nostro comune c’è anche quello dei treni, ma fino a quando rimane un problema dei pendolari e non diventa una questione di tutto il comune non penso che avranno tante possibilità di ottenere miglioramenti sensibili. Così è per ogni altra questione e naturalmente per il turismo. O diventa questione di tutto il comune o si va da poche parti.
La domanda invece è: vista la splendida prova che hanno dato gli amministratori uscenti vogliamo affidarci ancora alle stesse persone?
circa 13 anni fa
Io ci lavoro nel turismo e sono nel consiglio della Proloco di Chiusi da qualche anno; proprio in quell’ambiente insieme a Nicola e ad altri sono state fatte spesso tante riflessioni e tanti tentativi per far cambiare qualcosa a Chiusi. Ora, con una certa rabbia mi chiedo, ma dove eravate voi in questi anni??? è facile parlare in questo momento di turismo e cultura visto che siamo sotto elezioni… ma perchè nessuno di voi si è presentato alla Proloco facendo proposte??? Sono d’accordo quando dite che l’Amministrazione era completamente latitante, ma di persone che in questi anni “si sono fatte il culo” in questo settore ce ne sono diverse. Il problema, a mio avviso, è che sono state lasciate sole dalla politica, ma anche dai cittadini, sempre presi da altri interessi. Come succede a livello nazionale, l’interesse per la cultura c’è solo quando fa comodo, e spesso, chissà perchè, sotto elezioni!!! Chiaramente questo succede a sinistra, destra, centro… non è questione di bandiera ma di mentalità e sensibilità.
circa 13 anni fa
pensate quanto avrebbe fatto bene a chiusi se i mesi scorsi fossero stati utilizzati per parlare di queste cose, confrontarsi pubblicamente, sporcarsi le mani per mettere in piedi programmi condivisi, invece che gettarli al vento con i gazzettini, con i falsi comunicati stampa, con pavidi rottamatori bravi poi solo ad accordarsi per un piatto di lenticchie, il tutto solo per il nome di un candidato a sindaco, che magari adesso avrà anche il coraggio di venire a parlarci di trasparenza, di partecipazione, di voglia di confrontarsi con i cittadini.
circa 13 anni fa
Quello dello sviluppo turistico di Chiusi è un elemento talmente strategico nella crescita economica del paese che non può essere affrontato con dei semplici gruppi di lavoro a livello locale. Sicuramente gli operatori chiusini conoscono a fondo i problemi che hanno impedito un miglioramento negli anni ed è vero che i loro contributi sono stati tenuti in scarsa considerazione da un’amministrazione che non conosceva il valore dell’umiltà e dell’ascolto degli altri; però è necessario un livello di competenza di più alto spessore. Negli ultimi venti anni le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno investito notevoli risorse economiche in infrastrutture finalizzate al miglioramento dello sviluppo turistico, da sempre considerato un settore fondamentale per la crescita del paese. Tali investimenti non hanno ancora prodotto un ritorno economico adeguato perché chi ha governato ha avuto la presunzione di avocare solo a sé una strategia fatta di interventi slegati e mai inseriti in un progetto complessivo di ampio respiro, il famoso “piano industriale”. La prossima amministrazione dovrebbe finalmente capire che è necessario che tutte le forze politiche, economiche, culturali ed associative del paese devono trovarsi intorno ad un tavolo per creare un organismo che sia capace, anche richiedendo la collaborazione esterna di esperti di livello superiore, di elaborare un progetto complessivo, da realizzare a stralci e su cui far confluire tutte le risorse, umane ed economiche, a disposizione nei prossimi anni.
circa 13 anni fa
Questo, a mio parere, è uno dei temi vitali per il futuro di Chiusi vista la compresenza di una serie di potenzialità finora assolutamente inespresse. Un dato incoraggiante è che su questa tematica si sia sviluppato in questa sede un dibattito vivace, articolato e che ha coinvolto diverse persone.
Personalmente ho presentato nel corso degli anni diverse proposte a politici e amministratori di Enti, ho partecipato a gruppi di studio e come relatore a Convegni sulla gestione teatrale o sulle nuove logiche di gestione dei complessi architettonici (l’ultimo sul complesso delle Terme di Caracalla).
