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Election day a lista unica per il PD
Il 25 giugno si sono tenuti i congressi del PD. Tutti i circoli di Chiusi hanno votato per gli organi dirigenti provinciali, comunali e di circolo.
Nessuna sorpresa perché i risultati erano di fatto già tutti determinati, infatti le liste erano uniche e quindi non c’erano alternative. La cosa ha disorientato non pochi iscritti che hanno criticato il metodo. Elisa Meloni è stata riconfermata segretario provinciale. Paolo Giglioni va invece a sostituire Marco Nasorri quale responsabile a livello comunale.
Nel circolo di Chiusi Scalo, quello che raccoglie il più alto numero di iscritti, si è colta l’occasione per impostare un dibattito che si è sviluppato dalle 18.30 sino alle 23. Tutti hanno riconosciuto la necessità di promuovere discussioni fra gli iscritti e soprattutto con l’esterno. Si sono anche percepiti accenti e impostazioni diverse. Sarà interessante vedere come il confronto si svilupperà in occasione delle elezioni amministrative
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 26 giugno 2010 alle 20:15, ed è archiviato come CRONACA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
dal 1988 (PCI) al 1992 (PDS), negli anni della mia militanza in quei partiti la parola d’ordine negli inutili dibattiti interni era sempre “dobbiamo apririci all’esterno, dobbiamo promuovere la discussione fuori dalle sezioni”, ero poco più che un adolescente, adesso ho la barba bianca e due bambini ma il dibattito mi sembra che non sia cambiato e che le finestre o le porte delle sezioni non si siano ancora aperte
circa 14 anni fa
La mia interpretazione è diversa. Al momento la vita del PD è condizionata dalle componenti di provenienza della maggior parte degli iscritti (DS e Margherita) . C’è ancora diffidenza e quale sistema migliore quello di accordarsi sulle liste in anticipo?
Purtroppo i danni sono enormi perché queste dinamiche non permettono l’emergere di elementi nuovi e con loro il necessario rinnovamento della politica.
circa 14 anni fa
Viva la Bulgaria. E poi, la new generation non vuole che li si chiami compagni. Hanno proprio ragione.