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Bici+treno+ostello: Si può fare
L’idea di poter convertire, anche parzialmente, l’ex dormitorio delle ferrovie in un punto di riferimento per il cicloturismo, secondo me è ottima!
Il percorso della bonifica è una proposta molto valida per poter trascorrere qualche ora di riposo andando in bici. Allora perchè non sfruttare il potenziale della stazione ferroviaria e di una struttura fruibile dai turisti?
Vi ricordo che in Europa esistono piste ciclabili, percorsi e strutture capaci di trasformare la semplice “bicicletta” in una proposta turistica vera e propia.
E’ sicuramente esempio la pista ciclabile “Lungodrava”, che ho avuto il piacere di fare questa estate. La pista è uno dei tracciati più frequentati d’Europa, parte da San Candido(Italia) e arriva a Lienz(Austria) coprendo 43 Km.
Vi chiederete e cosa c’entrano la stazione e il dormitorio di Chiusi?
A San Candido,davanti alla stazione vi è un enorme(data l’affluenza) noleggio di bicilcette, arrivando la mattina il turista prende a noleggio la bicicletta facendo un biglietto combinato noleggio più ritorno in treno. Si parte dunque in bici da San Candido si percorrono questi magnifici 43 Km immersi nella natura, tra montagne e fiumi, c’e’ la possibilità di fare delle soste lungo il percorso molto organizzato e ci sono dei punti di assistenza per la riparazione della bici. Una volta arrivati a Lienz, nel pomeriggio, si riprende il treno, si carica la bici su questo e dopo poco risiamo nuovamente a San Candido.
Perchè non fare una cosa simile a Chiusi? Perchè non dare la possibilità di noleggiare la bici alla stazione e fare un biglietto combinato (bici+ritorno in treno+ostello) e tornare a Chiusi, una volta giunti ad Arezzo, con il treno; quindi dormire a Chiusi e magari la mattina dopo visitare il museo?
Perchè non convertire (almeno in parte) il dormitorio in un ostello per i turisti che la sera tornano dal percorso della bonifica?
Le potenzialità (enormi, a mio avviso) ci sono. Cosa manca?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 24 settembre 2010 alle 12:42, ed è archiviato come AMBIENTE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Che poi l’ostello ci sarebbe anche in Via Arunte. Pardon: foresteria
circa 14 anni fa
Senza dover fare il solito nome c’è stato un caso di sindaco che pur di dimostrare che aveva più consensi del suo predecessore non ha esistato a fare alleanza con tutti. Quindi anche un calo di consensi può avere una qualche funzione.
Non è questo però il vero punto. Questa città sta attraversando una crisi epocale (soprattutto in relazione agli effetti che avrà l’alta velocità sulla nostra stazione). Ci sono poi imprese in difficoltà, ma soprattutto quelle a tecnologia avanzata non aumentano di numero.
In questa situazione occorrerebbe che la politica facesse scelte coraggiose, assai lontane da quello che abbiamo visto negli ultimi decenni. Irrigidirsi su posizioni massimaliste non serve a nessuno. Andiamo a vedere se ci sono le condizioni per il cambiamento. I passaggi secondo me sono due. Il primo è quello della creazione condivisa di un quadro strategico. Il secondo è quello del processo di selezione degli amministratori.
Per quanto riguarda il quadro strategico da più parti si cerca di contribuire. Su Chiusinews è stato proposto un percorso (quella di una costruzione partecipate e “incrementale” delle proposte).
Per quanto riguarda il secondo passaggio aspettiamo e vediamo cosa emergerà.
circa 14 anni fa
Caro Miccichè, hai finalmente messo i piedi nel piatto.
Per sostituirli con il voto occorre presentarsi alle elezioni, con una aggregazione contrapposta a lor signori (e a tutta la politica che non ascolta, non vede, non parla, e l’unica cosa che programma sono gli incarichi per se stessa). E soprattutto le elezioni bisogna vincerle. Se no non li sostituisci. Si può parlare anche di questo, però è chiaro che la discussione prenderà un’altra piega. E non so quanti saranno disposti a mettersi di traverso alla carovana…
circa 14 anni fa
Scattoni ha ragione, il metodo che propone è corretto e andrà perseguito sostenendo Kiusipedia.
Però una cosa non esclude l’altra; non è possibile che sia il solo Scattoni che su questo argomento – peraltro esemplificativo – si prende nobilmente la colpa per non avere insistito abbastanza. Gli altri dov’erano?
Quando la testa di un’azienda non fa abbastanza, l’azienda va in crisi; la ditta individuale, il professionista o il piccolo artigiano se sbaglia strategia, ne paga le conseguenze; quindi quando una classe politica o un politico non fanno abbastanza dovrebbero lasciare il posto ad altri. Siccome normalmente non si allontanano da soli, devono essere sostituiti con il voto.
Scusate le banalità ma a volte, proprio perchè scontato, questo aspetto non lo si considera abbastanza.
Invece nella nostra cultura la politica vive di privi-legio, cioè rimane fuori dal meccanismo di questa legge elementare e subisce ancora gli effetti del potente retaggio secolare di Renzo con i polli in mano dal dottor Azzeccagarbugli. Anche questo meccanismo va fatto assorbire e deve diventare un “punto” di cultura per i politici ma anche, e soprattutto, per dei cittadini/non sudditi.
