di Paolo Scattoni

Nel numero in edicola di Primapagina il direttore Marco Lorenzoni introduce, molto opportunamente, il problema dell’invenduto immobiliare. Decine di cartelli con la dicitura vendesi e affittasi sia nel centro che nella periferia dello Scalo ne sono il sintomo più evidente.

Due osservazioni. La prima riguarda la pianificazione. Come noto Chiusi aspetta da moltissimi anni un piano strutturale che è il primo passo per la redazione con un successivo Regolamento Urbanistico per un nuovo strumento urbanistico che andrà a sostituire l’ormai più che vetusto Piano Regolatore Generale.

Ebbene la legge regionale prevede che nel piano strutturale sia previsto uno sviluppo “sostenibile”. Per quanto riguarda l’edificato la stessa legge prevede che nelle previsioni si privilegi il recupero dell’esistente rispetto alle nuove espansioni.

E’ allora fondamentale accertare le potenzialità effettive sia in relazione al non utilizzato (i suddetti cartelli) che alle potenzialità di riutilizzazione del patrimonio edilizio esistente.

La seconda notazione riguarda quello che oggi sta succedendo. In altri articoli si è scritto di numerose lottizzazioni sia nel territorio comunale che in prossimità (si veda il cosiddetto “alverare” a Po’ Bandino). E’ sempre più chiaro che la disponibilità di nuove residenze ha in questo momento molte difficoltà ad essere piazzata nel mercato.

Qui però si aprono due prospettive. Per alcuni queste difficoltà sono transitorie e tutte queste case saranno poi vendute in tempi migliori. Per altri, io sono tra questi, la “crisi” è strutturale, non c’è più bisogno della produzione edilizia che ha caratterizzato i decenni dal dopoguerra sino agli anni ’80. E’ pur vero che in Italia per il mattone i capitali si trovano (magari quelli rientrati attraverso i condoni fiscali), ma la domanda è sicuramente più ridotta. La conseguenza ovvia per Chiusi è la seguente: il riuso del patrimonio edilizio esistente e delle aree industriali dismesse possono rispondere senza problemi alla domanda futura.

Aspettiamo dunque cosa ci dirà il Piano Strutturale su questo specifico aspetto.