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Un ferroviere per amico?
Non ho molti elementi per dare un giudizio sull’era Ceccobao; quando sono arrivato a Chiusi era già Sindaco. Devo dire che non mi sembra che abbia proposto un’idea complessiva per fronteggiare i problemi di fondo di Chiusi ma ammetto che una vera analisi non pregiudiziale meriterebbe più informazioni da parte mia.
Se però si passa col rosso a Parigi è una infrazione del codice della strada che viene percepita come tale anche dai cittadini; se si passa invece con il rosso al Cairo, è sempre una infrazione ma il segnale di arresto viene percepito come un “consiglio”, così come si diceva a Napoli fino a pochi anni fa.
Dimettersi da Sindaco, direi quasi a maggior ragione al secondo mandato – cioè su un mandato che ribadisce una fiducia e con l’aspettativa di una completa arcata di governo – non è contro la legge ma da alcuni viene percepita come una possibilità che lui ha fatto bene a sfruttare e da altri come una scorrettezza etica.
Secondo me non si passa con il rosso, non ci si dimette da Sindaco e, peggio ancora, non lo si giustifica per il fatto che porterà dei vantaggi a Chiusi; significa che altri Comuni devono sentirsi penalizzati per questo fatto?
Se poi invece vogliamo proseguire con la logica della “famiglia”, vedremo se almeno questi presunti vantaggi si manifesteranno; per esempio se, con Ceccobao assessore regionale ai trsporti, ci saranno dei treni in più che facciano risalire la china ad un nodo ferroviario così importante quale è Chiusi oppure se invece, nonostante tutto, ne perderemo ancora qualcuno e saremo tutti costretti ad aumentare l’uso della filiera automobile/benzina/traffico.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 26 ottobre 2010 alle 00:06, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Per come si stanno muovendo i partiti credo che quella medicina, a cui accenna Miccichè, finirà per diventare inevitabile. Il Pd è da mesi alle prese con un questionario che sembra tanto la tela di Penelope, Sel dopo il lavoro sulla bozza di programma e il congresso sembra aver già chiuso i battenti. Degli altri, neanche la Sciarelli è disposta ad occuparsene. Nel paese però, di elezioni si parla eccome, e le voci che si raccolgono, nei più disparati ambienti, ripetono un unico ritornello: “facciamo qualcosa per mandarli a casa, perchè non se ne può più”. E’ evidente che tra il dire e il fare…però se i partiti non si inventano qualcosa stavolta le soprese potrebbero esserci davvero.
circa 14 anni fa
C’è un enorme bisogno di allargare la base del confronto e di rimettere in circolo bisogni, idee e possibili soluzioni; anche per riattivare un senso di comunità affievolito. Bisogna coinvolgere una cittadinanza che è stata in parte tagliata fuori dai grandi temi politici e amministrativi e, in parte, si è autoesclusa forse per rassegnazione.
Scattoni dice: “Se si presentasse una ‘listina civica’ sarei dispiaciuto perché significherebbe che i partiti non hanno saputo interpretare i bisogni di una parte della comunità locale”.
L’impressione però è che i partiti si incaponiscano a guardarsi l’ombelico, che cittadini e simpatizzanti siano usati più che altro come strumenti di marketing elettorale e non come un nutrimento indispensabile fornito ai professionisti della politica che sono per me, tranne eccezioni, i soli che devono poi maneggiarla sul campo. L’autoreferenzialità è la vera malattia da curare.
Certo che se il paziente malato non vuole guarire, bisognerà dargli le medicine dall’esterno e il compito infermieristico spetterà necessariamente – ma amorevolmente – a una ‘listina civica’.
circa 14 anni fa
Sono stato consigliere eletto in una lista civica o di impegno civile come a noi piaceva chiamarla (1994-1998). Tu eri in giunta. Credo di aver svolto un ruolo di controllo positivo. Non c’è paragone con il vuoto pneumatico dell’ opposizione ora in Consiglio. Se vuoi fare azione di controllo devi affrontare un lavoro intenso andando a leggere sistematicamente tutti gli atti e talvolta le specifiche pratiche (soprattutto urbanistiche e di lavori pubblici). Esercitare poi pressione non solo in Consiglio ma anche sui mezzi d’informazione. Se si presentasse una “listina civica” sarei dispiaciuto perché significherebbe che i partiti non hanno saputo interpretare i bisogni di una parte della comunità locale. Non è però escluso chje possa interpretare un ruolo utile di controllo.
Comunque sono d’accordo: il lavoro non finisce con le elezioni. Se deve essere ricostruita una sensibilità verso l’intetresse comune è necessario costruire un movimento di opinione sempre attivo.
circa 14 anni fa
Non credo che le liste civiche risolvano i problemi. Passare ai fatti significa prima di tutto diffondere il nostro malcontento, se giustificato, per capire quanti sono coloro che lo condividono. Se fossimo una minoranza dovremmo rassegnarci alla dura legge della democrazia altrimenti dovremmo trovare i modi e i luoghi dove far sentire con forza la nostra voce per ottenere un confronto leale e alla pari con i partiti allo scopo di collaborare alla definizione di scelte trasparenti e motivate. Quel movimento di opinione al quale mi richiamavo nel mio articolo di qualche giorno fa.
circa 14 anni fa
E’ ovvio che lasciare un impegno assunto perchè si presenta un’occasione migliore non è mai un bel gesto. Però tutti sanno che la storia politica del “nostro” amico ferroviere è stata orientata esclusivamente alla carriera. E’ stato subito chiaro, a chi voleva capire, che quella di sindaco sarebbe stata solo una tappa in funzione di altri e più importanti e remunerati incarichi. E le dimissioni, se non sono arrivate ieri, perchè non gli è toccata la presidenza della provincia sono arrivate oggi, perchè il nuovo incarico ha tutti i requisiti dell’avanzamento. Ma non si tratta di una sua scelta, è stata una casuale occasione scaturita dai maneggi senesi. Rimango perciò dell’idea che capire come, chi e dove si decide rimane il nocciolo della questione.
