di Luciano Fiorani

Si è conclusa nel peggiore dei modi la breve stagione dei “rottamatori” del Pd chiusino. L’accordo sancito con la parte avversa (fino a ieri), sostengono i bene informati, è avvenuto sulla base di un precario equilibrio nell’assetto della nuova giunta: Scaramelli sindaco con due assessorati agli ex ribelli. Ammesso che vincano, come si comincia a sussurrare da più parti.

Nella nota ufficiale ovviamente si parla d’altro ma la sostanza la vedremo presto. Nella dichiarazione resa alla stampa, Massimo Giulio Benicchi (avviene sempre che a illustrare l’accordo venga mandato uno della parte che ha capitolato) parla di agibilità politica ristabilita e Carta etica approvata. Resterebbe solo da definire il percorso, per scigliere il nodo delle candidature, da portare all’esame dell’Unione e degli iscritti. Hai detto niente!

In realtà che i giochi siano fatti lo si legge nei volti e nei commenti di chi aveva sperato in un’esito diverso. La delusione tra la gente del Pd si tocca con mano, anche tra quelli che sostenevano Stefano Scaramelli, perchè cominciano a dubitare di un sindaco che si fa imporre un numero troppo alto di assessori e consiglieri dai suoi antagonisti di partito. Si ha l’impressione che la pax ceccobaiana abbia comportato prezzi troppo alti per entrambe le parti in lotta e soprattutto per lo stesso Pd ridotto ormai ad un cumulo di macerie.

Questa vicenda, tutta giocata nel chiuso delle stanze di partito e tra pochi iniziati è la rappresentazione più chiara di quello che ci si può attendere da questa classe politica. Domani, gli stessi protagonisti di questi giochi di palazzo, verranno a dirci che governeranno con trasparenza e ricercheranno la partecipazione e il confronto con i cittadini. Le solite belle promesse a fronte di pessimi trascorsi.

Ma le elezioni fugheranno ogni dubbio e saranno un bel test per questo Pd che per mesi è stato teatro di furibonde guerre interne anche a colpi di giornalate (Il Gazzettino), che ha messo il segretario nelle condizioni di gettare la spugna, è dovuto ricorrere più di una volta alla Commissione di garanzia a Siena, ed è finito sotto tutela di un “commisario senese”, che non parla in pubblico e con i propri iscritti da mesi e ora vuol far credere che non è successo nulla e che d’incanto l’armonia è stata ritrovata.

E saranno, le prossime elezioni amministrative, un bel test anche per la città, perchè stavolta nessuno potrà dire: “non sapevo, non pensavo…”. Forse è giunto davvero il momento di voltar pagina.