Lo stipendio del Sindaco

 di Luciano Fiorani

Per dirla con Beppe Grillo: quanto ci costano i “nostri dipendenti”? Curiosità più che legittima, soprattutto con le elezioni amministrative alle porte. E allora abbiamo presentato la canonica richiesta all’ufficio di segreteria comunale che ci ha consegnato le delibere che fissano le indennità di funzione dei nostri amministratori. L’ultimo aggiornamento è stato disposto il nove agosto del 2007, appena dopo le ultime elzioni, giustificato dai dati Istat sull’inflazione. Ecco le cifre oggi spettanti:

Sindaco: 3.395,10 euro

Vice Sindaco: 1.697,55 euro

Assessori: 1.527,80 euro 

Queste sono le quote mensili lorde (su cui, quindi, vanno pagate le tasse) spettanti ad ogni incarico. Ma è necessaria un’ulteriore precisazione. La determinazione della misura spettante individualmente può essere ridotta del 50% in base allo status lavorativo del soggetto. Hanno diritto all’intera indennità i professionisti, gli imprenditori, i pensionati, i disoccupati e i lavoratori dipendenti in aspettativa per mandato amministrativo.

Anche i Consiglieri comunali hanno diritto ad un’indennità che si chiama gettone di presenza, ed è pari a 20,32 euro per ogni partecipazione alle sedute del Consiglio comunale e delle Commissioni di cui fanno parte.

Sulla retribuzione degli amministratori comunali ci sono da sempre due scuole di pensiero. La prima sostiene che è bene pagarli adeguatamente perchè altrimenti anche questi incarichi finirebbero per essere ricoperti solo da chi se lo può permettere: i ricchi, insomma. E l’altra, invece, propende per indennità simboliche, dato che si tratta di un servizio per la collettività. Personalmente sono per la prima ipotesi e, comunque la si pensi, obbiettivamente non si tratta di cifre da capogiro. Ma viviamo tempi in cui i politici godono di scarsa popolarità e c’è chi malignamente fa notare che gli euri che si portano a casa non saranno tanti, ma è sempre meglio che lavorare!

  • #1 scritto da pscattoni
    circa 14 anni fa

    Non ci sarannio i puffi di Poggiolini, ma i partiti stanno ancora riscuotendo il finanziamento pubblico sulla base dei voti ricevuti alle elezioni del 2006. Le risorse possono essere spese solo per le struttiure centrali oppure distribuiti anche alla periferia. Ogni partito fa le scelte che crede, ma i contributi dai propri amministratori eletti è una scelta del tutto soggettiva e non può essere portata a giustificazione del livello degli emolumenti, che, lo ripeto, a livello comunale non mi sembrano eccessivamente alti.

  • #2 scritto da Stefano Marcantonini
    circa 14 anni fa

    La cessione della quota al partito non è una scelta personale ma condivisa con il buon senso delle parti. Specialmente in piccole realtà come la nostra i partiti hanno la loro principale fonte di finanziamento dalla quota tessera e dalle quote incarichi. Qui non ci sono i divani di Poggiolini o mutande di Martelli.

  • #3 scritto da pscattoni
    circa 14 anni fa

    Nessuno può arricchirsi con le somme indicate. La cessione al partito di una percentuale è però una scelta del tutto personale. Se poi si è anche scelto di non ususfruire delle esenzioni fiscali previste per le donazioni ai partiti è ugualmente una scelta personale.

  • #4 scritto da Stefano Marcantonini
    circa 14 anni fa

    Durante i miei tre anni di incarico presso il comune l’importo lordo da me percepito era un pò inferiore a quello indicato. Allora come oggi ero un libero professionista pertanto percepivo l’intera indennità alla quale si doveva decurtare la ritenuta d’acconto e la percentuale destinata al partito intorno al 15-20%, se non ricordo male. Il fatto è che, conti alla mano con il commercialista, nel momento in cui andavo a pagare il 740 quell’indennità mi faceva cumulo e pertanto rimaneva praticamente niente. A fronte di un impegno molto grande. Si può fare populismo quanto uno vuole ma se l’incarico si porta avanti con serietà richiede tantissimo impegno. Io non so se ho fatto bene oppure male (anche perchè fui gettato nell’agone all’improvviso senza un briciolo di esperienza) ma di sicuro ho messo tutto l’impegno che potevo e non ho nemmeno fatto il giochino di devolvere tutta l’indennità al partito per non pagare le tasse salvo poi farmela stornare a costo zero. Ho pagato le tasse anche sull’importo che versavo al partito !
    Questo per dire che, per la mia poca esperienza, chi si assume certi incarichi pubblici è giusto che venga pagato e tocca al pubblico stesso monitorare l’impegno e le capacità dei soggetti.

  • #5 scritto da lucianofiorani
    circa 14 anni fa

    Si, la precisazione di Beati è opportuna, perchè completa il quadro. Il meccanismo mi era noto ma, nella stesura dell’articolo, semplicemente mi è sfuggito.

  • #6 scritto da pscattoni
    circa 14 anni fa

    Purtroppo qualche anno fa questo meccanismo del rimborso è costato un bel po’ alle casse comunali.

  • #7 scritto da Beati Alessandro
    circa 14 anni fa

    Buonasera, intervengo per aggiungere alcune precisazioni che ritengo doverose.
    Nel caso in cui il Sindaco, l’assessore o il consigliere comunale sia un lavoratore dipendente, la giornata di assenza per l’impegno istituzionale viene rimborsata al datore di lavoro, dal Comune, includendo anche gli oneri riflessi.
    Fa eccezione se l’amministratore è un dipendente pubblico, infatti in tal caso nulla è dovuto.

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