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Il mio addio a Sel
Quando decisi di accettare la sfida dell’allora Sinistra e Libertà, i tempi congressuali che hanno visto la nascita dell’attuale Sinistra Ecologia e Libertà erano ancora lontani. Auspicavo con forza che quell’assembramento di persone in tutta Italia desse vita ad un partito. Perché io nei partiti ancora ci credo e mi fanno paura i termini qualunquisti del tipo “la politica è tutta una m….” e, casomai, sono i partiti ad averne assunto l’odore ma la politica cosa c’entra ?
Appunto, i partiti sono fatti da persone quindi ne deduco che il problema siamo tutti noi. Questo malodore io non lo sentivo in tutte quelle persone che allora volevano partecipare alla nascita di questo nuovo soggetto. Vedevo anzi tante anime che come me credevano ancora nella forma partito con tutto il suo carico di democrazia e quindi c’era la possibilità di creare un soggetto a sinistra nuovo, libero dalle contraddizioni e dai sogni che nel novecento avevano stabilito la nascita e la rovinosa caduta del comunismo nel mondo.
Ad ottobre nasce il sospirato partito e poco dopo si profila la prospettiva, oggi rientrata (nemmeno troppo), di elezioni imminenti e i consensi al partito salivano vertiginosamente. Alcuni sondaggi davano cifre iperboliche ad un soffio dalla doppia cifra e per chi come me si è accorto di essere comunista dopo la caduta del muro la doppia cifra non l’ha mai nemmeno sognata.
Di pari passo alla situazione nazionale anche a Chiusi nasceva il partito con un congresso molto partecipato. In quel congresso successero delle cose che fecero sparire da subito molte persone ma siamo comunque riusciti a creare un programma il quale poi, a pezzi e bocconi, è stato ripreso da tutti i partiti sulla piazza, di destra e di sinistra. Abbiamo sollevato molte questioni importanti e abbiamo svelato certi altarini, insomma il primo tempo è stato in linea con le aspettative.
I problemi sono nati quando si è dovuto fare delle scelte in merito alla coalizione e qui sono venute fuori tutte le magagne e quel malodore di cui parlavo sopra è apparso forte. Sono usciti fuori i personalismi, le ambizioni personali e, di conseguenza, l’incoerenza, tutte cose che non avevano motivo di palesarsi in fase di costruzione del programma, fino a quello che per me è stato l’atto finale e che ha sancito a tutti gli effetti la mia uscita dal partito: la modifica di un articolo dello statuto di SEL che in caso di voto “difforme” in assemblea l’ultima parola spetta alla federazione competente, nel caso nostro quella di Siena. La notizia di questa modifica è arrivata per bocca del coordinatore provinciale durante la nostra assemblea di martedì 29 marzo dove si doveva votare sulla nostra partecipazione alla coalizione di centrosinistra. In seguito a questa notizia si è votato e sei compagni su dieci hanno espresso la volontà di uscire dalla coalizione.
Votazione, a quanto pare, disattesa in quanto il giorno dopo il partito, che ormai non era più il mio, si è seduto nuovamente al tavolo della coalizione ma a quel punto per me passava in secondo piano in quanto quella modifica allo statuto per me rappresentava il crollo di tutte le speranze riposte e il puzzo si era fatto ormai insopportabile. Otto mesi di lavoro inutile perché poi tanto la palla sarebbe passata nelle mani della federazione, la quale non ha mai nascosto la volontà che a Chiusi si facesse come a Siena, cioè con il PD senza se e senza ma, dando un calcio nel culo anche alle primarie, elemento fondante del partito anche per bocca di Nichi Vendola.
Quello che è successo l’altra sera è il naturale epilogo di una bella cosa finita male. Vorrei soltanto che qualcuno spiegasse ai pochi rimasti che la politica e l’attuazione delle istanze proposte si basano sul consenso e non su interessi diversi a quelli comuni e per quanto riguarda me si tratta soltanto dell’ennesima delusione, ma non mi perdo d’animo e ricomincio.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 3 aprile 2011 alle 00:57, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Infatti, ora funziona.
circa 13 anni fa
Scusate, mancava un 8 alla fine.
