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Giovani, politica e videogiochi
La piccola inchiesta condotta da Luciano Fiorani sulla vendita dei giornali a Chiusi (https://www.chiusinews.it/?p=1253) mette in luce molti elementi interessanti. Uno in particolare colpisce: i pochi lettori giovani dei quotidiani d’informazione. Pochi lettori che rispecchiano lo scarso interesse per la politica. Mi chiedo però se si può dar loro torto quando il futuro della politica italiana sembra tutta imperniata sulla vendita di un appartamento a Montecarlo, se la cucina comprata in un negozio di mobili della periferia romana sia oggi in quell’appartamento oppure no. Tutte vitali vicende che ci vengono propinate nei giornali “seri” e in tutti i telegiornali da mane a sera. Chi può dunque criticare chi pensa che vi siano cose più interessanti e piacevoli da fare.?
Se poi quello stesso giovane matura la propria formazione politica interessandosi dei temi della vita pubblica locale, dove si discute di queste cose? Non certamente in maniera comprensibile nei rari consigli comunali. I partiti non organizzano dibattiti; quattro e neppure tutti pertinenti alla Festa dell’Unità. Forse qualcuno di loro ha espresso la propria opinione nel questionario del PD dove però manca una domanda fondamentale “Che cosa pensi dell’attuale amministrazione comunale?”. Se poi il giovane ha la ventura di raccogliere quello che gli “addetti ai lavori” e i bene informati dispensano rimarrà ancor più disorientato. Infatti sentirà parlare di candidature e auto-candidature che vanno e vengono, di “sapienti” equilibri ed alleanze, di vecchie volpi che dopo aver girato questo partito e quell’altro offrono appoggio (con relativo pacchetto di consenso elettorale) per un posto di vicesindaco, e chi più ne ha più ne metta.
Allora la preferenza per l’ultimo videogioco è del tutto comprensibile.
Il mio sogno per queste elezioni amministrative è che si apra un grande dibattito sui programmi e le proposte. Dopo questo dibattito (che non può ridursi a un questionario) possano naturalmente emergere, da una parte e dall’altra, i candidati delle primarie. Per chi voterei? Per un candidato anche senza esperienza amministrativa, ma con una solida preparazione, al di sotto dei trent’anni che sia però disposto dopo la sua esperienza a ritornare al suo lavoro precedente, senza nulla chiedere alla politica, ma essere semmai grato per aver avuto l’onore di lavorare per la propria comunità.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 22 agosto 2010 alle 00:04, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
E allora riscopriamola questa bella politica! Se non lo fate voi giovani questo Paese non avrà speranza.
circa 14 anni fa
Salve,
io ho meno di 30 anni e personalmente non credo che dal sondaggio sulla vendita dei giornali a Chiusi possa essere dedotto il disinteresse dei giovani per la politica per due motivi fondamentali:
ad oggi i mezzi d’informazione utilizzati non si limitano alla sola carta stampata, e se posso reperire informazioni anche un po’ più obiettive su internet ne approfitto per comodità, costi e possibilità di scelta; in secondo luogo vorrei sottolineare che anche lei ha messo in luce gli scarsi contenuti che si trovano oggi sui giornali.
Credo che il disinteresse dei giovani per la politica che lei raffigura sia sì presente, ma non così dilagante.
Quando poi parla della politica locale credo che dovremmo fare una riflessione più profonda sul termine, e non farlo diventare un sinonimo di amministrazione del territorio.
Se penso al termine politica, purtroppo, non mi viene in mente la definizione scolastica di “arte di governare la città” ma una specie di gioco di ruolo dove tutti vogliono esserci, tutti vogliono la propria poltrona da difendere a spada tratta.
Se a questo si è ridotto la politica , allora è vero non interessa neppure a me giovane; se invece mi parla di politica nel senso di amministrazione allora credo potremmo trovarne di giovani disposti a “lavorare per la propria comunità”.
circa 14 anni fa
Domenica scorsa è morto Renato Pollini che nel 1951 a 25 anni divenne sindaco di una città complicata come Grosseto. E’ rimasto sindaco sino al 1970 conseguendo risultati di ottimo livello. In urbanistica riuscì a introdurre la “perequazione” quando ancora non si sapeva cosa fosse.
Allora è evidente che il rinnovamento è possibile.
circa 14 anni fa
Allora mettiamola così. Da Rosati in poi tutti i sindaci di Chiusi (meno uno) hanno avuto incarichi politici o semipolitici retribuiti senza soluzioni di continuità Quell’unico ex sindaco dimostra che la cosa si può fare.
Per quanto riguarda i giovani al di sotto dei trent’anni che rischiano meno perché un lavoro che prevede il congedo ce ne sono (e non pochi). Altri rischiano un po’ di più, ma secondo me la cosa si può fare anche con loro.
Intanto però sarà il caso di partire dal primo passo: idee e programmi maturati tramite il dibattito. Non mi pare che per ora le forze politiche se ne preoccupino. Chiusinews.it è però sempre disponibile a dare spazio alle idee e alla discussione.
circa 14 anni fa
Quello che ipotizzi caro Paolo, sarebbe bello. Ma mi pare roba per un altro paese. Non per la Chiusi attuale.
Quanto al candidato giovane al di sotto dei trent’anni che sia disposto, dopo l’esperienza amministrativa,a tornare al suo lavoro precedente, lo voterei anch’io. Però vedo dificile il ritorno al lavoro precdente. Per il semplice motivo, che moltissimi giovani al di sotto dei trent’anni, un lavoro precedente non ce l’hanno e non hanno nemmeno la prospettiva di averlo.