Il problema è sempre lo stesso. La logica della politica e del “potere” in generale non è quella di perseguire l’obbiettivo più razionale e più produttivo. Quindi capisco bene che presentarsi singolarmente ad un Amministratore con la “migliore” e la più sensata delle proposte, possa non produrre alcun risultato. Discorso diverso invece quando un consistente gruppo di persone, tra operatori, professionisti e aziende analizzano e studiano il problema, propongono soluzioni e poi le mettono all’attenzione della Comunità prima e di politici e amministratori dopo.
In buona sostanza, sono favorevole alla creazione di un gruppo di lavoro promosso dal Comitato Res Publica.
Se invierete un’email a comitatorespublica@libero.it con i vostri recapiti, vedremo di organizzare quanto prima un incontro introduttivo su questa tematica.
circa 13 anni fa
Sono perfettamente d’accordo con le ultime righe scritte da Daria (Lottarini): “L’umiltà di ascoltare gli altri, secondo me fa crescere la democrazia”. Che la piccola democrazia chiusina non sia cresciuta lo dimostra il fatto che negli ultimi anni, da parte di chi stava in trincea avendo a che fare con un settore turistico allo sfascio, si sono alzati numerosi gridi di allerta e di disperazione, purtroppo del tutto inascoltati. Possiamo discutere sullo stadio, la pensilina o su tutto quello che volete, ma la politica sul turismo ha sbagliato e adesso e’ bene che paghi i propri errori. Fa male sentirselo dire, ma e’ troppo facile porsi come soluzione, quando si e’ stati una delle cause del problema.
circa 13 anni fa
Anch’io penso che l’intervento di Carlo Giulietti fosse un semplice contributo al confronto, che per essere serio deve porre tutti gli intervenuti sullo stesso piano.
Se poi al dibattito si aggiungono interventi più tecnici e competenti, come quello di Nicola Nenci, ci si guadagna tutti. L’umiltà di ascoltare gli altri, secondo me fa crescere la democrazia.
circa 13 anni fa
Sono d’accordo con Romanini. Dobbiamo uscire da questo c…zo di web. E’ uno strumento, ci serve, ci “intriga” ma ci obbliga a non “vederci” (che faccia abbiano Cannoni o Donatelli o Luca Scaramelli o Maria Letizia Ceccuzzi io non ho idea: possibile che stiamo a 50 metri di distanza e magari, se ci si incontra, non sappiamo dirci “ciao”? La mia faccia, di sicuro, non è “bella” ma a qualcuno, forse, potrà piacere ). Tra l’altro il problema del laboratorio è cogente e urgente: possiamo pensarci con qualche uscita di “incontro”? Paolo Scattoni (Luciano Fiorani) pensaci tu!
circa 13 anni fa
Sui contenuti ci sarebbe da scrivere un trattato in 10 volumi, ma non credo sia questa la sede adatta e al momento non ho la possibilita’ di mettermi ad un tavolo e scrivere per una settimana. Ad ogni modo non c’e’ bisogno che sia io a proporre contenuti: basta parlare con qualcuno della Pro-Loco o farsi una serena chiacchierata con chiunque lavora nel campo turistico da qualche anno nell’amato paesiello. E’ una cosa che si puo’ fare in qualsiasi momento e quelle che sono le problematicita’ e le potenzialita’ emergerebbero in un attimo. Ce ne son talmente tante che si potrebbero scrivere programmi politici per i prossimi 30 anni. Per accorgersi di tutto cio’ basterebbe solamente scendere per strada e confrontarsi con umilta’. Qualsiasi cosa si voglia fare, tuttavia, non potra’ prescindere dal realizzare le opere minime essenziali e assolutamente necessarie senza le quali non abbiamo la benche’ minima possibilita’ di costruire un futuro. Siamo una ferrari alla quale vorremmo applicare un computer di bordo ipertecnologico e venderla usando le piu’ raffinate strategie di marketing, ma non ci accorgiamo che mancano le ruote. Vogliamo parlare di turismo a Chiusi? Bene: alzatevi una mattina e come un turista qualsiasi andatevi a visitare tutti i musei e i precorsi archeologici aperti al pubblico, e forse vi renderete conto di quelle che sono le problematicita’ nell’offerta culturale. Chi scrive programmi politici ha mai visitato i musei cittadini?
circa 13 anni fa
Mi sono dimenticato di rivolgere l’invito anche a Carlo Giulietti il cui articolo di qualche giorno fa, a mio avviso, costituisce un’ottima based di partenza. Oltre il web è possibile organizzare un incontro aperto per ragionare sul tema e capire quali possibili azioni o riflessioni avviare per costruire un “Progetto” sul turismo che metta a sistema le diverse risorse presenti su un territorio che, a mio avviso, non puiò coincidere con i confini amministrativi del nostro comune?
