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Chiusi e un Pd troppo distanti da Milano
Leggendo su “la Repubblica” un articolo di Gad Lerner, relativo alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Milano del centro sinistra, mi sono venute in mente alcune riflessioni che vorrei esporre ai frequentatori di chiusinews, senza alcuna pretesa se non quella di condividere con qualcuno qualcosa che sento dentro, nella speranza di non essere solo.
“Nell’aria si respira passione civile, voglia di partecipare, in quella che da quasi vent’anni viene considerata la roccaforte inespugnabile del berlusconismo… sfida resa appassionante perché fra uomini nuovi ma conosciuti e rispettati, niente più soluzioni di ripiego da votare tappandosi il naso….Agli appuntamenti con i candidati hanno registrato la partecipazione migliaia di elettori, molti dei quali fino a ieri propensi all’astensione. Gli stessi comitati di sostegno alle candidature sono animati dall’impegno di giovani alla loro prima esperienza politica… rinascita di una democrazia dal basso che si nutre di partecipazione ed ascolto”.
Queste frasi, estrapolate dall’articolo, mi hanno fatto pensare che in fin dei conti è questo che noi chiediamo anche a Chiusi. Ma non solo per Chiusi, bensì anche per l’Italia. L’attuale degrado politico che regna nel nostro Parlamento, infatti, dovrebbe far sì che chiunque abbia un minimo di coscienza civile si senta obbligato a dare il proprio contributo per un tentativo di svolta politica. E i dirigenti politici, ad ogni livello, si dovrebbero sentire in dovere di stimolare questa coscienza civile. E’ dal basso, dai circoli di partito, dalle unioni comunali, che dovrebbe partire lo slancio per promuovere una partecipazione la più ampia possibile, che da ruscello si trasformi in piena dilagante grazie all’incontro di tutte le realtà territoriali. Solo così si può sperare di battere il berlusconismo che, anche se in agonia, è ancora ben lontano dalla fine perché sicuramente sopravvivrà a lungo ben oltre lo stesso Berlusconi. Le grandi vittorie del passato sono state ottenute sulla base di grandi speranze di rinnovamento e di partecipazione, poi naufragate per meschini giochi di potere. L’Ulivo, fatto fallire miseramente perché i consensi ottenuti da Prodi, che andavano ben oltre i consensi ai singoli partiti, furono utilizzati per eleggere D’Alema, che sicuramente quei consensi non avrebbe ottenuto in maniera diretta.
Il Partito Democratico, nato anch’esso per raccogliere consensi che andassero oltre quelli dei partiti costituenti, e mai decollato in questo senso, perché costituito in fretta, fondendo gli organismi dirigenti, senza che nessuno si sia preoccupato di farne recepire alla società gli aspetti positivi. Tante occasioni perse per creare e per mantenere quella coscienza civile di partecipazione che è l’unica arma su cui il centro sinistra può contare per tornare a governare. E nonostante tutto continuiamo a sprecare le migliori occasioni, tra le quali le elezioni amministrative, che sono quelle che più possono coinvolgere direttamente i cittadini, a causa dell’ottusità di una classe politica che non riesce a vedere al di là del singolo avvenimento e che si barrica dietro l’orgoglio di partito per avocarsi un diritto che lo stesso statuto del partito, all’art. 1, paragrafo 2, concede a tutti gli elettori: “Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali”. Per quanto tempo ancora dovremo evidenziare l’aumento, ad ogni tornata elettorale, della diminuzione dei votanti senza pensare che quella è la vera sconfitta e che, con una maggiore visione democratica, potrebbe trasformarsi in vittoria? Per quanto tempo ancora le roccaforti del centro sinistra assomiglieranno a quelle roccaforti del berlusconismo citate da Gad Lerner nel suo articolo?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 14 novembre 2010 alle 00:08, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Ho scritto che a Montepulciano la parte “arroccata” era quella che appogiava il sindaco uscente (cioè era arrocata prima di fare le primarie, tant’è che non le voleva fare) ed è stata sconfitta da quella “più aperta” e quondi migliore, rappresentata nella circostanza dall’ousider Andrea Rossi che poi ha vinto le elezioni ed è diventato sindaco. Punto.
Il Pd si decida. Se ritiene le primarie uno strumeto utile ed efficace le faccia e le faccia vere, non finte, cioè tra un candidato forte (del Pd) e qualche candidato debole (dei cespugli che stanno all’ombra del Pd). Rimane l’interrogativo: perché a Chiusi di primarie non si parla?
circa 14 anni fa
Le Primarie sono a mio avviso uno strumento di democrazia partecipata di assoluta rilevanza, credo che quando il partito decide di scegliere i propri candidati utilizzando questo strumento, fa una scelta giusta e coraggiosa. E’ naturale che se partecipano più candidati, ognuno di noi è chiamato a scegliere tra di loro, è pertanto fuori luogo affermare che la parte migliore è quella che ha appoggiato il candidato che risulterà vincitore e “arroccata” quella sconfitta o si ritiene giusta e legittima una scelta plebiscitaria senza confronto?? Anche a Milano i dirigenti locali del Pd stanno commettendo un grave errore rimettendo il loro mandato anzichè appoggiare con forza il candidato di coalizione che ha vinto, così si da l’impressione di giocare solo e soltanto per i propri interessi di bottega.
Un saluto a tutti e grazie per avermi ospitato nel vostro interessantissimo blog.
Giancarlo Pagliai
(responsabile Diritti civili PD Siena)
circa 14 anni fa
E’ vero. A Montepulciano sono state fatte le primarie di partito. Perché lo statuto per Montepulciano lo ha permesso e per Chiusi invece no? O sono false giustificazioni perché le primarie di partito è il partito stesso che non le vuole fare? Domanda chiaramente retorica.
circa 14 anni fa
Distanti da Milano? Chiusi sembra purtroppo lontana anche da Pienza e Montepulciano. E da Firenze. A Pienza la società civile si è organizzata e ha mandato all’opposizone un Pd arroccato su se stesso e a difesa di scelte indifendibili (come la lottizzazione Monticchiello); a Montepulciano sono state fatte le primarie vere, di partito, e la parte migliore del pd ha mandato a casa quella più “arroccata”… E’ successo un anno e mezzo fa non u secolo fa…
A Firenze Renzi che non è l’ala sinistra del Pd dice e fa cose di sinistra e accresce i consensi… Perché a Chiusi, nel Pd, nessuno per esempio dice le cose che dice Renzi?
Vista la situazione di Chiusi e del Pd chiusino credo che anche le primarie non sarebbero una gran soluzione… E mi sembra ua perdita di tempo continuare a ragionare su un Pd che non riesce nemmeno a pronunciare parola su questioni come il comunicato diffuso e smentito o la questione del milione e 800 mila metri cubi di cemento che secondo Sel si abbatteranno sul ns territorio. O meglio, non second Sel, ma secondo un documento diffuso da Sel, che riporta dati del Piano Strutturale in gestazione, opera delle giunta attuale… Se quei dati sono veri, e hanno tutta l’aria di esserlo (il Pd che aspetta a dirlo se son veri o no?)di che cosa vogliamo parlare col Pd?
circa 14 anni fa
Sarebbe stato meglio che Milano avesse preso esempio da Chiusi per questa rinnovata vitalità dello strumento democratico delle “Primarie”, finalmente riaperte alla Società civile; in ogni caso, si è ancora in tempo a….copiare Milano. Invece sarebbe controproducente insistere con la logica della nomina, più o meno addolcita da giochetti di prestigio: l’astensionismo o le liste civiche si curano solo con una maggiore partecipazione.