http://www.youtube.com/watch?v=iAUTGNIW9n8
circa 13 anni fa
http://www.youtube.com/watch?v=iAUTGNIW9n
circa 13 anni fa
se adesso si nega che anche il gruppo dei sedici non è mai esistito allora lo scorso inverno lo abbiamo passato in letargo come gli orsi, e tutto quello che è successo era solo un sogno.
circa 13 anni fa
capisco benissimo quello che prova in questi giorni stefano marcantonini, in questi mesi ci siamo confrontati spesso, non solo in occasioni pubbliche come le assemblee ma tante volte anche per strada o al bar e sempre stefano mi ha detto che comunque fosse finita la cosa a cui teneva di più era il suo partito, quindi se ha deciso di uscire da sel vuol dire che là dentro sono successe cose estremamente scorrette.
Lui e gli altri fuoriusciti da sel si sono mostrati estremamente coerenti e coraggiosi, qualità rare di questi tempi.
circa 13 anni fa
Caro Stefano, non penso che noi abbiamo bisogno del blog per scambiarci le considerazioni sull’accaduto( io ho il tuo num tel. e tu il mio), quindi ogni botta e risposta sarebbe insignificante; mi piacerebbe solo capire cosa intendi quando dici che i sedici( poi non ho capito il perchè di questo continuo riferimento ad un gruppo che nella sostanza non esiste e non è mai esistito) sono peggio degli altri. Te lo chiedo qui e non di persona solo perchè chiami in causa altri soggetti oltre me.
circa 13 anni fa
La mia non è purezza politica ma onestà e coerenza (ma sono io a scrivere male o gli altri che non sanno leggere ?) che va oltre l’ambito politico e nel mio riferimento agli altri non mi riferivo certo a te anche se credo che alla fine della fiera i sedici si siano verificati peggiori degli altri.
circa 13 anni fa
Il virus della presunta purezza politica è ormai dilagante e incontrollabile; comunque, per inciso, anche io ritengo di essere una persona onesta e coerente e la mia battaglia politica,se permetti Stefano, non è sicuramente meno leale e democratica della tua. Vedremo quale sarà più utile al Paese(considerando che io+te facciamo, comunque e sempre, due)
circa 13 anni fa
Sicuramente Paolo Scattoni non sarà mai nominato Vigile del fuoco ad honorem ma ha fatto bene a segnalare questo link.
E’ superfluo dire che non concordo con quasi tutto ma una cosa mi è chiara: per gli iscritti non c’erano alternative all’alleanza col PD, con le buone oppure imposto con le cattive….per il bene della Causa, ovviamente. Ma allora perchè fare mesi di riunioni, non era meglio i paletti metterli ai cittadini ed agli iscritti? Se volete iscrivervi a SEL, prima dovete sapere che potrete solo fare delle diligenti parafrasi di quanto è già scritto nella sacra “narrazione”. Amen.
circa 13 anni fa
Non vorrei buttare altra benzina sul fuoco, ma mi sembra interessante proporre alla vostra attenzione l’articolo di tal Cannamela che mi dicono essere un dirigengte di SEL a livello provinciale.
circa 13 anni fa
Ridurre la questione al veto su Stefano Scaramelli mi pare troppo semplice. Io non ho assolutamente niente contro Stefano, persona che conosco da una vita e con la quale ho anche lavorato ad alcune cose insieme durante il mandato comune. Mi sembra di aver spiegato bene nel mio articolo quali sono state le motivazioni che mi hanno spinto ad uscire dal partito. Comunque, relativamente alla mia posizione critica riguardo la coalizione, durante il mio intervento in assemblea ho chiesto che il partito si sganciasse dal PD perchè il modo in cui è stata gestita tutta la fase politica degli ultimi mesi è a mio avviso deprecabile. Ritengo che il nome di Stefano doveva essere superato 1) perchè non è mai bello quando la candidatura a ricoprire cariche proviene da un volere personale contro tutti e tutto; 2) perchè, per quanto persona capace, non rappresenta certo una discontinuità con la passata legislatura. Su questa cosa alcuni esponenenti del tuo partito, compreso te, hanno fatto una battaglia che si è protratta per mesi, ingessando tutta l’attività politica del comune, salvo tornare indietro e accettare la candidatura di Stefano. In cambio di cosa poi lo vedremo. Nel frattempo ci sono state giornalate, querele, colpi bassi di ogni tipo che hanno relegato la questione politica agli ultimi posti con un danno a mio