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Autocelebrazione
In piazza del duomo è andata in onda l’autocelebrazione della scuola di Chiusi. Non solo motivi organizzativi, ma anche il taglio della manifestazione, da quel che si è potuto vedere poi, devono aver fatto preferire la piazza ad una qualsiasi scuola. La passerella delle autorità amministrative, religiose e scolastiche, come sempre avviene in questi casi, si è limitata a sottolineare solo quel che di buono è stato fatto (ristrutturate e messe a norma tutte le scuole cittadine), profondersi in ringraziamenti alle banche (Monte dei Paschi, manco a dirlo, e Valdichiana) e ad esortare i giovani studenti all’impegno. Spazio anche all’assessore regionale che, più che come ex sindaco, è sembrato nelle vesti del curatore di collegio (elettorale). In tanti erano i piccoli studenti pieni di allegria contagiosa e con in mano palloncini colorati accompagnati dagli insegnanti e da qualche genitore. Unica assente la gente di Chiusi.
Al termine dei saluti, tutti in chiesa per la santa messa. E qui sono cominciate le sorprese. Una quindicina di ragazzi si sono rifiutati di entrare, e un’insegnante incredula, ha provato ad ammonire uno studente di chiara origine nord africana con un esplicito: “Cominciamo subito?”. Intanto una signora extracomunitaria, con passeggino e ben in vista il quotidiano di Berlusconi, controllava attentamente che suo figlio/a non si avvicinasse all’entrata della chiesa. Ma di questa nuova controversa realtà, ovviamente, non c’era stata traccia in nessun saluto dal palco. E mentre all’esterno andava in scena la diversità religiosa, dal pulpito la massima autorità scolastica presente esortava studenti ed insegnanti ad affidarsi alla madonna.
Il partito democratico, che per l’occasione aveva organizzato un volantinaggio sul nuovo scenario scolastico prodotto dalla riforma Gelmini, è stato sconsigliato (da dirigenti scolastici e qualche assessore democratico) dall’avvicinarsi alla piazza, probabilmente, per non turbare il clima idilliaco delle celebrazioni. Insomma una bella mattinata educativa, sembrava proprio di essere nel profondo nord.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 15 settembre 2010 alle 12:18, ed è archiviato come CRONACA, POLITICA, RELIGIONE, SCUOLA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Io sono uno di quel gruppetto sparuto (due) che ha fatto volantinaggio per SEL davanti alle scuole. Purtroppo non sono potuto andare a ripeterlo in piazza per impegni di lavoro ma non credo che mi avrebbero impedito di mettere in atto un mio sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione. Per quanto riguarda la religiosità del dirigente scolastico assolutamente niente in contrario: basta che il suo pensiero non sia imposizione didattica e che quindi non contrasti con il suo impegno professionale in una scuola dove il pensiero cattolico non è più egemone e comunque non lo deve essere. A tal proposito chiedo spiegazione a qualcuno di voi circa una voce che mi è arrivata (non ho figli quindi devo andare per voci) circa l’inserimento di un docente di religione alla primaria e la rinuncia alla lingua straniera
circa 14 anni fa
La festa delle scuole ha riguardato in particolarile scuole dell’infanzia, elementari e medie… ma a far festa avrebbero dovuto essere soperattutto le tre scuole superiori che anche quest’anno si son “salvate” per il rotto della cuffia, come si suol dire. O in zona Cesarini per dirla in linguaggio calciofilo. Salvate, perchè il numero legale (che qualche mese fa era abbastanza in dubbio) è stato raggiunto. Anzi si è registrato un aumento delle iscrizioni rispetto all’anno scorso… C’è però un piccolo particolare, a mio avviso significativo: uno studente su 4 è STRANIERO.
Su primapagina che sarà in edicola domani (spero) c’è un corposo servizio a tal proposito (la pubblicità è l’anima del commercio). Chi ha salvato le superiori di Chiusi? E chissà se anche all’Einaudi e al Marconi si porrà il problema di chi non vuole andare a Messa…
circa 14 anni fa
sembra proprio che delle stucchevoli celebrazioni con autorità civili religiose e economiche non se ne possa proprio fare a meno, quello che fa più male però è il rendere carta straccia la costituzione con l’imposizione della solita celebrazione religiosa in barba al rispetto della differenza tra le religioni e anche a chi agnostico non crede a nessuna religione.
Tutto ciò con il massimo rispetto di chi crede e vuole andare in chiesa, ma io credo che il rapporto che ognuno ha con le questioni spirituali debba rimanere personale e quindi non possa essere materia di imposizione istituzionale.
circa 14 anni fa
Intervengo solo per far presente che anche un piccolo gruppo di SEL era presente davanti alle scuole per dire la sua riguardo alla riforma.
Rispetto alla legittimità dei partiti di dire la propria, io credo che questo, non solo sia legittimo, ma necessario e, come ho detto precedentemente, per me che sono un esponente di SEL, credo che non si possa prescindere dall’Istruzione che DEVE ESSERE caposaldo della linea programmatica di Sinistra per questo spero che quel piccolo gruppo nostro che volantinava davanti alla scuola possa con il tempo diventare sempre più folto perchè solo scendendo in piazza, spero, le cose possano cambiare.
circa 14 anni fa
Sinceramente questa celebrazione mi è sembrata in netto contrasto con l’attuale sitatuazione sia economica che organizzativa della Scuola. Un protocollo triste e soprattutto troppo formale, quasi stucchevole. In effetti c’è poco da essere contenti se nemmeno i partiti politici o le organizzazioni sociali possono dire la propria opinione in tali occasioni. Non è più possibile contestare, esprimere il proprio dissenso o altrimenti ti fanno passare da teppista e squadrista. Ma non sarebbe meglio, se coloro che ricevono fischi e contestazioni si chiedessero i motivi senza rinchiudersi nel vittimismo?
circa 14 anni fa
In questa scuola da primato, evidentemente, si è ormai fatta carta straccia della Costituzione che sancisce che: “tutti i cittadini sono…uguali,…senza distinzione…di lingua, di religione, di opinioni politiche,…”.
Pare ovvio che la nostra scuola da primato ha più cara la grammatica e le tradizioni che la Costituzione. Siamo in tempi bui, di negazione di diritti. E ti ritornano in mente, con rabbia, le parole di Lettera ad una professoressa:
“L’abbiamo visto anche noi che con loro la scuola diventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile. E voi ve la sentite di fare questa parte nel mondo? Allora richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passar da pazzi. Meglio passar da pazzi che essere strumento di razzismo”.
Auguri a tutti gli studenti, ne avranno veramente bisogno.