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Not in my name
di Carlo Sacco
Il passato, che è anche presente, è lì a confermarci i motivi che sono contenuti in un modo di fare politica. Simone Agostinelli, e non ho dubbi, chiede fiducia in un modo pulito e il suo discorso può essere condivisibile, ma resta fermo il fatto che poi a decidere dentro il dualismo Scaramelli-Ciarini è quel meccanismo del partito pilotato dai vertici che fa sì che passino le istanze fatte proprie, un secondo dopo emanate, anche da tutto l’apparato periferico. In questo modo non si va da nessuna parte, ed infatti l’impaludamento regna sovrano. Ma, e adesso parlo ai vertici e agli apparati, via via venendo dall’alto verso il basso; ma la passione per la politica perchè deve essere mischiata, oscurata e vivere all’ombra di successi (o insuccessi) personali?
Si badi bene che considero insuccessi anche quelli di coloro che hanno dei ruoli politici e che sembrano, con i comportamenti, difendere ruoli personali, poichè ad ogni piè sospinto sempre più spesso si stà sull’attenti ad approvare le decisioni dei vertici oppure,ancora peggio, del satrapo di turno, pena perdita delle prebende che il satrapo distribuisce. Si possono intendere questi come successi? Questi, non sono credibili proprio per il loro trascorso, anche talvolta in buona fede, ma gli atti politici ci sono e chi li esamina con senso critico, non penso che li possa esaltare, tutt’altro….La storia di questi ultimi 60 anni dal dopo guerra ad oggi, specialmente la storia di quello che sono stati PCI, PDS, DS e PD poi, è lì a dimostrarlo, sia nel male che nel bene.Quando parlo di queste cose mi viene alla mente sempre una frase che si potrebbe scolpire nella pietra, che è di Norberto Bobbio (voi forse direte cosa c’entra Bobbio con la storia politica locale…) e che io credo che alla fin fine sia quella che pesi di più, al di là dei personalismi di coloro che ci si possano riconoscere o far finta di non riconoscersi, e la voglio citare comunque.
Riguarda i comportamenti della classe politica che nel nostro dopoguerra ha preso velocemente piede e forza: ”Sì, parlo della nuova classe politica, che salvo qualche rara eccezione non assomiglia affatto a ciò che ci era parsa raffigurata in alcuni protagonisti della guerra di liberazione, austeri, severi con se stessi, devoti al pubblico bene, fedeli ai propri ideali, intransigenti, umili e forti insieme; anzi, ci appare spesso faziosa, meschina, amante più dell’intrigo che della buona causa, egoista, tendenzialmente sopraffattrice, corrotta politicamente se non moralmente, e corruttrice desiderosa del potere per il potere, e peggio, del grande potere per il piccolo potere”. Ecco, mi è sembrato giusto ricordare queste parole, poichè sempre più spesso ritengo che possano esssere riferibili all’odierna situazione, sia locale ed in egualmodo nazionale.
Tornando un momento a noi e prima di concludere, stò alla finestra anch’io a guardare cosa passa nell’acqua sotto il ponte. Non sono molto fiducioso ma stò li a guardare e fra me e me ho paura che si ripeta il solito ritornello: vertice, base, vertice. Sarebbe ora invece che si inverta il movimento: base, vertice, controllo della base sul vertice e poi di nuovo base. E le primarie?
Ma davvero vi pare normale che sia il vertice a decidere se farle o non farle? Ed ora sembra che si cancellino, con grande fregarsi le mani dei Letta and Fioroni, che non vogliono Vendola e che vogliono uscire se sarà lui il segretario. Scalpitano per formare l’asse al centro con Casini e Fini e prendere le prebende anche loro. Bersani sembra intenzionato a tenerseli?
Ma che razza di partito è questo? Figlio di una fusione a freddo non distingue più in che direzione debba andare una politica di difesa dei ceti meno abbienti che dice di sostenere. Sà sempre più di scudo crociato assumendone via via tutte le caratteristiche e sempre meno di rivendicazione sociale in un mondo che spinge le fasce più deboli sempre di più ai margini e sempre di più depoliticizzate, facendo l’interesse di quel processo ineluttabile che nel mercato si chiama accumulazione capitalistica e che ha nei referenti delle persone sempre in minor numero ma sempre più potenti.
Basterebbe questa considerazione, se ritenuta valida, a far sì che parecchi dentro il PD aprano gli occhi e ”sciolgano i cani”. Ma dubito che ciò avvenga. Malizia che ne consegue: come in Parlamento. Se fossero andati a casa parecchi avrebbero perso pensione e prebende. Il grande capo li ha avvisati, ”apres moi la deluge”. Meglio la fiducia. Ok, va bene tutto se così volete e la gente vi vota , ma ”not in my name”.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 19 dicembre 2010 alle 00:01, ed è archiviato come CRONACA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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