Quanto alle considerazioni di Giorgio Cioncoloni, è evidente che un bilancio di questi anni andrà fatto e che non si può ridurre a qualche “impresa”. Secondo me si trata di seguire due direttrici: la mancata approvazione del piano strutturale, e come sono stati spesi i tanti soldi che ha avuto a disposizione. Perchè sul fatto che abbia creato un deserto per quanto riguarda la partecipazione e il confronto con i cittadini mi pare che ormai è convinzione largamente condivisa.
E infine: cosa vuoi dire (sempre Cioncoloni) con “passare ai fatti”? Mettere in campo una bella lista civica?
circa 14 anni fa
concordo con l’analisi di paolo miccichè riguardo alle dimissioni di ceccobao, conosco come te luciano i retrobottega di quel partito quindi so che le tue considerazioni sulle manovre senesi non sono campate in aria ma credo che le dimissioni siano state inopportune al di là degli intrighi che hanno portato a ridisegnare la mappa del potere senese. essere eletti al ruolo di sindaco significa assumersi una responsabilità nei confronti dei cittadini che non può essere poi ignorata perchè passa un’opportunità migliore.
circa 14 anni fa
Lungi da me fare il difensore del sindaco Ceccobao però credo che un giudizio obiettivo su otto anni di amministrazione non si può limitare a qualche provvedimento non condiviso perché è normale che in due mandati amministrativi ci siano luci ed ombre e quelli evidenziati negli interventi sono senz’altro provvedimenti negativi che condivido, soprattutto il rapporto tenuto con i cittadini e con le associazioni. La valutazione però deve essere complessiva e non può essere ridotta a poche righe e alla fine deve dire se sono più le realizzazioni positive o negative così come non mi pare corretto dare una valutazione a priori su quella che può essere l’attività di assessore regionale basata su un bilancio parziale di quanto fatto come sindaco. Mi sembra però che più importante sia l’aspetto di quelli che in un mio precedente intervento ho definito i “padroni” delle istituzioni che tolgono ai cittadini e agli elettori il potere decisionale in nome di interessi e affari più o meno leciti. E’ o non è giunta l’ora che ci ribelliamo a questa situazione? E quale occasione migliore delle elezioni amministrative, che riguardano direttamente il nostro paese e la nostra vita quotidiana, per passare dalle disquisizioni accademiche ai fatti?
circa 14 anni fa
Mi permetto di insistere sulla “forma che è sostanza”. Se sei potenzialmente disposto a lasciare, vuol dire che il tuo agire sarà viziato sin dall’inizio. In realtà Berlusconi con il “contratto con gli italiani” fece un’operazione di marketing geniale; chiese ai politici di impegnarsi contrattualmente mettendosi sullo stesso piano dei cittadini, sempre soggetti a contratti che regolano reciproci impegni: dalle utenze di casa fino ai contratti di lavoro. Io stesso non posso lasciare uno spettacolo perché nel frattempo mi è arrivata una proposta più allettante sia per compenso che per prestigio; e se lo dovessi fare ne andrei a discutere in Tribunale oltre ad essere messo nella “lista nera” degli inaffidabili.
La dietrologia senese – benchè tutta da verificare – su come è arrivata la nomina è casomai un ulteriore livello di analisi; ma allora significa che se invece di arrivare in questo modo “inaspettato”, le dimissioni fossero state giustificate e programmate in anticipo, in quel caso sarebbero state corrette e opportune?
Ricordo Valerio Zanone che era un buon Sindaco a Torino e che lasciò perché la situazione nazionale “chiamava”: i torinesi non glielo perdonarono. A Chiusi cosa succede se passi con il rosso? Vieni multato oppure ti danno una compiaciuta pacca sulle spalle?
circa 14 anni fa
Lo scandalo, a mio giudizio, non sono tanto le dimissioni ma tutte le manovre che hanno portato Ceccobao in regione. Manovre tutte senesi, e che hanno avuto il solo scopo di predisporre i nuovi assetti del potere a Siena in vista delle prossime elezioni. In questo valzer delle poltrone per Ceccobao si è improvvisamente materializzata la possibilità di ricoprire quella di assessore regionale. L’aspetto cruciale della questione, quindi, non è se Ceccobao ha fatto bene a dimettersi per accettare il nuovo incarico (anche se, ovviamente, un problema di correttezza esiste) ma come e perchè si è giunti alla sua designazione. Il fatto che anche molti esponenti del Pd si sono posti queste domande la dice lunga su chi e dove si decide.
Il bilancio dei suoi otto anni da sindaco non è certo lusinghiero, e il giudizio a Chiusi è ormai sempre più condiviso. L’aver distrutto ogni canale di comunicazione tra Amministrazione comunale e cittadini è forse il suo capolavoro. Non ha saputo (voluto?) dare alla città un nuovo piano strutturale, ma ha speso mezzo milione di euro per rovinare piazza della stazione e ha impegnato le finanze del comune in un nuovo stadio decisamente sovradimensionato.
Da Firenze rilancerà il ruolo ferroviario di Chiusi? Certo i trascorsi non fanno ben sperare.