Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Con la cultura non si mangia? Un fatto tutto italiano, anzi chiusino…..
A tale domanda si potrebbe rispondere con un invito : guardatevi intorno e vedrete mille ricchezze
accumulate dalla vostra storia millenaria , creazioni dell’ingegno umano , creazioni dell’arte e della fantasia operante e mirabile di centinaia di migliaia di uomini le cui opere sono arrivate fino ai giorni nostri e fanno bella mostra non solo nei musei di tutto il mondo, nostri compresi, ma anche nelle strutture delle città d’arte, nelle lontane mura di piccole cittadine, magari gioielli architettonici ed epitaffi di un tempo che non ritorna.
L’incuria spesso è una falcidia per tali opere e si registra soprattutto in tempi di crisi come quelli che viviamo.Magari la destinazione di fondi nella limitatezza delle risorse viene assegnata a stadi e campi sportivi, piscine, e sagre paesane –ce ne sono a migliaia in Italia-ma quanto a cura del nostro patrimonio culturale abbiamo costantemente davanti a noi la considerazione che tale patrimonio non possa produrre ricchezza oppure la possa produrre in maniera molto limitata. Meglio dunque investire in stadi, rotonde per la viabilità, pensiline e via dicendo. Sarebbe forse troppo pretendere dai nostri politici la lungimiranza necessaria ad organizzare eventi culturali e ristrutturazioni di opere che stanno andando a detrimento e che lo stesso tempo consuma inesorabilmente ? Cosa lasceranno questi amministratori degli anni 2000 ai loro posteri ?
Cosa risponderanno gli insegnanti dei nostri futuri nepoti alle domande dei loro studenti quando chiederanno i motivi della mancanza di energie economiche e nello stesso tempo si trovavano risorse e tempo per i Ruzzi della Conca, per le feste dell’Uva o del Palio dei Somari o dei Palii dei Terzieri (tanto per cadere vicino ) ? La risposta a tutto questo è tragicamente culturale e purtroppo non ci si discosta dal contenuto della ‘’Pagnotta’’che riesce ad essere fruita in tali occasioni solo da poche categorie di commercianti ed albergatori , ma non dai semplici cittadini.
Paesi mobilitati con i loro abitanti attorno alla creazione di carri , di scontri agonistici inventati spesso dal nulla o quantomeno con una inconsistente motivazione storico-culturale per rispondere con la bravura ludica alle sfide della opposta fazione.La gente viene coinvolta , non impara nulla dall’esperienza della vita e dalle occasioni che tali confronti forniscono, ma è distratta e nello stesso tempo impegnata a calcare il teatro del protagonismo, sentendosi costruttrice di qualcosa di collettivo che si basa sul nulla assoluto.
Se le risorse fossero invece impiegate nel coinvolgimento e nella conoscenza di come valorizzare le numerosissime opere d’arte e potenzialità in esse contenute, il territorio si aprirebbe alla gente ,al flusso turistico di grande qualità e si potrebbero mettere in campo tutte le sinergie di un territorio magnifico, collegandole le une con le altre in maniera produttiva per 365 giorni all’anno, tirando fuori- e questo è uno dei lati più positivi e più proficui- le potenzialità contenute in ognuno di noi, depositari del passato di una peculiarità speciale legata alla storia incredibile del nostro territorio che si dipana attraverso decine e decine di secoli.
E’ questo e non solo il cammino che dovrebbe percorrere chi sarà deputato ad amministrare Chiusi
dopo la metà di Maggio.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 19 aprile 2011 alle 00:13, ed è archiviato come CULTURA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Ho ”scatizzato” un vespaio ? Bene, c’è gente che si è sentita toccata nell’intimo ? Ancora meglio.Ho detto che non voglio esssere detrattore di nulla e sò benissimo che le risorse sono minime per tali associazioni dei terzieri.Non voglio distruggere nulla, ho detto solo che in periodi di scarsità di risorse mi sembrerebbe più logico destinare tali risorse a cose più proficue delle feste dell’uva e della porchetta e lavorare con la stessa alacrità e partecipazione attorno a nuovi progetti per lo sviluppo che non siano ”le corsa dei carretti”, perchè ribadisco la gente deve imparare ad essere sociale lavorando attorno a nuove forme di socializzazione , progettazione per il benessere di tutti. E’ più difficile e le resistenze ci sono e ci saranno soprattutto da parte di quei contenitori dove la gente è stata tenuta per decenni proponendo spesso l’inservibile od il servibile per cert’uni solamente. Altra cosa ben diversa e di diversa natura è l’assistenza al bisogno ed il volontariato per chi ne abbia necessità di fruirne.Lì passa il riconoscimento umano e sociale anche della coesione della comunità, e nessuno lo vuole sconvolgere, ma deve essere sempre più reso patrimonio di tutti a cominciare dal suo controllo e supporto.
