di Paolo Scattoni

Del nuovo Piano strutturale è pubblicato il quadro conoscitivo con tavole e relazioni. Nel sito del comune alla voce urbanistica però non c’è traccia alcuna. Per chi volesse comunque visionare gli elaborati può connettersi al sito http://comunechiusi.readytec.it/.Ne siamo venuti a conoscenza del tutto casualmente.

Evidentemente il lavoro di aggiornamento del sito del comune è stato appaltato ad una ditta esterna. E’ forse esagerato, visto che l’Amministrazione ha un proprio ufficio di elaborazione dati.

Nella relazione relativa ai nuovi insediamenti produttivi si può leggere: “La Nuova Area. La potenziale nuova area, individuata dall’Amministrazione Comunale di Chiusi avrà una estensione di circa 250.000 mc e sarà ubicata nell’immediata vicinanza al casello Autostradale (A1) “Chiusi-Chianciano Terme”.

Si tratta quindi di una scelta dell’Amministrazione comunale e non certo dei progettisti, quella di costruire nuovi capannoni a Querce al Pino, scelta già votata dal consiglio comunale, con l’opposizione del solo consigliere di minoranza Fratoni.

Tra le altre cose si può anche leggere: Tuttavia non è riconoscibile una domanda, nemmeno latente, di spazi, che non sembrano costituire una strozzatura che impedisca la crescita delle attività di servizio. D’altra parte l’offerta di spazi non è un fattore capace di per sé di generare nuove attività di servizio o incremento di quelle esistenti. Quindi, nemmeno il complesso delle attività produttive (agricoltura, industria, servizi) sembra in grado di innescare una domanda di spazi tramite i meccanismi di mercato“.

I progettisti non sembrano rilevare quindi la necessità di nuovi spazi da edificare per lo sviluppo delle attività produttive.

C’è poi un riferimento “vecchiotto” alle potenzialità del centro intermodale che è stato bello e sepolto: “L’individuazione di Chiusi quale sede del Centro merci e servizi logistici è strategica per un’area territoriale più vasta che coinvoge anche le province limitrofe“. E’ stato lo stesso consiglio comunale a prendere atto che quella “individuazione strategica” è ormai andata.

Quello che però più colpisce è uno dei punti finali della relazione economica in cui si raccomanda la prudenza e il realismo delle previsioni dimensionali e funzionali e la preventiva acquisizione su basi di ragionevole certezza dell’interesse privato e della decisione pubblica, alla localizzazione nel sito di residenze e funzioni pubbliche”, che detta in parole povere si può tradurre così: “state attenti alle previsioni irrealistiche e a richieste di privati che non abbiano basi più che credibili”.

E infatti siamo arrivati alla cifra prudente e realistica di 1.800.000 metri cubi! Chissà che ne avrebbe detto l’autore del rapporto economico se non fosse, purtroppo, prematuramente scomparso.

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