La libertà dei servi di Maurizio Viroli, edito da Laterza è una puntuale e impressionante descrizione della condizione servile in cui è precipitato il popolo italiano. L’Italia, non è nuova nell’inventare sistemi politici senza precedenti, ed oggi, stiamo proponendo al mondo, la trasformazione di una repubblica in una grande corte. Una corte che, rispetto a quelle dei secoli passati formate da centinai di persone, è composta da milioni di cittadini. Ma che mantiene inalterate le caratteristiche delle corti rinascimentali, quelle descritte da Baldassar Castiglione e Machiavelli: servilismo, adulazione, identificazione con il signore, ossessiva preoccupazione delle apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane.

Viroli spiega con chiarezza la realtà in cui siamo caduti paragonandola a quella dei servi che mantengono, nella loro condizione, la libertà come assenza di impedimenti: cioè liberi di fare, quello che gli è concesso. Una libertà molto precaria. A questo nuovo sistema che ha diffuso ovunque la mentalità servile, secondo il grande intellettuale, dovrà opporsi un rimedio coerente con il male, cioè riscoprire, o meglio imparare, il difficile mestiere di cittadini. Una via ardua, ma senza alternative.

C’è già chi ha proposto il saggio di Viroli come testo obbligatorio in tutte le scuole italiane a cominciare dalle elementari, Gelmini permettendo. Buona lettura.