Con molta modestia, ma se rileggete bene il mio ”post” senza farvi prendere dalle palpitazioni forse vi accorgerete che quello che ho detto potrebbe essere invece molto necessario.La valutazione della nostra meravigliosa storia e cultura si fa non tanto
facendo correre i suini e lottare per la palla al bracciale ma cercando di concertare insieme e lavorando su progetti per un turismo ed un allargamento della conoscenza che esca dai limiti angusti del paese e vada verso forme di sinergia con gli altri paesi del territorio.Le consorterie ludiche non riflettono le potenzialità di un paese e della sua gente, se pur debbano esistere.
circa 13 anni fa
I “sassi” sono elementi della cultura materiale, ovvero i risultati di azioni umane (e non) che si sono stratificati nel tempo e che testimoniano la vita, le attività e i pensieri di generazioni che sono scomparse. Tutto ciò rappresenta il nostro patrimonio, ma non solo. I “sassi” riescono a parlare se ci sono persone che riescono a renderli vivi portandoli alla luce, conservandoli, studiandoli e valorizzandoli. Non dobbiamo puntare solo sulle “cose”, ma anche e soprattutto sulle persone, che sono il vero valore aggiunto di una comunità che non vuole morire assieme alle proprie glorie passate. L’uomo è parte integrante del proprio patrimonio e della propria ricchezza e la cultura umana, che va gelosamente preservata e valorizzata, è fatta anche dei fenomeni nei quali si manifesta, ovvero le feste popolari e i “revivals”. Essi sono esempi aberranti di modernità, più che di vere tradizioni, (antropologicamente parlando, s’intende) ma è il modo che ha una comunità per sentirsi unita nella celebrazione di sé stessa, ed è quindi importante conservarli, al pari delle gloriose pietre, perché la comunità non si sfaldi. Se poi le c.d. trazidioni non sono vere tradizioni ancora meglio: c’è più lavoro per gli studiosi che se ne occupano.
circa 13 anni fa
Argomento arduo che investe la natura di noi chiusini. Oltre che pericoloso se viene affrontato in modo superficiale come, stranamente, Carlo lo descrive. Io non dividerei le questioni tra cultura alta e cultura bassa. Io la dividerei in attività che coinvolgono maggiormente la socialità del territorio e altre che investono quella economia della cultura che purtroppo a Chiusi non esiste. Nel mezzo ci sta tutto e perfettamente integrabili tra loro. A Chiusi esistono da molti anni dei momenti di aggregazione come la festa delle contrade, la festa dell’uva, i festeggiamenti di Santa Mustiola, il carnevale dei ragazzi, i ragazzi in gamba, il fondo di porsenna, etc. Tutte queste feste non trovano il loro momento più alto nella settimana del loro svolgimento ma piuttosto nei mesi che precedono gli eventi, quando tante persone che vivono una comunità si ritrovano per progettarle, mettendole in piedi al massimo delle risorse disponibili, sia economiche sia di energie personali. Ritengo però che la presenza dell’ammnistrazione comunale nello sviluppo e realizzazione di questo non debba essere invasiva ma soltanto di supporto. Ecco, questo supporto, anche per esperienza personale, negli ultimi anni non c’è stato, a causa dello svilimento dei rapporti personali che è reale e va ribaltato. Le risorse economiche che il comune profonde per queste iniziative deve trovare spazio in un capitolo dedicato alle attività dell’associazionismo, al fine di svilupparle degnamente. Queste sono attività consolidate nel tempo a Chiusi ed è giusto che abbiano il loro spazio predominante. Come amministrazione comunale è giusto che si ricavino tuti gli anni dei fondi per il loro sviluppo; le associazioni per contro hanno il compito di sviluppare queste iniziative dando un valore aggiunto che in primis dovrebbe essere quello della massima partecipazione, dall’altro l’aspetto qualitativo e di crescita, e non fermarsi di fronte ai pochi soldi che dal comune possono arrivare. Le idee spesso sono più importanti dei soldi. Sagre della bistecca o del raviolo non possono e non devono interessare l’amministrazione comunale.
Diverso è il discorso sullo sviluppo dell’economia della cultura dove per realizzarla e per ottenere un ritorno in termini di occupazione (perchè di questo si parla) c’è bisogno di investimenti cospicui e di figure professionali che sappiano mettere a sistema quanto di importante esiste nel nostro territorio. Io credo che tali figure si possano reperire nel territorio stesso, diversamente ci si rivolge altrove, nella speranza che certi miei concitadini non manifestino atteggiamenti già visti in passato nei confronti dello “straniero” che arriva a Chiusi a gestire la cosa interna. Oltre a tutto questo c’è bisogno di attivare relazioni con i nostri vicini di casa al fine di ottimizzare un offerta che altrimenti sarebbe carente. A Chiusi abbiamo bisogno delle associazioni e dell’amm.ne comunale. L’importante che si comprenda quali ruoli competono a chi e soprattutto il lavoro deve essere di squadra.
