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Fortuna Maradona!
Non c’è la nuova stella e non c’è il gioco. Inghilterra, Italia e Francia, come da programma, sono già tornate a casa. E anche il magno Brasile, che in mano a Dunga s’è convertito al gioco utilitaristico, non diverte e non appassiona. Le tanto attese nazionali africane hanno deluso. Ci hanno provato gli arbitri, con i loro macroscopici errori, a ravvivare un po’ la manifestazione, ma i rei sono stati cacciati e si va avanti tranquillamente. Sono rimaste in otto anche se Spagna, Argentina e Brasile, pur non incantando, sembrano quelle che hanno le maggiori possibilità di portarsi a casa la coppa. Comunque vada il mondiale africano, il primo che si disputa su quel continente, rischia di passare alla storia come il più noioso ed il meno significativo. A meno che non vinca lui: Maradona. L’ex pibe è ancora l’unico personaggio che può tenere in piedi l’intera baracca. Non c’è Messi che tenga la stella argentina è sempre lui, anche se per il suo show non ha più a disposizione il campo da gioco ma un piccolo spazio davanti alla panchina. E le telecamere lo spiano per coglierne ogni smorfia e la plebea teatralità. L’oligarchia che governa il calcio mondiale non l’ha mai potuto soffrire, e non vedrebbe certo di buon occhio un altro suo trionfo, ma a lui è aggrappata. Ora, come quando giocava. Perchè il carrozzone non convince più, e da tempo si trascina stancamente alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che ne ravvivi l’immagine e l’interesse, perchè lo spettcolo è ormai di second’ordine. E allora sono costretti ad accettarlo, sperando magari che finisca in lacrime, come ad Italia ’90, quando con un rigore fasullo il titolo finì in Germania. Anche i semplici spettatori, sia quelli che lo amano, sia quelli che lo detestano, sanno che il coniglio dal cappello può ancora estrarlo solo lui. E sono lì, in attesa, che sia di nuovo sugli altari o che cada ancora nella polvere. Se questo è ormai il gioco, che vinca Maradona! Anche alla faccia della Rai che invece di Argentina-Germania trasmetterà l’entusiasmante Paraguay-Spagna.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 2 luglio 2010 alle 00:07, ed è archiviato come SPORT. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Niente da fare. La peggior Argentina, a memoria d’uomo, cede il passo ad una dignitosa compagine da coppa Uefa.
circa 14 anni fa
Maradona è stato un profeta molto fugace. Forse i risultati imprevisti di questo mondiale potrebbero lanicare qualche messaggio interessante nelo segno delo rinnovamento del baraccone.
circa 14 anni fa
Il calcio ha perso appeal Sia perchè il risultato viene cercato con accorgimenti tattici e non con il bel gioco Sia perchè, come dice Luca, i giocatori ormai li scelgono col metro e la bilancia (tant’è che Maradona diceva: ormai per giocare al calcio o sei alto un metro e novanta o sei bravo come me!). Ma il guaio peggiore è che ha perso di credibilità. In tanti dicevano che il Brasile non avrebbe mai vinto questo mondiale perchè ha già prenotato il prossimo (che organizzerà) e guarda caso oggi è uscito. Certo Dunga, Melo…però è fuori “come previsto”.
circa 14 anni fa
il calcio è un baraccone che si trascina sulle sue vecchie gambe, governato da un gruppo di parrucconi che non sarebbero in grado di gestire neppure la tombola natalizia con i parenti.
L’impressione che ho è che sia vecchio e malandato anche l’enorme pubblico che stancamente continua a seguire questo sport mentre tra gli addetti ai lavori si accalorano su discussioni trite e ritrite vecchie di anni.
La maggior parte degli sport con il loro scarso pubblico, le scarse risorse economiche e la quasi totale disattenzione dei media perseguono ormai da anni vie nuove ed introducono regolarmente novità normative e si avvalgono di tecnologie (“l’occhio di falco” nel tennis in grado di stabilire al millimetro se una palla è dentro o fuori, replay istantaneo nel rugby, nella scherma, nella pallacanestro – dove è stato inserito tranquillamente qualche anno fa il terzo arbitro senza bisogno di nessun dibattito televisivo – sensori sotto alle righe nella pallavolo) che fanno apparire le discussioni sui fuorigioco o i goal fantasma roba da preistoria.
Eppure ci sono ancora tante persone che dicono che il bello di quello sport stà anche nell’errore umano che fa parte del gioco. Auguri, a quei tifosi del calcio li aspetta il processo di Biscardi per i prossimi cinquanta anni, e buon divertimento.
Se a tutto questo aggiungiamo che la selezione sui calciatori si fa a sedici anni misurando altezza e peso, fregandosene tranquillamente delle doti tecniche, non sorprendiamoci poi se lo spettacolo è questo.