Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Perchè non provare a mandarli a casa?
di Niccolò Martinozzi
Dove sta scritto che persone che la pensano diversamente non possano andare daccordo? Dove sta scritto che persone di destra e di sinistra, insieme, su un programma messo a punto insieme, non possano amministrare un paese come il nostro, Chiusi, lasciando che chi è formalmente impegnato dentro un partito non coinvolga nel suo mestiere anche chi lo ha votato? Perchè non proviamo a mandare questi mestieranti a fare i loro mestieri da qualche altra parte? Perchè continuare ad aspirare alla carica di sindaco solo perchè è un trampolino di lancio per fare il politico per tutta la vita?
Lasciamo stare le dispute da Don Camillo e Peppone, proviamo a lavorare per un paese migliore per toglierlo dal degrado e dall’abbandono. Molte persone pensano cose che non diranno mai solo ed esclusivamente perchè andrebbero di traverso al politico di turno.
Ricordiamoci che andiamo ad elezioni anticipate per l’arroganza e voglia di potere di qualcuno che con l’avallo di tutta la giunta ci ha dato il benservito. Comunque l’esordio non gli è andato proprio bene, anche se ha cercato di scaricare le colpe su ferrovie e autostrade, forse la Fi-Pi-Li non era di sua competenza? E la super strada Firenze Siena?
Comunque torniamo al problema, non sarà il caso almeno di provarci?
Ancora è una cosa possibile, o sono cose che possono capitare solo nelle trame di un film? Sta a tutti noi cambiare le cose per rendere il nostro paese più vivibile, accogliente e proiettato verso il futuro sulle scorte di un passato che ci rende orgogliosi!
Qualcuno vuol mettersi in gioco ?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 22 dicembre 2010 alle 14:27, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
quando nel 1994 lanciammo l’iniziativa scegliamoci il sindaco la situazione probabilmente non era grave come oggi eppure non esitammo a far partire quell’iniziativa stanchi come eravamo dell’immobilismo e delle manfrine dei pariti. nessuno di noi sapeva come quel movimento si sarebbe evoluto, fummo a un passo dal costruire una coalizione che avrebbe anche potuto giocarsi la vittoria e comunque eleggemmo un consigliere e per mesi rappresentammo il fulcro e l’anima del dibattito politico segnando ad ogni iniziativa anche grandi successi in termini di presenze. altri tempi forse, a stare al dibattito su questo blog siamo comunque in ballo molti tra i protagonisti di quei giorni e forse siamo più stanchi, meno disincantati, e perchè no provati da una vita a remare sempre contro sempre dalla parte della minoranza, così in questi mesi credo un po’ tutti avevamo in mente comitati o comunque iniziative definibili in varia maniera però tutti abbiamo aspettato il non dibattito dei partiti, abbiamo atteso chiarimenti mai avvenuti, abbiamo sperato che quell’assordante silenzio si interrompesse, niente si è mosso e come ribadisco da mesi niente si muoverà fino alle cerimonie patinate dell’ultimo minuto quindi accolgo con entusiasmo l’idea di un’iniziativa promossa dai media e vediamo che succede.
circa 13 anni fa
Credo che si stia parlando di cose diverse. Anch’io concordo sul fatto che – come ho scritto del resto poco sopra – persino aggiustare un marciapiede non sia necessariamente un atto neutro e di solo buon senso; figuriamoci poi altri settori in cui la visione politica implica scelte molto diverse tra loro e con conseguenze altrettanto “pesanti”.
Quanto però al Comitato di cittadini, esso deve servire solo a parlare dei problemi, ad approfondirli, a pretendere trasparenza; in ogni caso a creare consapevolezza e a rinforzare il concetto di opinione pubblica. Questo lo si fa con tutti i cittadini, non solo con quelli che si presumono della nostra parte politica.
Io quasi giornalmente mi ritrovo a parlare con cittadini che hanno votato Berlusconi ma che, rispetto per esempio ai dati sul Piano Strutturale, avrebbero voluto essere informati.
Ed ecco perché, rispondendo a Marco Lorenzoni, credo che ci sia differenza tra un Comitato che abbia questi obbiettivi e una Pre-lista; però deve essere qualcosa che continua nel tempo e, per essere tale, ha bisogno che un gruppo di persone lo animino e ne tengano viva la fiamma; altrimenti dopo il primo incontro, rischia di essere stato uno sfogo collettivo per poi tornare alla quotidianità di sempre.