Se poi qualcuno si dovesse lamentare perchè a Chiusi ci sono troppi turisti, oppure perchè quel bar fa musica dal vivo fino all’una di notte, o ancora perchè le cantine durante la festa dell’uva stanno aperte fino alle cinque, pazienza. Si tratterà di qualche voto in meno alle prossime elezioni ma almeno il paese sarebbe un pò più vivo di adesso.
circa 13 anni fa
Non credo che, lei, conosca l’età media dei componenti dei terzieri e, credo, anche delle contrade…. Ne fanno parte moltissimi giovani e giovanissimi che ne fanno un ritrovo, e ringraziamo il cileo che esistono posti e luoghi come questi…. Cosa farebbero questi nostri ragazzi, dove andrebbero nella nostra bellissima chiusi???? sarebbe più bello vederli vagabondare sbandati per le strade del paese???? Evidentemente non ha mai vissuto una realtà di contrada…. La invito a partecipare… Si ricrederà…. Per terminare, e visto che il problema da lei proposto erano le sovvenzioni, le farà piacere sapere che come terzieri percepiamo le briciole a fronte della spesa che sosteniamo ogni anno ad organizzare le feste che nelle due occasioni riempiono il paese di gente… Ma il guadagno a cui puntiamo è quello personale e la nostra ricompensa è lo stare insieme…
circa 13 anni fa
Carlo (Sacco) l’esempio di Siena mi pare invece significativo. Intorno alla vita delle contrade ci sono attività che dall’esterno non si percepiscono, come ad esempio la socializzazione dei bambini e dei ragazzi, molto ben organizzata. Poi si potrebbe disquisire a vita che magari è colpa di questa organizzazione le gravi distorsioni che avvengono in quel contesto (fondazione, etc.). La coesione sociale di quel contesto non può però essere negata.
circa 13 anni fa
………io leverei il “certamente” e aggiungerei…..se le menti saranno capaci di fare, LETTERALMENTE, una rivoluzione mentale.
circa 13 anni fa
Non mi sembra nè che spuntino leghisti nè che si recuperi coesione vestendosi da contadini e sfilando nelle piazze sui carri mangiando porchetta….non misuro la cultura alta e la cultura bassa da queste forme, cerco e mi sforzo di andare oltre in un mondo che è globalizzato e che mette tutti- dico tutti- alla prova per ”sopravvivere” forse è il verbo che più si avvicina.Nessuno vuole dimenticare le tradizioni e le peculiarità ma nella società globalizzata in cui noi siamo chiamati anche contro nostra volontà talvolta ad affrontare sfide ciclopiche mi sembrerebbe migliore il viatico che non passi attraverso forme di localismo i cui valori-ripeto- quelli di cui si parla li ritengo basati su ben poca cosa.Poi anche coloro che lo vogliono in senso autonomo lo possono e sono liberi di produrlo, ci mancherebbe….Ad Alessandro: in effetti ero sicuro che avresti detto qualcosa nel senso che non condividevi e credo che ci debba essere spazio per ogni cosa, compatibilmente però con le esigenze di tutta la comunità, se si esce dalle priorità si scade in un livello che ritengo non possa produrre ciò che serva a Chiusi..Lo stare insieme è sacrosanto Alessandro ma non esiste ”lo stare insieme” impostato sulla genericità.Lo stare insieme è per vincere le sfide del futuro e non si vincono nè con le partite di calcio nè con i ruzzi, nè con i terzieri, ma si vincono stando insieme sì, ma per organizzare i nostri modi di esplicitare la nostra cultura e parlare , studiare e realizzare la vera socialità e lo scambiarsi esperienze.Mi sembra strano che tutto ciò si realizzi costruendo carri e mettendoci sopra persone
ed affibbiando loro un significato che senz’altro hanno, ma comunque lo ritengo ben poca cosa rispetto a tutto il resto che i giovani soprattutto potrebbero fare. Quanto al Sig. Bianconi posso rispondere che mi basta vedere quello che si realizza a Chiusi e non credo di essere un detrattore.Il Palio di Siena che affonda le radici nei secoli e nella cultura di una città pur con le centinaia di migliaia di turisti che vengono da tutto il mondo, lo ritengo un ”barbarico relitto” non tanto per quanto succede fra i cavalli, i fantini , le contrade ed i loro abitanti , ma per quell’agone che ne stà dietro che è alla base della distorsione delle menti nell’anacronismo di una società globalizzata e che sà anche sfruttare queste tensioni per poter sopravvivere,figuriamoci Chiusi… Sò che sembro sicuramente presentuoso poichè il mio è un giudizio tagliente, ma per chi conosce Siena e quanto ne stà dietro fabbricherei un museo dotato di una bella vetrata e lo lascerei all’ammirazione dei cittadini del mondo non solo come patrimonio dell’Unesco che pur si merita indubbiamente per ciò che contiene, ma ad una rivalutazione molto severa su come funziona l’organizzazione sociale basata sulle contrade e soprattutto ciò che produce sulle menti.Non voglio dilungarmi oltre.
