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Perché a Querce al Pino non si costruirà
A differenza di molti, che si sono espressi, anche su Chiusinews, sono abbastanza ottimista sulla vicenda Querce al Pino. Sono ragionevolmente sicuro che non si potrà fare. Occorre ripercorrere la vicenda per giustificare la mia posizione. Come abbiamo già scritto e riportato l’autore della relazione economica del quadro conoscitivo scrive che può essere pericoloso e sicuramente inutile, procedere a grandi previsioni di nuove aree per insediamenti produttivi e servizi. Nel 2008 ad integrazione di quella relazione viene dato l’incarico alla società di consulenza Eurobic perché approfondisse il tema degli insediamenti produttivi.
Eurobic viene chiamata a valutare la possibilità di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) di 250.000 metri cubi in località Querce al Pino. Quella relazione è per metà dedicata a spiegare che cos’è un’APEA. Riassumiamo: è uno strumento previsto da una legge Bassanini del1998. Le APEA debbono essere programmate a livello provinciale. Come dice il nome debbono avere caratteristiche di sostenibilità ambientale, ma soprattutto in una visione di sistema. Non si tratta più come accade nelle normali aree per insediamenti produttivi che sono dei “contenitori” dove si insediano imprese senza considerare le possibili interazioni fra loro. “L’approccio è quello di organizzare il sito produttivo in modo da agevolare, sia economicamente che tecnicamente, le singole imprese insediate a realizzare i loro obiettivi ambientali, siano essi prescrittivi o volontari”.
Si dice in giro che ci sia un gruppo di imprenditori che si stanno muovendo per essere attori attivi nella formazione della futura APEA di Querce al Pino. La cosa non è proibita, anche se forse dovrebbe essere l’Amministrazione comunale a prendere l’iniziativa coinvolgendo gli imprenditori interessati in maniera trasparente.
Ci sono altre voci che addirittura parlano di opzioni e compravendite di terreni in vista dell’approvazione dell’APEA di Querce al Pino. Una tale eventualità non è ipotizzabile perché l’operazione potrebbe configurarsi come un reato urbanistico. La dobbiamo quindi escludere.
Vediamo dunque perché credo che le probabilità dell’operazione sia vicina allo zero.
Non è proprio realistico pensare che il Piano Strutturale possa essere approvato prima delle elezioni amministrative. E’ molto probabile che non venga neppure adottato. Saranno comunque i futuri amministratori ad avere l’ultima parola sulla stesura definitiva del Piano Strutturale.
Il secondo elemento riguarda le previsioni provinciali (obbligatorie). Se è vero che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato nel marzo del 2010, prevede due APEA una in Val d’Elsa e l’altra in Val di Chiana, è anche vero che la sua definitiva approvazione non è dietro l’angolo. Infatti il nuovo assessore regionale all’urbanistica Anna Marson ha annunciato l’intenzione di far approvare una nuova legge regionale sul governo del territorio. Così in provincia avrebbero deciso di posporre l’approvazione del Piano Territoriale a dopo l’approvazione della nuova legge, per evitare di dover rimettere in discussione il PTC sulla base dei nuovi orientamenti.
Infine c’è un dato oggettivo. La legge regionale (n.61 del 2003) sulle APEA prevede: “E’ in ogni caso privilegiato l’insediamento di tali aree nell’ambito delle zone o dei comparti produttivi già esistenti, anche se totalmente o parzialmente già dismessi.” E allora cosa ci può essere di meglio della riutilizzazione dell’area dell’ex centro carni, che ha il non secondario vantaggio di essere di proprietà del Comune e anche parzialmente finanziata? Le motivazioni di Eurobic che la escludono sono inconsistenti.
