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Rischio idraulico: Il piano del sindaco Bardini
Se per Chiusi scalo la la pioggia rappresenta un vera e propria spada di Damocle, il rischio idraulico è alto in gran parte del territorio comunale. Un problema con cui si convive da sempre ma che solo da una decina di anni è finito ai primi posti sull’agenda dell’Amministrazione comunale. Appena quattro anni fa gran parte del più popoloso abitato di Chiusi finì sott’acqua. L’alluvione causò notevoli danni e scatenò l’ira di cittadini e commercianti. Il mese scorso le piogge sono state copiose ma fortunatamente non si è ripetuto il disastro del 2006, eppure le statistiche segnalano il novembre 2010 come uno dei mesi più piovosi da molti anni a questa parte, le precipitazioni sarebbero state tre volte superiori alla media. Solo fortuna? Certamente no.
Fausto Bardini che, con le dimissioni di Ceccobao, si è ritrovato sulla poltrona di sindaco nell’ultimo scorcio di legislatura, ha fatto della messa in sicurezza del territorio comunale dal rischio idraulico il suo principale punto d’impegno. Sulla questione gli abbiamo chiesto informazioni sulla situazione attuale, sui punti critici, sui lavori necessari e sui tempi di realizzazione.
Secondo Bardini “Qualcosa è stato fatto e l’impatto delle piogge, oggi, è assai minore di qualche tempo fa. Naturalmente i rischi permangono e quelli maggiori riguardano sicuramente Chiusi scalo e Montallese. Lo studio prodotto dall’ingegner Castellani, un’autorità in materia, che sarà parte integrante del nuovo Piano strutturale, conferma le nostre impressioni. La tavola delle tubazioni relativa allo scalo” che ci dispiega sul tavolo ”evidenzia in rosso i numerosi tratti su cui intervenire. Ma naturalmente l’indicazione prioritaria dell’ingegnere riguarda la messa in sicurezza del Montelungo e del Parce (il torrente che lambisce la frazione di Montallese). Intervenendo adeguatamente su questi due corsi d’acqua il rischio, rispetto ad oggi andrebbe a ridursi dell’80%. Occorre consolidare quindi gli argini del Montelungo e del Parce e realizzare due casse di espansione come è stato fatto per il Gragnano”. La spesa per questi interventi viene stimata intorno ai 6/700 mila euro. Alcuni interventi minori sono stati già realizzati e altri come il rifacimento dei sottoservizi tra la Fontina e le “scalette” verranno realizzati a breve con la messa in opera dei nuovi marciapiedi.
Il piano complessivo della messa in sicurezza dello scalo prevede altri consistenti interventi che Brdini così illustra: ”Ci sono due punti critici a valle, il torrente Tombarello che costeggia la zona artigianale e la zona dell’acquitrinio sotto il cavalcaferrovia. Nel primo caso serve un controfosso parallelo che si immetta nella Chianetta nel tratto che dalle Biffe va verso Ponticelli. Il nuovo fosso consentirebbe un più veloce deflusso delle acque in quanto la Chianetta, che ha una pendenza prossima allo zero, risulta poco efficace. Nello spazio sotto il cavalcaferrovia è invece necessario costruire un vascone di raccolta delle acque da immettere poi con delle pompe nella Chianetta. Andrebbero anche rifatte le casse di espansione del Tresa che sono ormai in uno stato di totale degrado”. Se sulle cose da fare le idee sono abbastanza chiare su tempi e finanziamenti come siamo messi?
Bardini appare fiducioso: “ Esiste una convenzione del 2005 con la Regione che va rinnovata e i segnali sono buoni. Penso che entro gennaio del prossimo anno nell’incontro fissato a Firenze a cui parteciperanno anche le provincie di Siena e Arezzo si riesca a mettere nero su bianco. I contrubuti ci saranno. Inoltre abbiamo ricevuto segnali positivi dalla Fondazione Monte dei Paschi, quindi almeno per i primi interventi non dovrebbero esserci problemi. Quello a cui sto lavorando è la definizione sia del piano complessivo di sicurezza idraulica con il raccordo dei vari Enti che hanno, a vario titolo, giurisdizione sul problema. Voglio lasciare a chi verrà dopo di me un piano di lavoro ben definito accompagnato dai relativi finanziamenti.” Quando gli chiediamo cosa intende fare alla scadenza del mandato ci dice che con la chiusura della legislatura considera concluso il suo impegno in comune e che dedicherà maggior tempo al suo ruolo di nonno. E la politica? In questo mese ne sono successe di tutti i colori, ma Bardini dice che di polemiche ce ne sono state fin troppe e ci congeda con un sorriso e una cordiale stretta di mano.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 7 dicembre 2010 alle 00:03, ed è archiviato come AMBIENTE, CRONACA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Il vicesindaco reggente Bardini cita, tra i problemi qello del “rifacimento delle casse di espansione del Tresa, che sono ormai in competo degrado”. Stupisce (ma non tropo, visti i rapporti pressoché inesistenti tra il Comune di Cihusi e quelli limitrofi della sponda umbra) che Bardini non lo sappia, ma il progetto di tale opera è già stato approvato e presentato al pubblico – ne ha parlato anche primapagina nell’edizione del 5 ottobre – e sarà resto realizzato per un investimento di 5 milioni di euro da parte del Comune di Città della Pieve e Consorzio di Bonifica.
Parlando invece di Chiusi dello Scalo in particolare, viene da chiedersi: la cementifcazione progressiva delle colline in atto da anni e in previsione – visti i numeri del nuovo Prg – è del tutto ininfluente sul rischio idraulico?