circa 13 anni fa
Nicola (Nenci) uno dei temi ricorrenti dell’assemblea di venerdì scorso è stato proprio quello della necessità di riappropriarci del nostro futuro mettendo a sistema le competenze, le conoscenze, le risorse che i vari pezzi di questa nostra collettività possono esprimere (Associazioni, commercianti, imprenditori singoli cittadini). Con il loro coinvolgimento diretto e paritetico. Proprio per farla finita con i elettorali-lista della spesa, vuoti e inutili è necessario fare quello che anche tu dici: un progetto imprenditoriale sul quale poi innsescare le iniziative perchè queste abbiano una loro coerenza e aspettative di successo. A questo punto non c’è altro da fare se non iniziare. Ci stai? (Se non ora quando?)
circa 13 anni fa
Se devo esprimere un’opinione, posso sentire 1000 campane e comunque non esaurirò la scelta: c’è sempre quella che ne sa di più. Direi che quello di Giulietti è un canovaccio – fatto da uno sprovveduto? forse cieco? forse autoritario? mettiamo pure l’aggettivo che piace – ma è un punto di avvio per la discussione. Prima di lui, qui hanno parlato con idee che trovo molto interessanti, Micciché e Storelli, Lucenti e M.L.Ceccuzzi. Lo stesso han fatto Donatelli, Sacco e Scattoni. Da ultima, la Carla Biscottini. Per tutti loro credo che si possa parlare di “soggetti profani” in materia. Ma sono tutti soggetti con idee ragionevolmente interessanti per un piano industriale per il quale, mi pare, è stata fornita la sigla ma nessun contenuto. Come vedi, ogni lama ha un doppio taglio
circa 13 anni fa
Le mie proposte sono arrivate, in passato, anche sulle scrivanie del palazzo in Piazza XX Settembre. Io adesso vivo all’estero e anche se continuo a seguire sentitamente gli eventi del paese, sono ormai fuori gioco. Spero almeno di riuscire a tornare per votare, o almeno spero che ciò valga un viaggio.
circa 13 anni fa
Per Nicola Nenci,
E allora cosa aspetti a farti avanti? Metti in piazza, reale o virtuale che sia, le tue proposte, altrimenti che primavera è? C’è bisogno di gente che porti in piazza i problemi e le possibili soluzioni e il processo non si deve esaurire con le elezioni.
Buona primavera a tutti!
circa 13 anni fa
Mi sembra che si sia ciechi, oltre che sordi.
“Secondo me quello che manca in molte persone è la volontà , prima di criticare, di ascoltare attentamente anche punti di vista diversi dal proprio”: infatti quello che è mancato, nell’elaborazione di proposte di programma, è stato il confronto con chi in materia di turismo ci si sbatte da anni. Insegnare al babbo a fa’ i figlioli, si dice a Chiusi.
“….per arrivare a tutto ciò è chiaramente indispensabile il più ampio coinvolgimento della popolazione e delle associazioni…”: questo è stato fatto, prima di avanzare proposte programmatiche? O le componenti sociali devono recepire ex post i programmi di partito elaborati a priori?
La politica di palazzo è anche questo: pensare di avere soluzioni in tasca senza mai scendere per strada e chiedere: “che problemi ci sono qui?”.
Una ricerca su internet, per vedere quali sono le opportunità di sviluppo e di finanziamento, son capaci di farla tutti, ma questo non serve a nulla se non si risolvono i problemi strutturali. Non possiamo pensare di “attuare un sostanziale sviluppo delle “logiche di rete”, intese sia come sistema di reciprocità tra territori e tra sistemi socio-istituzionali locali” se non esistono bagni pubblici dignitosi e comodi per i forestieri che ne hanno bisogno. Non possiamo pensare di sviluppare il trismo scolastico per esempio (che in parimavera è una componente importante) se non ci sono le condizioni per far mangiare un panino ai ragazzi in un posto coperto in caso di pioggia. Infine quello che non si tiene mai in conto è l’investimento in termini di materiale umano, i c.d. “cervelli” ai quali non si pensa mai, ma che per un investimento nel turismo e nella cultura sono indispensabili in termini di sapere, saper fare e di idee da propore. Io, molte delle mie idee che non è stato possibile realizzare a Chiusi, le ho usate per aiutare un amico mio a Umbertide. Tenete d’occhio cosa succederà in quel posto fra qualche mese.
