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Questi partiti non servono più
I partiti politici hanno esaurito la loro funzione storica? A Chiusi sono in molti a domandarselo in questo tempo di fermento che precede le elezioni amministrative di metà maggio. Il pullulare di liste civiche o pseudo tali, la divisione e la confusione che regnano sovrane nel partito di grande maggioranza costituiscono lo specchio fedele della situazione nazionale e denunciano palesemente la crisi generale del sistema partitico.
Maritain lo aveva detto già nel 1947: un grande errore della nostra cultura è lo scambiare i mezzi con i fini. Il fine della politica è il bene comune ed i partiti sono mezzi, diversi gli uni da gli altri a secondo delle prospettive e delle strategie da seguire, per raggiungere il fine ultimo. Nel corso della storia, ed in particolare negli ultimi decenni, i partiti, smarriti gli ideali di fondo, sono diventati centri di potere e di spartizione di ricchezza fine a se stessi, la politica è diventata una professione ed i politici una casta, il bene comune è scomparso e con esso la vera democrazia.
Una conferma nazionale dell’ipotesi sull’esaurimento della funzione storica dei partiti l’abbiamo con l’avvento di Berlusconi ed il successo crescente della Lega. Berlusconi ha intuito l’importanza di saper andare al di là dei partiti e Bossi ha visto come vincente il localismo, la vicinanza ai cittadini e la colmatura della frattura venutasi a creare tra popolazione e partiti politici. Da più parti si avverte l’esigenza di ritornare ad una politica di ampio respiro, ispirata da grandi valori, portata avanti da persone che considerino il loro operare una missione finalizzata al bene comune.
Il primo passo verso una rivoluzione culturale di questo tipo potrebbe essere quello di credere che tutto questo sia possibile. C’ è, in questo senso, una struggente nostalgia di speranza. Utopia o intuizione dei segni dei tempi? Politica del popolo o politica dei partiti? Crisi profonda o crisi di crescita? “Ci vuole coraggio” era il titolo di un libro scritto da alcuni giovani del Trapanese che volevano ribellarsi alla mafia.
Ci vuole comunque coraggio e speranza per inventare e seguire soluzioni nuove. Ci vuole coraggio per andare controcorrente ed invertire la marcia. Coraggio e pazienza per saper aspettare. C’ è bisogno in definitiva di persone libere dentro. Libere da compromessi, brama di potere, libidine di carriera, interessi personali, e capaci quindi di liberare la politica da intrighi, burocrazia, apparenza e renderla da seriosa seria, leggera, possibile di quel sorriso che rende umana la vita.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 7 aprile 2011 alle 02:04, ed è archiviato come CRONACA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
E’ un problema attuale e irrisolto: la forma partito, per come l’abbiamo conosciuta finora, sconta una crisi profonda, cui il PD, ad es., ha cercato di rimediare col gesto fondativo di un partito “liquido” – nell’accezione che al termine da’ Bauman -. E’ stato fatto un grave errore, scambiando la teoria con la realtà. E’ evidente quindi che occorre ripartire da dati di fatto concreti: forme di aggregazione nuove come blogs e microblogs alterano lo scenario, accelerando esponenzialmente sia la circolazione delle idee sia la loro “risonanza”. Purtroppo, di questi strumenti si sta impadronendo la destra.
circa 13 anni fa
Gli attuali partiti, ridotti a parodia di se stessi sono oggi uno dei maggiori ostacoli alla democrazia nel nostro paese.
Negare l’evidenza non è un esercizio intelligente.
Servono i partiti? Certo che si, ma non questi.
Vanno inventate forme nuove di aggregazioni organizzate funzionali alla partecipazione e in linea con i tempi.
circa 13 anni fa
Se quei partiti che dovrebbero essere l’antidoto al berlusconismo ne diventano – almeno in certe manifestazioni – seguaci, quella strada mi sempre preclusa. Poi si può anche far finta di non vedere ma, appunto, quale responsabilità ebbe la fiacca borghesia liberale rispetto alla nascita dei totalitarismi novecenteschi? Il conservatore Scattoni ha creato un Blog innovatore, il Comitato Res Publica – dopo le elezioni – continuerà il suo cammino di aggregazione propositiva della Società civile; La lista Primavera di Chiusi è un tentativo di Lista civico-politica che potrebbe anche diventare un esperimento nel quale i politici, monitorati appunto dalla società civile, vengono tenuti lontani dalla tentazione autoreferenziale e sono soggetti a salutare ricambio; un ricambio che possa anche vederli tornare in fasi successive a dare il loro contributo ma che ne spezzi la continuità che, abbiamo visto, tende a produrre centri di potere oligarchici. Sul fatto invece che questi partiti possano autoriformarsi, nutro grandi dubbi.
circa 13 anni fa
I partiti non sono in teoria un obbligo in un sistema democratico. Vorrei però fare un ragionamento generale per poi arrivare alla situazione di Chiusi
Sono per carattere un conservatore. Mi chiedo se il rifiutio dei partiti sia in questo momento la cosa più giusta. Il berlusconimo potrebbe rappresentare un pericoloso precedente per l’intera Europa, così come lo fu il fascismo che poi fu determinante per la nascita di altri movimenti come il nazismo con tutte le conseguenze che sappiamo.
Torniamo allora a Chiusi. Quello che oggi dobbiamo chiederci è dove svolgere la nostra attività politica qui per fornire il nostro piccolo contributo.
Non ho risposte, ma è questa secondo me la vera domanda da porsi.