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Elezioni e urbanistica: quieta non movere sed mota quietare
“Non agitate ciò che è calmo, ma calmate ciò che si agita”. Questa la filosofia degli antichi romani. Anche se in forme un po’ ruspanti questa pare essere la filosofia di chi conta a Chiusi.
Alcuni giorni fa, dopo la presentazione al teatro dei risultati della “campagna d’ascolto” del partito dmocratico, un infelice comunicato per conto del PD da parte dell’addetto stampa del Comune, determinò la risposta risentita di Gisella Zazzaretta, membro della segreteria del partito dell’unione comunale.
La polemica seguita su chiusinews è stata piuttosto vivace . Quello che poi, però, non si è capito è se la posizione del PD locale rispecchi quella di Gisella Zazzaretta o quella dell’addetto stampa del Comune momentaneamente in prestito al PD.
Così il “quieta non movere” ha caratterizzato il comportamento della dirigenza del PD nella “maturazione” delle candidature (Ciarini, Scaramelli) che si sono sviluppate per vie personali e per usare un eufemismo piuttosto riservate, di sicuro non attraverso canali trasparenti. Il “mota quietare”, il calmare ciò che si agita, lo si persegue con il silenzio. Se si sta zitti, la cosa primo o poi passerà.
Anche i nostri amministratori pubblici sembrano, seguire questa strada. Esce un comunicato ufficiale di una forza di maggioranza (Sinistra, Ecologia e Libertà) che dichiara con sicurezza le quantità del Piano Strutturale che è in preparazione da più di dodici anni. I dati che vengono dichiarati sono allucinanti, per me incredibili. Ma se le giunte Ciarini e Ceccobao hanno praticato per tutti questi anni il “quieta non movere” rifiutandosi di giustificare gli eccezionali ritardi nell’approvazione del Piano, al deflagrare di una bomba di queste dimensioni da parte di un partito che ha il suo bravo rappresentante in Consiglio e la sua brava rappresentante in Giunta, il Pd pratica incredibilmente il suo “sed mota quietare” ancora con il silenzio.
Come si può ben immaginare anche in questo caso l’interesse espresso in termini di contatti su chiusinews è stato massiccio.
Politici e amministratori sono poi così sicuri che questa politica del silenzio pagherà?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 15 novembre 2010 alle 00:03, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
mi riferivo al commento di Luca sull’assenza di “dinamismo” del PD. Scusa se sono andato fuori tema.
circa 14 anni fa
Non capisco la relazione fra cattolicesimo e marxismo su una previsione di edificabilità a Chiusi che se confermata divertirà l’Italia intera. Oppure sull’interpretazione di un comunicato stampa sull’iniziativa del PD in merito a un questionario.
circa 14 anni fa
secondo me è venuto il momento, per il PD, che i “cattolici” e i “marxisti” si lascino reciprocamente liberi e smettano, scusate l’eufemismo di “tenersi reciprocamente per le palle”. Nessuno dei due è padrone di esprimere liberamente le proprie convinzioni, provocamdo così un laceramento all’interno ma senza dire nulla all’esterno, a tutto vantaggio di coloro che, anche dicendo cose meno condivisibili di quelle del PD, almeno le fanno sentire chiaramente. (es Lega o Di Pietro o Fini). La gente, dopo trenta anni di Italia 1 e armi di “distrazione di massa” affini, non è più così scaltra e sottile politicamente e ha bisogno di concetti pochi e chiari. Guardate l’esempio di ieri sera quando alla trasmissione di Fazio Fini e Bersani hanno espresso i Valori della destra e della sinistra. Persoonalmente i valori della destra li ho capiti (e ovviamente non condivisi) ma quelli della sinistra mica sono venuti fuori tanto bene, non era il caso di essere più chiari? Non era meglio che i cattolici esprimessero i loro valori e la sinistra quella vera i propri? Poi si può sempre camminare insieme su temi comuni (es i temi sociali) ma è scontato che sui temi etici ad esempio le due culture sono incompatibili.
circa 14 anni fa
io credo che se il pd non smette di dilaniarsi al proprio interno e non comincia al di là dei proclami a muoversi più all’esterno è avviato su una strada che non porta a niente, le esperienze della puglia di firenze e ora di milano dovrebbero insegnare qualcosa.
circa 14 anni fa
Speriamo che paghi come a Milano.