di Paolo Fatichenti

Sono ormai trenta anni che qui a Chiusi Scalo (ai giardini e al campo sportivo) i pomeriggi d’agosto si riempiono del colore delle bandiere e del fracasso dei tamburi di chi prova il suo numero; del rumore sordo delle palle “volate” (perse cioè senza rimbalzo) dai giocatori che si allenano e di quello metallico del montaggio degli stand per la festa.

Ognuno cerca di dare il suo contributo e anch’io, nel mio piccolo, ci provo, sbandierando per la mia contrada (il Granocchiaio) e per il Comitato delle contrade, che riunisce sbandieratori e tamburini di tutti e cinque i rioni. Ogni giorno, nei nostri allenamenti c’è qualcosa da fare: c’è chi insegna ai nuovi qualche esrcizio per la loro prima sfilata, c’è chi prova numeri ad una o due bandiere per gli spettacoli e c’è chi sostituisce gli assenti nelle coreografie.

Al campo di terra battuta, accanto allo stadio, c’è invece chi, col bracciale di legno scavato , in una mano, si allena per la palla al bracciale, gara regina dei nostri Ruzzi della Conca. Il gioco si pratica in due squadre composte da tre giocatori e le regole sono in tutto simili al tennis. Ci sono tre categorie: femminile, braccialino (con ragazzi fino ai sedici anni) e maschile. E’ la contrada vincitrice di quest’ultima prova che si aggiudica come trofeo la conca, un bacile di rame.

La festa è molto importante per noi, perchè rappresenta un momento di forte coesione per il paese e ci offre un modo per passare le nostre giornate estive oltre che rafforzare amicizie all’interno, ma anche al di fuori, della contrada.

Il programma dei Ruzzi:

https://www.chiusinews.it/?p=1141