Altrimenti, come dice Lorenzoni, non rimane che dare la colpa al destino “cinico e baro”, al vento freddo della Siberia e al malocchio.
circa 14 anni fa
Caro Marco, non sempre le ie idee hanno accoglienza tempestiva. Anch’io da consigliere comunale suggerii verso la metà degli anni ’90 di inserire il vecchio dormitorio nella programmazione delle opere da finanziare con i fondi del Giubileo del 2000. La proposta era proprio quella dell’ostello. Non fui ascoltato. Ritengo però futile l’esercizio di andare a vedere se in quel particolare momento sia andata sprecata una grande occasione e di chi sia stata la responsabilità. Sicuramente una grande parte deve essere attribuita a me perché non riuscii a creare sufficiente consenso sulla proposta.
Nella realtà le cose molto spesso succedono per il contributo di tanti e molto raramente per le idee brillanti di pochi.
La scelta del Wiki è appunto quella di utilizzare la capacità di proposta dei tanti.
Altrimenti si rimane nel proprio albero a cantare. Personalmente non vorrei che con l’età ci capitasse il destino di uno dei grandi padri della Patria: Ugo La Malfa, che ad ogni problema o avvenimento avverso dichiarava “ve lo avevo detto”. Maturò la fama di iettatore e diventò oggetto dei lazzi dei giornali satirici.
Paolo
circa 14 anni fa
Cosa manca lo sappiamo tutti. E lo sappiamo bene, perché – come ho avuto già modo di ricordare – questa proposta non è di oggi, il giornale primapagina la lanciò, insieme all’idea di un percorso ciclabile che attraversasse tutta la Valdichiana geografica, da Arezzo ad Orvieto, passando ovviamente per Chiusi, nel 1995. Per dare forza all’idea organizzò anche una pedalata ecologica da Chiusi Scalo al lago di Montepulciano. Quel percorso, già in quell’abbozzo di progetto, puntava ad utilizzare le “strade della bonifica” e a metterle in relazione con le stazioni ferroviarie più o meno importanti che si trovano lungo il tracciato e con strutture ricettive pubbliche e private. Una di queste era proprio l’ex dormitorio, già allora dismesso. Nel 1999 ad Orvieto, ad un convegno organizzato da Pdci l’idea trovò accoglienza nelle amministrazioni provinciali di Terni e Perugia e in alcuni comuni dell’Orvietano e del Trasimeno. Sono passati 15 e 11 anni. Il percorso della Bonifica esiste, almeno da Arezzo fino a Chiusi (l’ha realizzato la Provincia di Arezzo), ma nessuno delle autorità si è mai posto il problema dell’ostello, della “connessione treno-bici”. E’ mancata l’attenzione, insomma e anche la volontà politica di procedere concretamente. Non solo: molte amministrazioni hanno dimostrato di lavorare volentieri solo sulle iedee proprie. Se le idee vengono da qualcun altro, spesso fanno orecchie da mercante…
circa 14 anni fa
ho percorso centinaia di km questa estate sul sentiero della bonifica e rispetto all’anno scorso ho incontrato molti più turisti stranieri e non solo, il turismo in bici è una potenzialità enorme soprattutto in un territorio bellissimo come il nostro. si parla tra l’altro della possibilità di collegamento tra il sentiero della bonifica e quello attorno al trasimeno e non solo ma anche con percorsi che vanno verso sud in direzione roma. tra l’altro si parla di risorse che non richiedono costi enormi di costruzione e manutenzione, servono però amministratori aperti che si tolgano dalla mente che solo l’edilizia può essere il volano dell’economia.
E così abbiamo messo altra carne al fuoco per il un dibattito in vista delle prossime elezioni, se ne può parlare?
circa 14 anni fa
“LE POTENZIALITA’ (ENORMI A MIO AVVISO) CI SONO. COSA MANCA?”
La risposta temiamo di saperla ma, per non passare per presuntuosi, facciamo finta di no e vediamo se qualcuno, che può, ce lo potrà spiegare con parole chiare e convincenti.
Mi associo quindi alla domanda di Baglioni con una piccola aggiunta, sperando che altri si accodino e rilancino la domanda:
“LE POTENZIALITA’ ENORMI CI SONO SIA PER QUESTO PROGETTO CHE PER ALTRI SIMILI. COSA MANCA?”
circa 14 anni fa
La popolarità dei percorsi ciclabili è in continuo aumento anche dalle noste parti, si veda ad esempio la zona del Trasimeno dove sono state approntati interressanti percorsi ciclabili che vengono pubblicizzati con specifici depliant a vantaggio dei turisti italiani e stranieri.
D’altra parte è proprio da questa combinazione (treno+bici) che nei primi anni del Novecento avviene il passaggio dal turismo degli aristocratici a quello di massa, o comunque rivolto alla borghesia. Forse non tutti sanno che il Touring Club italiano inizialmente si chiamava Bicycle Touring Club.
La proposta per Chiusi non è una pensata estemporanea se Siena da oggi a domenica si terrà il primo Festival nazionale del viaggio in bicicletta. Si rivolge a tutti gli appassionati delle due ruote e ha la finalità di valorizzare il cisiddetto “viaggio lento”. Ciclomundi, (http://www.ciclomundi.it/) così è denominata l’iniziativa, dovrebbe farci dunque pensare al turismo con maggiore fantasia.