Il grande disegno su Querce al Pino è dunque debole. C’è però una cosa che si può fare per maggiore sicurezza. Visto che in questi lunghi dodici anni i momenti di partecipazioni che l’Amministrazione comunale ci ha offerto sono stati rari e insoddisfacenti, possiamo organizzarceli da soli in modo da tenere sotto controllo le prossime mosse e agire nei momenti più opportuni, non ultimo quello delle osservazioni al futuro Piano Strutturale dopo l’adozione.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 17 dicembre 2010 alle 00:04, ed è archiviato come AMBIENTE, ECONOMIA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Mi èstato riferito che nell’assemblea del circolo PD di Chiusi Città l’ex sindaco Luca Ceccobao abbia molto insistito sull’opzione Querce al Pino. E’ un’opzione che non esiste perché in contrasto con la legge regionale e con il buon senso.
circa 13 anni fa
Di voler costruire a Querce al Pino, per ora, c’è solo uno (che lo dice) e i suoi amichetti nascosti. Tutti gli altri amministratori, naturalmente, stanno zitti. Così come tacciono i partiti. Solo Sel ha detto che non vuole nuovi metri cubi, ma nello specifico di Querce al Pino non ha proferito, pubblicamente, parola.
Bene quindi che Martinozzi abbia preso posizione.
Quanto alle rotonde: ne hanno fatte due dove non servivano e quella davanti alla multisala non è a coda di gatto ma a cdc.
Di fronte all’uscita del casello autostradale, dove servirebbe davvero e lo spazio c’è, non credo che la faranno mai, troppo semplice.
Quella della Fontina è “in prova” da quel dì.
circa 13 anni fa
Per quanto può contare l’opposizione,neanche noi siamo d’accordo.Sfruttiamo le aree già destinate.
A querce al Pino,più che altro,manca una rotatoria che smisti il traffico per l’autostrada e Sarteano.
Speriamo che a progettarla non sia lo stesso di quella davanti alla Multisala o davanti al consorsio di Perugia.
Speriamo che questa la facciano a coda di gatto !
circa 13 anni fa
L’oste, come lo chiami tu, è stato ieri sera nell’assemblea del Pd di Chiusi città l’unico ad insistere sull’edificazione a Querce al Pino dicendo che bisogna attrarre imprese e che l’area del frigomacello non fa alla bisogna, perchè è in una posizione marginale! Manco fosse a trenta chilometri dal casello autostradale. E comunque, se non va bene per gli insediamenti produttivi perchè hanno fatto un piano per il frigomacello che prevede invece proprio insediamenti commerciali e produttivi?
Ma chiarire certe contraddizioni è chiedere troppo. Speriamo proprio che abbia ragione Paolo e, intanto, forza Marson.
circa 13 anni fa
C’è da augurarsi che le cose vadano nel senso che indica Scattoni. Per quanto mi riguarda ho scritto più volte, da diversi mesi a questa parte, che l’area del centro carni acquisita dal Comune, addirittura con una una dote di 1 milione e mezzo di euro da spendere, sia più che sufficiente e anche la più adatta per qualsiasi insediamento produttivo che si voglia realizzare a Chiusi (Apea e quant’altro). Però, perché nonostante le controindicazioni evidenti, quei 250.000 mc a Querce al Pino figurano nelle previsioni?
Può darsi che qualcuno abbia fatto i conti senza l’oste , correndo un po’ troppo, anche nella eventuale compravendita di terreni… Oppure sapeva che l’oste sarebbe stato compiacente. C’è qualcuno tra i partiti in lizza per le comunali che dica, oggi, che l’insediamento a Querce al Pino, così come previsto, è una cazzata e non s’ha da fare, oppure son tutti d’accordo con l’oste?
circa 13 anni fa
Le argomentazioni di Paolo indubbiamente tranquillizzano quelli che non condividevano l’operazione Querce al Pino. Resta il fatto che chi doveva fornire certe informazioni (l’Amministrazione comunale e i partiti) non l’ha fatto. Chissà cosa intendono quando parlano di partecipazione e confronto con i cittadini.