avviso a tutta la comunità. Ecco per questi motivi la coalizione non doveva essere portata avanti. Ma stai tranquillo che se l’assemblea avesse deciso per la coalizione, io mi sarei accodato al volere democratico dei compagni e avrei continuato a lavorare per il partito pur se in posizione critica. Ma così non è stato in quanto l’assemblea ha votato contro e contro il volere dell’assemblea hanno continuato a sedersi al tavolo della coalizione avallati dagli organi provinciali. L’epilogo finale, con un assemblea che ha visto parenti e persone mai intervenute o meglio, intervenute solo quando c’era da spostare il volere dell’assemblea da una parte piuttosto che da un’altra, ha sancito la morte della democrazia in quel partito a scapito di interessi ed ambizioni diverse e personali. Della questione dello statuto ho già parlato. Ecco, quindi pregherei di non semplificare eccessivamente e di scindere il mio giudizio sulla coalizione con l’atteggiamento del mio partito che ha portato alle mie dimissioni. Per quanto riguarda il puzzo e il profumo beh… a molti piace l’odore o puzzo della benzina; ad altri piace l’odore o il puzzo della gorgonzola. I puzzi non sono per tutti uguali e questa storia ne è la dimostrazione. Di certo io mi ritengo una persona onesta e soprattutto coerente. Altri forse dovrebbero farsi un esame di coscenza.
circa 13 anni fa
L’unico appunto che posso fare al tuo ragionamento, Stefano(Marcantonini), è che non si capisce come mai la pregiudiziale sul nome di Stefano Scaramelli, non è stata posta, da SEL, già dal primo incontro di coalizione. Perchè il problema è quello, non programmatico. Penso che sarebbe stato un elemento di grande chiarezza se si fosse detto, da subito: “noi siamo pronti a riconfermare la nostra adesione alla coalizione ad una condizione: Stefano Scaramelli non deve essere il candidato”. Invece è stata sbandierata la celerità nella elaborazione del programma e raggiunto l’accordo su quello si dice(da parte di alcuni di SEL): adesso vi diciamo anche chi dovete candidare; mi sembra troppo per una forza che ha circa 20 iscritti. Sinceramente io mi sarei aspettato l’indicazione di un candidato, vostro, da contrapporre in elezioni primarie, al candidato del PD e questo sarebbe stato, anche per noi, elemento di stimolo non indifferente. Perchè se insieme al programma aveste presentato anche un vostro candidato, sarebbe spettato a noi l’onere di fare altrettanto e dico questo non per discolparmi dal nostro contorto percorso. Sono personalmente dispiaciuto per la tua scelta, in quanto ritengo che il tuo spirito comunista(come l’hai definito tu), sarebbe stato molto utile all’interno delle dinamiche di confronto in coalizione. La speranza è che ora, anche tu, non ti metta a ricordarci quanto siamo puzzolenti noi e puri e profumati voi.
circa 13 anni fa
Caro Stefano (Marcantonini) , concordo con la tua analisi sull’importanza della Politica e fu anche il motivo che, a suo tempo, mi avvicinò a SEL motivandomi ad impiegare idee e tempo nella prima stesura del Programma. Delle persone che individuarono quei contenuti dell’azione di SEL, così tanto apprezzati, non è rimasto più nessuno; non certo coloro che oggi hanno operato la scelta di coalizione pilotata da Siena e che con indifferenza e in parte con riluttanza, avevano accolto alcuni dei punti programmatici più “pericolosamente” di Sinistra.
La richiesta di Discontinuità – emersa sia dai questionari del PD che da molti dei partecipanti alle assemblee SEL – è stata totalmente disattesa.
Quello su cui non concordo è che i segnali non fossero già evidenti nel modo con cui – proprio al Congresso fondativo e nonostante le premesse dichiarate – i simpatizzanti furono da allora emarginati. Un brutto segnale, quando ci si ritrova in dieci e quando una nuova idea di Partecipazione viene sbandierata come l’anima di una nascente formazione politica. Credo quindi che, visto lo stato in cui versano tutti i partiti, il problema non sia solo nelle persone ma nella necessità di ripensare anche le modalità per cui – diversamente dal passato, quando i numeri degli iscritti erano consistenti – bastino oggi poche decine di persone, impermiabili all’esterno, a decidere le sorti di una Comunità.