di Paolo Scattoni

Era prevedibile. L’improvviso abbandono della scena locale del sindaco Ceccabao ha accelerato la girandola dei nomi degli aspiranti alla successione. Si tratta però di poco più di chiacchiere da bar. Le prime voci riguardano personaggi d’apparato. Si dice che Ceccobao insista per un erede fidato: l’assessore Stefano Scaramelli. Emergerebbe anche la candidatura dell’ex sindaco Marco Ciarini appoggiato da settori dell’ex Margherita, insomma si favoleggia di un accordo fra ex. Ci sarebbe poi l’altro Marco il Nasorri che vedrebbe nella carica di sindaco un passaggio per la sua carriera politica.

Le prime indiscrezioni alimentano a loro volta fazioni e critiche: vogliamo un ventriloquo da riporto di Ceccobao? Chi vuole la minestra riscaldata di un ex sindaco che pensando troppo ai cocci dei nostri antenati non aveva neppure intuito i cambiamenti sociali e produttivi del nostro comune? E allora quell’altro che è dipendente comunale e dovrebbe fare qualche giravolta per rendere legale la propria candidatura?

Così le chiacchiere da bar trovano il modo di amplificarsi. Si favoleggia dell’ex dirigente scolastico che dopo una vita democristiana sarebbe approdata all’Italia dei Valori per entrare nel gioco. Ci sarebbe poi il dipendente regionale. Che dire del professore con buone entrature negli ambienti cattolici?

E gli sponsor? Chi appoggerebbe la Curia? E l’AUSER chi potrebbe sponsorizzare?  E la Banca di Credito Cooperativo? E la Massoneria? Quelli poi … tramano nell’ombra …

Insomma di tutto di più.

C’è un’alternativa a questo insopportabile rumore di fondo? Proviamo a pensare a un’alternativa. Due possibili azioni. La prima è quella di una chiara presa di posizione sulla necessità delle primarie. In una situazione come questa è davvero impensabile che il centrosinistra possa negare una misura ampiamente utilizzata e prevista come auspicabile in alcuni degli statuti dei partiti del suo schieramento. Da auspicare che questo metodo venga utilizzato anche dallo schieramento di centrodestra per la scelta del proprio candidato.

Certo anche le primarie possono essere strumentalizzate. In questo senso il trucco delle candidature di facciata per sottrarre voti agli avversari è un classico. Ma almeno qualcuno ci deve mettere la faccia.

La seconda misura è quella di un dibattito sul programma che porti alla individuazione di un insieme di azioni che abbia visto la partecipazione di tutti. Potrebbe essere condotto in campo neutro perché nessuno si senta ospite e tutti siano protagonisti.

Saranno poi i candidati a scegliere le priorità e posizionarsi così sulle azioni individuate. Allo stesso tempo gli elettori saranno in grado di valutare consapevolmente cosa realisticamente possano aspettarsi dall’uno o dall’altro candidato.