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Guardano all’ottocento
Paolo Giglioni, segretario comunale del Partito Democratico, ci ha mandato questa nota per la pubblicazione.
Il tema è serio e, come ci dice lo stesso Giglioni, riguarda purtroppo anche le nostre zone. Ovviamente chiusinews è disponibile ad ospitare non solo il dibattito, ma anche contributi di conoscenza che la stessa USL, le organizzazioni sindacali e tutti quelli che si occupano di questi drammatici aspetti vogliano inviarci.
“Sono un operatore di vigilanza ed ispezione nei luoghi di lavoro della Az.USL 7 di Siena e, dopo le orribili parole di Tremonti, mi sento profondamente offeso da queste sue dichiarazioni, e le reputo consapevolmente volute per colpire i diritti dei lavoratori.
Non si può ragionare solo in termini economici e pensare che per sconfiggere economicamente la Cina bisogna diventare come la Cina! Troppi infortuni ho visto, troppe ragioni non vere ho sentito per giustificare un atteggiamento molto spesso di sottovalutazione della salute nei luoghi di lavoro. Certo dobbiamo superare alcune lacune nella legislazione, molto spesso burocratiche, ma questo non significa assolutamente che si debba monetizzare il rischio sul lavoro.
Mi sembra che più che a battaglie del Novecento, come dice Sacconi, loro stanno pensando di tornare alla fine dell’ottocento. E’ una vergogna!”
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 27 agosto 2010 alle 00:06, ed è archiviato come POLITICA, SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
In Germania i sindacati “compartecipano” alla proprietà e questo ormai da molti decenni. Se in Italia qualcuno avesse proposto la formula tedesca della compartecipazione non più tardi degli anni ’90 si sarebbe beccato come minimo del reazionario. Oggi, forse, se la si ‘proponesse per le industrie che stanno chiudendo la reazione dei lavoratori in via di licenziamento sarebbe diversa.
circa 14 anni fa
Condivido quanto afferma Paolo Giglioni, ma condivido anche la nota di Luciano sull’immobilismo non solo del PD ma generale soprattutto per quanto accaduto sulla trattativa Pomigliano. Non mi sembra che in molti si siano resi conto che quei giorni hanno cambiato definitivamente il rapporto capitale-lavoro nel nostro paese, balcanizzandolo. In quei giorni si è gettato alle ortiche il CCNL senza che si levassero moti di protesta seria per paura da tutte le parti di ferire la suscettibilità di Marchionne e di tutto l’apparato dirigenziale FIAT. E’ una vergogna. Un’indecenza. Si è svenduto definitivamente la dignità dei lavoratori alle logiche del profitto pur di mantenere le giuste distanze tra le parti. Senza scendere nel dettaglio della strategia di mercato FIAT che vuole come panacea di tutti i mali relativi alle vendite, il taglio del costo del lavoro. Forse perchè si è coscenti del fatto che i loro prodotti mai potranno competere con quelli di marchi concorrenti come Wolkswagen ? Ma dove produce Volkswagen ? In Germania. E quanto prende un lavoratore del settore tedesco ? Circa 3000 euro. E lo chiamano mercato
circa 14 anni fa
Magari la situazione fosse così semplice! Con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Poi i buoni al momento opportuno voteranno per i partiti buoni e i cattivi per i partiti cattivi.
Oggi in televisione (RAInews24) ho visto una servizio su una fabbrica di accessori per auto che ha praticamente chiuso. L’assemblea dei lavoratori ha indirizzato un appello a possibili investitori (compresa la FIAT) per l’acquisizione dell’impianto. In cambio offrono 21 turni e l’apertura il sabato e la domenica. UIL e CISL sono d’accordo e la CGIL offre una sorta di benevola neutralità
Cosa voteranno quegli operai onestamente non so. probabilmente ci sarà la fila dei politici di tutte le parti a chiedere loro il voto.
circa 14 anni fa
Condivido l’indignazione di Giglioni, ma mentre l’assalto ai diritti di chi lavora sta subendo in questi giorni una forte accelerazione il Pd sembra guardare da un’altra parte. Tremonti, la sora Emma e Marchionne hanno parlato chiaro. Ichino e Chiamparino si sono premurati di far sapere che “se pò fà”. Gli operai piegati, disorientati e abbandonati da quasi tutti (solo Napolitano, Vendola, qualche vescovo e qualche sindacalista sono dalla loro parte) aspettano ansiosi e preoccupati quello che il “laboratorio Melfi” deve sfornare: la nuova fabbrica senza diritti.
In primaverà, molto probabilmente, si voterà. Chi avrà il coraggio di andare a chiedere il voto a quella povera gente?