osservatorio sulle possibili
circa 13 anni fa
Leggo con stupore il pensiero del Sig. Sacco. Lo condivido in parte, perché anche io sostengo che la cultura connessa al turismo (perché oggi giorno vanno di pari passo) sia un’ottima risorsa di rilancio non solo del nostro paese ma dell’intera Nazione. E se questo non viene capito a livello nazionale figuriamoci a livello locale.
Io per cultura intendo molte cose. Il ‘genius loci’ di un luogo è formato da così tanti beni, valori, memorie, tradizioni, radici, culture che sarebbe diminuitivo ricondurlo solo a grandi opere da ristrutturare e lasciare perdere tutto l’altro.
Credo che debba essere fatto un lavoro che unisca il patrimonio artistico – storico – culturale che la nostra Città possiede, ma credo che sia anche giusto valorizzare quelle feste che portano nome e visibilità al nostro territorio. Magari, perché no, modificando qualcosa, cercando di trovare nuovi spunti, inquadrando nuovi obiettivi. Ma non eliminandole. La risorsa di un territorio sono le persone che lo vivono, che lo popolano.
Lei cita i paesi limitrofi, come Montepulciano, Pienza, Città della Pieve. Bè, lì c’è la presenza di un’amministrazione comunale. A Chiusi è mancata per molti anni. Non si è investito su niente, credendo, come lei dice, che le cose importanti fossero altre (la pensilona e lo stadio ne sono due esempi).
Ma io spero che si possa cambiare. Indipendentemente da chi vincerà l’elezioni, vorrei solo un sano e puro amore per Chiusi. Vorrei che non ci fossero più interessi puramente politici, di carriera, e di interessi personali. Il nostro è un paese colmo di storia e cultura da far invidia a tutti i paesi limitrofi.
circa 13 anni fa
Caro Carlo, la cultura passa anche dallo stare insieme. Contrade, terzieri e molte associazioni servono anche per ritrovarsi insieme e scambiare le proprie esperienze nella serenità di ambienti sani. Immaginerai già che non condivido affatto ciò che scrivi
circa 13 anni fa
Questa amttina avevo inviato un commento che è andato perduto. Chissà forse in un altro articolo. Cercherò di ricostruire:
“Carlo (Sacco) se nel tuo articolo individui una cultura “alta” quella dei beni culturali e una cultura “bassa” quella dei Ruzzi, Terzieri, etc. non sono d’accordo.
Recentemente si sono sviluppate correnti di pensiero come quella delle ‘cittàslow” di Calo Petrini, che io condivido appieno. Tutti i fenomeni che attraverso le tradizioni recuperano coesione debbono essere utilizzati e messi a sistema.”
circa 13 anni fa
Quanti Leghisti spuntano adesso !
circa 13 anni fa
E’ bello vedere e leggere commenti su cose che non si conoscono minimamente……
Prima di sparlare di persone ed organizzazioni sarebbe bello, o perlomeno giusto, conoscerne le realtà… Evidentemente invece con l’arrivo della campagna elettorale tutti possono parlare e sparlare di tutto e tutti……
TRISTEZZA!!!!!
circa 13 anni fa
Applausiiiiiiiii!!! Bravissimo!!!
Ha saputo, gentilissimo Signor Sacco, cogliere il nocciolo del problema x cui Chiusi non decolla dal punto di vista turistico, contrariamente a quanto è accaduto a città e cittadine dei dintorni (cfr. Pienza, Montepulciano, Città della Pieve, Castiglion del Lago, ecc.ecc….)
A quanto da Lei assai incisivamente espresso oso aggiungere che ai Chiusini ( o Chiusani…come si diceva qualche secolo fa…..) va bene così! I forestieri danno fastidio e…uggia!!! Comunque, visto l’andamento delle cose, tra qualche decennio in Chiusi città vi saranno ben pochi Chiusini….soppiantati da Albanesi, Rumeni, Magrebini, Filippini, eccecc. Confidiamo nelle forze nuove e nei figli dei NUOVI ITALIANI E CHIUSINI…..Da questo mescolarsi di popoli, tradizioni, culture, … verrà certamente un arricchimento!