di Paolo Scattoni.

Chiusinews è un diario per Chiusi e dintorni. La provincia di Grosseto non è proprio vicina, ma una puntata fuoricasa ognitanto la possiamo fare; soprattutto se la notizia è di rilievo e di qualche interesse per le vicende nostrane.

IL Coseca è una società partecipata da comuni e provincia, si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi. E’quindi l’equivalente della nostra Sienambiente.  Nell’assemblea dei soci è stato nominato il nuovo presidente. La cosa ha determinato una spaccatura fra i soci. Il presidente sostituito Saimo Biliotti non ha cercato una “compensazione”  con qualche altro incarico. Ha voluto invece dire la sua in una conferenza stampa.
“I politici hanno tutte le prerogative e i diritti di fare le loro scelte. Poi però quando ho chiesto perché, nonostante un giudizio positivo dell’86% del capitale sulla gestione, venisse sostituito solo il presidente mi è stato risposto che era una decisione politica e le decisioni politiche non si discutono».
E così di fronte al rifiuto di ogni qualsiasi spiegazione ricostruisce la storia della sua presidenza: da quando la ereditò da Emilio Bonifazi, nel frattempo divenuto sindaco di Grosseto, fino al giugno 2010, quando proprio lo stesso Bonifazi, con il supporto del sindaco di Follonica è stato determinante nella decisione di defenestrarlo.

Quando Biliotti assunse la responsabilità di gestione il Coseca pagava circa 900mila euro di interessi passivi e aveva anche dovuto abbattere il capitale per un milione e 900mila euro di perdite. I mezzi erano tutti in affitto, o erano obsoleti.
I numeri dicono che il cda, allora composto da 5 persone, costava 150mila euro l’anno, il presidente aveva un’indennità di 45mila euro lorde, il vice di 32mila e i tre consiglieri di 24.300 euro. C’era, poi, un direttore generale che costava, alla società, 100mila euro, e un direttore tecnico con un compenso annuo di 35mila euro. Biliotti riduce il consiglio di amministrazione da cinque a tre membri e taglia i compensi incluso il suo con un risparmio di 68 mila euro.
Elimina la costosa figura del direttore generale con un contenuto aumento di compenso per il direttore tecnico. E sono altri 70 mila di risparmio.
Corregge altre spese. I mezzi non si riforniscono più ai distributori ma dalle cisterne di cantiere: e sono altri 600 mila euro di risparmio. Insomma una serie di misure che riportano l’azienda molto vicina al pareggio.

Allora perché la sostituzione? Occorreva far posto alla presidenza a qualcuno il cui precedente incarico non era più rinnovabile per statuto.
Quando ho letto la vicenda sul giornale ho pensato che Biliotti esagerasse. Ho così telefonato a due amici grossetani di diverse tendenze politiche che mi hanno invece confermato che era tutto vero.
Quando emergono questi casi si resta sgomenti e si misura tutto il dramma della politica attuale che non ritrova in senso del bene comune.