di Paolo Giglioni

Io credo che venerdì, a Torino, si sia fatta in parte giustizia per la memoria di quei morti sul lavoro alla Thyssen Group, l’emblema delle profonde ingiustizie che vivono ancora nella nostra Italia.

Quella del Tribunale di Torino è una risposta forte a chi pensa che la sicurezza nei luoghi di lavoro sia un lusso che la nostra economia non si può permettere (vedi Tremonti al Convegno di CL a Rimini 2011, quando parlava di legge 626 ).

Una sentenza “esemplare”, in grado di fare “giurisprudenza e di essere utile per tutti gli altri processi sugli infortuni sul lavoro” . Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo del 6 dicembre 2007 nello stabilimento Thyssen di corso Regina Margherita a Torino, ha detto “ieri e’ stata scritta una pagina importante”.

Si parla tanto di Giustizia e dei suoi ritardi, in questo caso ha funzionato benissimo !!!


Io sono un operatore di Vigilanza ed ispezione del Servizio Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro della USL 7 di Siena ed ho visto alcuni morti sul lavoro.

Credetemi non ci si abitua mai a questi drammi!

Al fatto che uno la mattina si alzi per andare a lavoro, per guadagnarsi un pezzo di pane amaro e poco e rischiare di non ritornare a casa.

Io non sono un forcaiolo, comprendo le difficoltà di molti piccoli imprenditori come gli artigiani  che rischiano anche loro insieme a chi devono tutelare, comprendo che la morte di un lavoratore è sempre una sconfitta per tutti. In primis per noi ! Comprendo anche che le leggi tante volte in merito sono complesse e di difficile applicazione per il mondo delle imprese che in Italia è fatto di micro imprese.

Però nel caso della Thyssen no, tali ragioni non sono giustificabili.

Non si può monetizzare la salute dei lavoratori è un principio sancito dall’art.32 della Costituzione !