Fra i commenti ho trovato questo lungo testo. L’ho trasformato in articolo anche se non conosco l’interlocutore. Vi sono alcune notazioni interessanti che possono aiutare il dibattito (PS).


di Benedetto Cairoli

Carissimi chiusini,

con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso degli anni. Fatalmente, la mia vita politica si svolge non più su terre di Chiana ma su altri lidi, malgrado questo leggo il blog per una sorta di attaccamento alle origini, con rammarico noto che la vicenda elettorale si sta trasformando in un dibattito sulle vicende politiche e personali dei vari commentatori.

Non so quanti di voi si ricordano il Somnium Scipionis di Cicerone, per chi non lo conoscesse o non se lo ricordasse, ve lo riassumo brevemente. Scipione l’Emiliano sognò suo nonno, Scipione l’Africano, che gli mostrò le sue glorie future, ma la parte interessante del sogno arriva quando l’Africano gli dà visione delle sfere celesti spiegando che il premio riservato dagli dei alle anime degli uomini politici virtuosi sarebbe stato l’immortalità dell’anima e una dimora eterna nella Via Lattea.

Questa piccola parabola è emblematica sotto molti aspetti: intanto è priva di quel politichese spicciolo e mal formulato che in queste pagine si vede scritto ma la cosa che ancora di più ci dovrebbe dare da pensare è l’approccio schiettamente maturo e super partes che Cicerone ci offre. Cari ex concittadini, il nostro paesello è stato amministrato male, questo lo sappiamo tutti, il senso di morte dell’anima che aleggia per le strade del centro è solo un segnale della vacuità che è insita nelle scelte fintamente ideologiche che sono state fatte dalle amministrazioni passate, amministrazioni, che a mio modesto avviso, avevano ben poco dell’ideologia di sinistra e molto di quel berlusconismo che ormai sta piagando anche una ridente cittadina come la nostra.

Gli attacchi personali, l’accanimento contro una sola voce che parla fuori dal coro, l’indagare sulle vite politiche delle persone sono solo alcuni dei mali che voi stessi state facendo al nostro paese. Io ho sempre sostenuto, nel mio piccolo, che l’ideologia di partito dovrebbe restare fuori dall’amministrazione di un paese come Chiusi. Bisognerebbe che voi tutti riusciste a fare un piccolo sforzo e uscire dal bigottismo che vi lega le mani e riuscire a trovare un’unione di intenti che possa essere salubre e dignitosa per la Res Publica, per il bene comune. Malgrado io non sia più parte della vostra comunità, leggo, con rammarico, che le questioni importanti del paese rimangono una marginalità: si parla di uno stadio (è il problema reale?), si parla di tante cose ma non di quello di cui dovreste parlare: Chiusi. L’imparzialità, cari signori, è una bestia rara, una chimera, nella politica italiana, anche in quella piccola di Chiusi, e ben pochi riescono ad essere così aperti e leali da presentarsi dal nemico per stringergli la mano. Trovo sconcertante il dato, peraltro trascurato nella discussione, che nessuno delle liste opposte si sia presentato alla presentazione della lista dov’è candidata la Signora Martinozzi, non solo perché c’è dello snobismo politicista ma anche perché è forte indice di poca conoscenza della strategia marketing/politica: conosci il nemico se vuoi eliminarlo è un caposaldo di ogni tattica di guerra. Riguardo proprio alla Signora Martinozzi, mi spiace che sia voluta scendere a scrivere dati ovvi e poco formanti: Gentile Signora, se chi ha peccato non si può pentire ma deve scontare sempre l’onta dei propri errori non esiste neanche più la pietà e la cristianità… Che ognuno si evolva nella maniera più opportuna, magari anche rendendosi conto dei propri errori. In questo il Signor Fulvio Barni è stato chiaro: volersi sdebitare per aver rubato, e molto, il futuro alla nuova generazione.

Riguardo agli altri, mi sembra che gli attacchi alla signora siano non solo inopportuni ma estremamente poco rispettosi nei confronti di qualcuno che ha fatto semplicemente notare che non ci si può porre come paladini di un sistema che si è per anni incoraggiato e appoggiato, sarebbe più dignitoso stendere un velo (pietoso, diciamolo pure) e andare avanti con i propri progetti. E con questo mi riferisco anche alle battute poco simpatiche del Signor Andrea Benicchi o alla demagogia poco fruttifera del Signor Paolo Miccichè. Sia chiaro, non ho giudizio negativo su nessuna delle persone citate, ma ho solo voluto fare degli exempla per far capire il mio pensiero e spero che, malgrado le mie dure parole, scaturite più dalla tristezza che dal disprezzo, si capisca che il mio intento non è l’attacco ma l’accordo.

L’invito mio è quello rivolto ad ogni utente, di ogni fazione politica, di riflettere e moderare l’astio infausto che trapela dai commenti e di concentrarsi di più sui temi di rilancio e di crescita.

Voglio chiudere questo mio intervento ricordando a tutti che la buona politica non è di destra o di sinistra ma è la politica di comunione, quella politica che porta l’amore in un posto dove tutti dobbiamo vivere, è l’intelligenza che fa la differenza.

Buon voto a tutti.