Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Spenti i lumi tocca alla politica
Con la tradizionale processione di mercoledì scorso Chiusi ha dato ufficialmente l’addio all’estate. E si prepara al lungo inverno. Per la verità c’è ancora la “settimana del vino” per chi vuol far tardi la sera, ma si risolverà in un paio di week end settembrini, con le scuole che saranno già iniziate. E, se non s’interrompe la pessima tradizione climatica che accompagna da sempre, come una maledizione, questa festa, resta davvero poco prima di rintanarsi in casa.
Ma questo inverno può rappresentare la rinascita della politica locale. E ce ne sarebbe veramente bisogno perchè veniamo da anni di silenzio e di politici proni ai voleri di uno solo. Questa è ormai una valutazione largamente condivisa tra i cittadini ma che comincia a far breccia anche nel partito democratico. I dibattiti alla festa dell’unità, la “capagna d’ascolto” e la presenza di Giglioni su chiusinews vanno in un’unica direzione: ristabilire un dialogo con la popolazione. Buon segno, ma non basta. E’ tutta la città che deve fare uno sforzo per togliersi dall’apatia in cui è sprofondata, tutti devono prendere la parola. Questa occasione che l’inaspettata scadenza elettorale ci fornisce non può essere sprecata. I partiti devono presentarsi, senza reticenze, al cospetto dei cittadini ma anche questi devono assumersi delle responsabilità, senza aspettare che i soliti noti decidano per tutti. Qualcosa si sta muovendo, su alcuni temi ci sono già state proposte e prese di posizione, quello che ancora manca è un coinvolgimento collettivo.
La posta in gioco è alta, lo stato della nostra città non è dei migliori e rischiamo di essere definitivamnte tagliati fuori da un futuro che sta già passando. Dobbiamo decidere in che città vogliamo vivere e in che modo. Non sembrano questioni secondarie. C’è da capire se per Chiusi esiste la possibilità di inventarsi un ruolo specifico che la sottragga dalle sabbie mobili di un continuo confronto con Po’ Bandino. Dobbiamo cominciare a guardare lontano e capire quali carte abbiamo in mano per giocarci una partita importante.
Due aspetti per concludere. Dove sta scritto che non si possano creare le condizioni per cominciare ad occupare, e quindi trattenere sul posto, i nostri ragazzi più qualificati? In tante città che hanno trovato la loro “vocazione”, tutto spinge in un’unica direzione; se guardiamo anche alle più piccole realtà della costiera romagnola non vediamo capannoni ma impianti balneari e tutti, dai baristi ai vigili, sanno perfettamente in che contesto si trovano e si comportano di conseguenza. In Brianza, non ci sono paesi attrezzati turisticamente, ma ogni casa è un laboratorio, a Montefalco già molti chilometri prima di arrivare in città capisci chiaramente che è un luogo in cui il vino la gioca da padrone. Chiusi, sotto questo aspetto, ancora vive in un limbo fatto di scelte schizofreniche: vuole allo stesso tempo più capannoni, più turisti e più commercio senza attrezzarsi seriamente per nessuno dei tre settori.
Così non è più possibile continuare. Dobbiamo scegliere, e in fretta. Spenti i lumi tocca alla politica, ma non c’è tempo da perdere.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 13 settembre 2010 alle 17:54, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
dopo le dimissioni di ceccobao negli stessi ambienti del pd molti personaggi avevano entusiasticamente annunciato cambiamenti epocali, apertura alla più ampia discussione e avvio di “cantieri/laboratorio” per il maggior coinvolgimento possibile di tutti i cittadini.
poi più nulla, probabilmente ciascuno al riparo delle mura amiche lotta per una candidatura o un posto in amministrazione, attendendo anche indicazioni e ordini provenienti dall’alto.
forse vedremo un paio di incontri in tutto l’autunno e in prossimità della presentazione delle liste ci sveleranno i nomi dei candidati decisi in base a chissà quali metodi, però almeno questa volta speriamo ci evitino il brutto spettacolo dei manifesti con il candidato a sindaco fotografato a braccetto con un cittadino “qualunque” dicendo che quello sarà il sindaco di tutti.
circa 14 anni fa
Bene o male, poco o tanto, la politica e la discussione, sui media vecchi e nuovi c’è sempre stata, anche negli anni bui dell’era Ceccobao (chiamiamola per nome e cognome). Quello che è mancato è stato il confronto pubblico. E i media non possono sostituirlo, anche quando fanno il loro dovere e il loro lavoro. Il confronto pubblico, aperto, ampio, è l’unica condizione per ridare fiato, voce in capitolo e forse anche speranza ai cittadini. A livello locale soprattutto, perché a livello nazionale è vero che la tv ha sostituito il dibattito pubblico. A Chiusi (ma non solo) però i partiti negli ultimi anni hanno evitato accuratamente ogni confronto, si sono al massimo incontrati sporadicamente con altri “poteri” (le associazioni di categoria, i circoli culturali e di volontariato sempre più cinghie di trasmissione…), la gente è stata tenuta scientificamente lontana dai luogji di discussione e di decisione. L’occasione delle elezioni comunali è ghiotta, e non dovrebbe andare sprecata… Non credo però che i partiti, tutti, di maggioranza e opposizione, abbiano intenzione realmente di confrontarsi con i cittadini, perché il confronto sarebbe impietoso, un massacro, probabilmente per i partiti grandi e piccoli. Chi glielo fa fare? La riprova è che anche i dibattiti fin qui annunciati (da quelli sul Piano Strutturale, a quelli sulla forma partito del Pd, al recente questionario), non si sono mai tenuti… Non li ha fatti il Pd, non li hanno fatti gli altri. O mi è sfuggito qualcosa?
