Il dibattito che sta prendendo forma sulla politica locale su chiusinews ci accomuna tutti nella ricerca del bene della città. Sino ad ora è stato duro, ma corretto e soprattutto utile.

Due giorni fa è arrivato un contributo di un  anonimo. Non so se in altre occasioni l’avremmo pubblicato, lo facciamo ora molto volentieri perché una risata ci aiuterà (almeno si spera) ad attenuare la tensione, per poi permetterci di continuare in maniera più serena su un tema così importante. (Paolo Scattoni)

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di Plinio il giovane

Ora il bunga bunga glielo diamo noi, altro che pettinar le bambole! Con questo battagliero e minaccioso ordine del giorno, il segretario Bersani ha convocato a tarda notte una riunione d’urgenza dei più ascoltati dirigenti del Pd. E sembrava proprio la volta buona perchè, messe da parte finalmente ripicche e rivalità, stavano di comune intento studiando le mosse per dare il benservito al cavaliere. Quando, come una mannaia tra capo e collo, è calata sul vertice l’ultima provocazione di Giorgio Cioncoloni. Così l’intricata situazione chiusina si è riproposta con tutta la sua evidenza e ha subito fatto passare in secondo piano i bellicosi propositi contro il capo del governo.

Che a Roma non ci dormissero la notte, al solo pensiero delle elezioni a Chiusi, è risaputo. Ma evidentemente, col passar del tempo, la nomenclatura del partito si è convinta che è nella cittadina toscana che si giocano le sorti del Paese. Ed è la componente ex Margherita, a Chiusi come a Roma, che vuole vederci più chiaro. L’eloquente espressione di Franceschini, colta dall’attento fotografo, la dice lunga sui timori che hanno finito per parlizzare anche dirigenti che hanno combattuto mille battaglie. Sanno che gli è rimasta una sola carta: il questionario del Giglioni. E sembra che il vertice abbia studiato, per il fatidico appuntamento, un piano dettagliato fin nei minimi particolari (compresi giochi di luci ed effetti speciali audio e video) perchè sono convinti che solo un coup de theatre può ormai toglierli dagli impicci in cui sono finiti.

Solo Veltroni e D’Alema si sono smarcati da una decisone approvata a larghissima maggioranza. Il primo, sempre più polemico, ha riproposto la sua vecchia idea: correre da soli, per non arrivare secondi. La volpe del Tavoliere, come l’hanno soprannominato quelli del Manifesto dopo i trionfi pugliesi contro Vendola, pare invece che si sia limitato ad una salutare pennichella, convinto che alla fine le cose si aggiusteranno da sole e che, anche i più critici e riottosi, come Lorenzoni, Cioncoloni, Scaramelli (Luca ovviamente) e Miccichè finiranno con lo scegliere il sindaco che sceglierà il Pd, anche se non dovesse essere smaccatamente di sinistra. Ma i più stretti collaboratori si sono lasciati scappare anche qualche indiscrezione sul dopo voto. Pare che la volpe, dopo aver dimostrato a quelli di chiusinews che le chiacchiere non fanno farina, abbia scelto proprio quel blog, che essendo di tutti è ovviamente anche suo, per festeggiare l’ennesimo trionfo.