circa 13 anni fa
Ci tengo a chiarire che il mio era un commento al programma di Giulietti per il turismo; pertanto non ritengo ciò che ho scritto come adatto per un articolo. Il tono, se un po’ polemico, è dovuto alla mia volontà di “rimpepare” una discussione alla quale tengo e che mi sembrava nicchiasse da qualche giorno.
circa 13 anni fa
avevo già avuto occasione di dire che il “programma” di Giulietti era molto interessante e non dovrebbe andare perduto. Peccato che sia ancora “personale”. Perchè non raccogliere quelle proposte, e anche l’ideatore delle stesse, in qualche “programma ufficiale”? Se Giulietti non è ascoltato all’interno del PD può benissimo farlo con qualche altra lista.
circa 13 anni fa
X Roberto Cannoni,”Tutte le Amministrazioni di Chiusi si sono rivelate prive di qualsiasi visione generale sul futuro economico del nostro paese sia industriale, che turistico.”
Se questa è la tua valutazione, come fai a pensare che la soluzione sia riproporre uno che in quelle amministrazioni c’è stato per otto anni con incarichi non secondari?
circa 13 anni fa
hear,hear!
circa 13 anni fa
concordo assolutamente sulle considerazioni espresse nell’articolo, il nodo fondamentale è in quello che nenci definisce un piano industriale per il turismo, l’impressione che si ha adesso è che tutte le iniziative anche le più lodevoli abbiano il carattere dell’estemporaneità, di un qualcosa che non fa parte di un progetto. e questo vale non solo per il turismo, ma evidentemente se il partito di maggioranza ha scelto per la continuità e i presunti oppositori interni sono stati messi a tacere, vuol dire che va bene così.
circa 13 anni fa
Secondo me quello che manca in molte persone è la volontà , prima di criticare, di ascoltare attentamente anche punti di vista diversi dal proprio, non solo nel caso specifico. Se si fosse fatta un’attenta lettura della scheda sul turismo e della premessa, oltre che dell’ultimo commento che ho aggiunto, probabilmente questo articolo poteva essere impostato in modo meno aggressivo e più aperto al confronto.
“…proporrei alla discussione questo documento (purtroppo a titolo puramente personale) in cui ci sono varie proposte relative al turismo, scuola ed iniziative culturali . Nelle intenzioni non voleva essere nulla di più di uno spunto, quindi come tale può essere incompleto, non privo di criticità e forse ipotesi non condivisibili”…
Premesso che solo recentemente mi sono avvicinato alla politica “attiva” e senza avere incarichi di particolare rilievo, non vede perché una personale ipotesi fatta da semplice cittadino debba essere bollata come “un altro tentativo della politica di mettere bocca…”.Tra l’altro scrivo:
“….per arrivare a tutto ciò è chiaramente indispensabile il più ampio coinvolgimento della popolazione e delle associazioni…”
“….attuare un sostanziale sviluppo delle “logiche di rete”, intese sia come sistema di reciprocità tra territori e tra sistemi socio-istituzionali locali, che come capacità di convocazione, valorizzazione e inclusione degli attori e della cittadinanza nei processi decisionali di gestione dell’assetto del territorio e della relativa implementazione delle politiche pubbliche, come attori protagonisti;….
….da stabilire tramite incontri periodici con associazioni, associazioni di categoria, imprenditori e cittadini….”
Mi pare che tra i miei spunti ci sia anche una base per costruire quello che definisce “un piano industriale per il turismo..” aggiungerei partecipato. Con tutto ciò, sono contento che il confronto sia aperto, senza alcuna intenzione polemica .
circa 13 anni fa
Aggiungo un’altra cosa: ogni volta che trovo a parlare del nostro bellissimo museo e della sua importanza con gente sia di Chiusi che di fuori, tutti sgranano gli occhi e mi prendono quasi per matto. Peccato, perché viviamo in un bellissimo posto.
circa 13 anni fa
Bell’articolo, che condivido in pieno, Peraltro, oserei affermare che tutte le Amministrazioni di Chiusi si sono rivelate prive di qualsiasi visione generale sul futuro economico del nostro paese sia industriale, che turistico. Hanno sempre navigato a vista e, infatti, Chiusi ha perso aziende, abitanti e importanza.