circa 14 anni fa
Va bene, mettiamola così: la società civile stimoli – anzi sferzi – i partiti perchè le leve tornino in mano a professionisti degni di questo nome e a cui trasmettere, il giusto impulso etico; successivamente li marchi stretto e li controlli puntualmente ma elimini prima possibile: “nominati”, magnaccia, post-veline, avventurieri, miracolati o anche semplici naif, anche questi ultimi potenzialmente dannosi. Personalmente diffido dei dilettanti, in tutti i settori.
Credo che in fondo però stiamo dicendo la stessa cosa e anche la nostra iniziativa di http://www.vivailtreno.it è in questa prospettiva: visto che non lo capiscono, ricordare ai partiti della sinistra che stanno venendo meno ai loro principi e che devono gestire diversamente la partita democratica del trasporto ferroviario.
circa 14 anni fa
Quello che indica Paolo può essere definito un percorso classico. Nel nostro caso, che poi non è così singolare, è quanto meno lecito dubitare della capacità “politica” di proposta dei partiti. Come se ne esce? L’unica strada percorribile credo che sia una lunga e partecipata discussione artcolata sia sui media che in dibattiti publici, da cui possano scaturire proposte particolari e generali. E’ ovvio che i partiti debbeno metterci del loro, ma senza il fondamentale imput dei cittadini di buona volontà credo che la montagna (?) non possa che partorire il classico topolino. Quanto al ruolo autonomo di proposta e sintesi dei partiti non credo che nessuno possa avere da ridire. Che lo esercitino è un altro paio di maniche.
circa 14 anni fa
Evidentemente avevo dato per scontato che, per elaborare la sintesi della proposta, il politico debba “vivere” la sua realtà in modo profondo e capirne le istanze.
Se poi si intende invece che la proposta politica sia solo il precipitato delle esigenze primarie della gente senza la mediazione dell’”enzima della politica” , allora sono assolutamente contrario.
Anzi, credo che la latitanza della politica in questi anni a favore dell’assemblearismo sia una delle cause della crisi dei partiti e del sorgere degli apprendisti stregoni che corrono la loro partita solitaria.
Si faccia invece una proposta organica e di largo respiro ma – rispetto al passato, in cui veniva calata dall’alto – la si inoltri molti mesi prima delle elezioni e la si “bagni” nella discussione pubblica per migliorarla e arricchirla.
circa 14 anni fa
A mio avviso l’amministrazione di un comune come chiusi in una fase come quella che stiamo atraversando ha bisogno del forte contributo di tutti.
Io non credo molto alle proposte preconfezionate dai politici di professione sulle quali i cittadini in campagna elettorale alla fine possono dire poco o nulla, la qualità del politico stà semmai nella capacità di sintetizzare le istanze che dalle persone vengono poste e da lì poi trarre un programma. Ma per poter fare questo bisogna partire da lontano ed affrontare un ampio dibattito che abbia la capacità di coinvolgere tutte le energie buone che la nostra comunità può proporre. Un percorso così è in grado anche di esprimere persone nuove che costituiscano un serbatoio per il ricambio a tutti i livelli: organi dirigenti dei partiti, candidati in consiglio comunale, amministratori.
circa 14 anni fa
In alcuni decenni siamo passati da partiti che erano poco sensibili a quello che pensavano i cittadini – chiedendo loro un mandato di fiducia da giudicare solo a fine percorso – ad un “realismo” populista che cerca di intercettare i bisogni del popolo per averne immediati favori elettorali.
La politica ha invece la sua specificità proprio nel proporre una traiettoria che parte dall’analisi della realtà nelle sue varie componenti – geografiche, sociali, economiche – per approdare ad uno scenario migliore nell’ambito del possibile e non dell’utopia.
Un tempo c’era l’ideologia dottrinaria e paralizzante, oggi un pragmatismo incapace di pensare al futuro.
I valori sono importanti: per alcuni costruire decine e decine di nuove case a schiera è un valore; altri invece vorrebbero ripristinare le costruzioni più antiche; una strada ferrata in più può essere una opzione rispetto ad una strada in cemento; il fatto che il Comune disciplini licenze ed orari dei negozi piuttosto che liberalizzare entrambi, è un altro valore che privilegia la famiglia e il tempo libero piuttosto che il parossismo della concorrenza continua e, nel lungo percorso, le sue conseguenze in termini di diminuzione della qualità.
Anche per Chiusi è arrivato il momento di prospettare non delle soluzioni specifiche a specifici problemi ma una proposta organica e a largo respiro che solo un politico può fare e sul quale i cittadini poi esprimano il loro parere e le loro esigenze.
Ad ognuno il suo mestiere, se è possibile.