di Paolo Scattoni.

Spesso, forse troppo spesso, si deve assistere praticamente impotenti a innumerevoli problemi piccoli e grandi di manutenzione delle opere pubbliche della nostra città.

E’ esperienza ormai quotidiana quella di notare problemi di questo tipo. Può essere la mattonella rotta del marciapiede o una panchina scassata. Non ci piacciono le erbacce che crescono negli interstizi di qualche edificio pubblico. Il lampione non funzionante ci disturba e i cassonetti mal posti anche di più. Le strisce pedonali ormai scolorite possono divenire pericolose. Il deterioramento di parti del cimitero per infiltrazioni ci irritano non poco. E potremmo continuare a lungo.

Presi tutti insieme, questi che sono piccoli fatti, danno una sensazione complessiva di degrado. Il tutto può essere determinato anche da problemi di comunicazione. C’è chi telefona in Comune per segnalare, non riuscendo spesso a trovare l’interlocutore adatto. Altri preferiscono rivolgersi di persona all’Ufficio delle relazioni con il pubblico. Altri ancora segnalano al sindaco, a un assessore che si conosce, ai vigili. Tutti però hanno la sensazione che quanto riferito è come un messaggio in bottiglia, si spera che una corrente benevola lo porti alla giusta destinazione, quella della agognata riparazione. Eppure la sensibilità della gente che segnala è importante.

Una proposta: perché non organizzare questo flusso d’informazione in una maniera più razionale e soprattutto pubblica e accessibile? Il Comune potrebbe creare un sito che accolga ed elabori l’informazione. Tutti ne potrebbero  prendere visione e ottenere informazioni sullo stato della segnalazione.

La segnalazione potrebbe essere fatta da chiunque, coloro che non hanno accesso a Internet possono farsi aiutare; la nonna può farsi aiutare dal nipote. Insomma, creare una cultura diffusa della piccola manutenzione, come esiste in altri paesi, ci farebbe fare un piccolo passo verso quella Chiusi migliore che tutti dicono di volere.