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Un cittadino rumeno sindaco di Chiusi?
di Paolo Scattoni. In uno dei primissimi articoli di questo diario cittadino ho presentato un’analisi della popolazione di Chiusi, rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi trent’anni, ma profondamente mutata nella sua composizione (https://www.chiusinews.it/?p=35).
Il 13% dei residenti a Chiusi sono stranieri. Di questi più della metà sono cittadini dell’Unione Europea che, pochi lo sanno e forse neppure tutti loro, possono partecipare alle elezioni amministrative. Non solo votare, ma anche essere eletti (Decreto legislativo 12 aprile 1996)..
Possiamo stimare che gli elettori stranieri potenziali siano poco meno di cinquecento. Purtroppo soltanto una decina di loro si sono iscritti nelle apposite liste elettorali. E’ sicuramente un peccato perché il voto, anche se limitato alle elezioni comunali ed europee, è un passo importante verso l’integrazione.
Dato il clima piuttosto penoso che si respira nel dibattito sulle prossime elezioni amministrative forse un candidato rumeno a sindaco di Chiusi potrebbe smuovere un po’ le acque. In fondo i migliori imperatori romani provenivano dalle lontane province dell’impero.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 10 giugno 2010 alle 09:21, ed è archiviato come POLITICA, SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
hai ragione paolo io mi faccio sempre prendere un po’ dall’entusiasmo, gli anni da questo punto di vista per me non passano, concordo pienamente che la richiesta di un nutrito numero di persone di iscriversi nello speciale registro elettorale sarebbe già un fatto straordinariamente importante
circa 14 anni fa
Sono d’accordo con le considerazioni di Luciano Fiorani e Luca Scaramelli. In particolare concordo con Luca sulla necessità di integrazione dei cittadini comunitari nei processi politici locali.
Sono però un “incrementalista” e intanto mi accontenterei che tutti coloro che ne hanno diritto facciano formale richiesta di inserimento nello speciale registro elettorale. Sino ad ora questo diritto è stato esercitato da poco più di una decina su 400/500.
Se soltanto fiosse compiuto questo semplicissimo passo, sono sicuro che i partiti comicerebbero a porsi il problema di una cittadinanza draticamente mutata nella sua composizione.
circa 14 anni fa
La “provocazione” di Paolo mette in gioco un argomento a mio avviso di grande rilevanza, al di là della consistenza numerica della comunità rumena e comunque straniera in genere nel nostro comune. La popolazione straniera è una cittadinanza attiva che lavora e ha figli ben integrati negli asili e nelle scuole.
Il coinvolgimento di questi cittadini però a mio avviso non deve differenziarsi da quello dei cittadini italiani, credo non serva a nulla candidare degli stranieri solo come rappresentanti di una comunità, un pò come si fa con la regola delle quote rosa, la loro partecipazione dovrebbe essere il frutto, così come per tutti i candidati, di un ampio e pubblico dibattito che scaturisca da una campagna elettorale non rinchiusa nelle segreterie dei partiti ma in grado di coinvolgere tutte le energie buone del territorio comprese quelle straniere.
circa 14 anni fa
Naturalmente questo intervento di Paolo vuole essere una provocazione, ma pone all’attenzione un problema serio che si continua ad ignorare: l’integrazione di centinaia di cittadini starnieri (extraeuropei e non) che negli ultimi anni si sono stabiliti nella nostra città. La comunità rumena è quella più numerosa, e non ha mai creato particolari problemi ma è ancora percepita (e forse essi stessi si sentono) come un corpo estraneo. Forse la presenza di uno o due candidati rumeni nelle varie lista alle prossime elezioni comunali (hanno diritto di voto e possono candidarsi) li renderebbe più interessati e partecipi alle vicende della città dove vivono, ed in molti casi dove sono nati i loro figli. L’integrazione è una strada obbligata ma può seguire tanti percorsi.