Inoltre nessuno dei proponenti, almeno quelli che io conosco personalmente, ha la minima intenzione di trasformarlo in una Lista elettorale; il che, da un certo punto di vista, può anche essere peggio: forse molti preferirebbero che di alcuni fatti se ne parlasse il meno possibile mentre una Lista elettorale, una volta entrata nei meccanismi della politica, ci sta che si lasci lentamente “scolorire”.
circa 13 anni fa
Caro Miccichè, io non volevo rivendicare nessuna primogenitura, me ne guarderei bene. Volevo solo ribadire che ero ancora d’accordo con quanto detto un mese fa. Per quanto riguarda “la casa di vetro” e tutto ciò che ne consegue mi sembra di non aver fatto altro, in questo blog, che esprimere idee in linea con il concetto. L’unica cosa con cui non sono d’accordo sono le ammucchiate fatte in nome del qualunquismo che porta a far pensare che per amministrare un comune basta il buon senso. Non capisco infatti come chi, votando Pdl a livello nazionale, e quindi concordando con la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina o con le opere fatte a La Maddalena per il G8, per citare solo le più eclatanti, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico ed ambientale, potrebbe essere contrario alla costruzione di 250.000 mc a Quercealpino. Non capisco come chi, approvando la politica economica del governo, fatta di condoni e favori ai grandi evasori fiscali, potrebbe a Chiusi mettere in campo un rilancio economico socialmente equilibrato che sicuramente non favorirebbe gli speculatori sia edilizi che di altri settori. Se è vero che il concetto di sinistra e destra è superato è anche vero però che in Italia ci sono due opposte visioni della società e del suo sviluppo che non vedo come possano combattersi a livello nazionale e coesistere a livello locale.
circa 13 anni fa
Un comitato sa già di lista civica… Io partirei dal proporre occasioni di confronto, è da mesi che propongo una iniziativa pubblica, tanto per cominciare a ragionare…
Sul fatto che possano essere i media a proporre tale iniziativa, l’ho già detto in passato, per me va bene, anzi penso sia la cosa migliore. Credo che il paese abbia il diritto di parlare del proprio futuro. E forse ne ha anche voglia. Proviamoci e vediamo che succede. Già rompere il quadro prefissato, creare curiosità, stimolare il “senso critico” potrebbe essere un risultato importante… Il resto verrà dopo.
circa 13 anni fa
Caro Cioncoloni, questa ipotesi del Comitato nasce ben prima di novembre ma purtroppo i processi sociali, come quelli politici, non si forzano; si possono stimolare ma devono essere maturi affinché si possano realizzare. Forse ora, aiutati anche dagli ennesimi eventi non proprio edificanti, come quelli dell’ultimo periodo, ci sono le condizioni per poter procedere.
I cittadini sono cittadini e non hanno – come scrive giustamente Luciano – nessun colore politico nel voler ribadire come devono essere le regole del gioco e nel campionare le varie problematiche, pronte poi ad essere declinate politicamente a secondo di chi le dovrà gestire grazie al voto popolare.
Credo che fosse Ugo Spirito, con una pesante provocazione, a dire che dovrebbero votare solo i laureati in scienze politiche, in quanto gli altri non avrebbero gli strumenti idonei per poter giudicare e quindi sarebbero solo attori passivi di una democrazia formale; ovviamente non mi spingo a tanto ma almeno bisognerebbe raggiungere quel “conoscere per deliberare” che il liberale Luigi Einaudi enunciava nelle sue “Prediche inutili”.
I cittadini devono sapere le cose per poter decidere a chi affidarle e per poter controllare come vengono gestite; i partiti e le amministrazioni devono essere una “casa di vetro” e chiunque deve avere accesso alle informazioni del Comune ovvero proprietà della Comunità che gli amministratori gestiscono “per conto di”.
Insomma, potremmo cominciare da questa elementare base di consapevolezza pubblica, nella speranza che in un clima più informato e vigile, tutti finiranno per comportarsi in modo più virtuoso.
circa 13 anni fa
Luciano tutti vogliono pascolare nel proprio prato,anche quando l’erba è finita.
circa 13 anni fa
A questo punto dopo le feste credo che un un incontro pubblico si farà, Perchè si sta delineando lo scenario previsto da Luca Scaramelli. Due giorni prima delle elezioni ci presenteranno candidato e programmino belli’ e infiocchettati, prendere o lasciare.
circa 13 anni fa
Ragazzi attenzione, non ci facciamo prendere la mano da risentimenti personali che ci portino ad abbandonare la ragione. Amministrare un paese non si può ridurre solo a riparare le buche nelle strade, anche se negli ultimi anni forse è stato fatto apparire questo, vista l’importanza che è stata data alle inaugurazioni di opere pubbliche che, è vero, qualsiasi amministrazione potrebbe fare a prescindere dal colore politico. Amministrare un paese significa principalmente dare un indirizzo politico a scelte strategiche nel campo economico, urbanistico, sociale, culturale e non si può pensare che chi, a livello nazionale, vota e condivide le scelte del governo Berlusconi-Bossi, possa, a livello locale, governare senza nessun problema con chi ha un’opposta concezione riguardo agli indirizzi da dare su quelle scelte. Si potrebbero fare decine di esempi per dimostrare che non è possibile trovare una condivisione. Per quanto riguarda le iniziative pubbliche, in un mio articolo del 25 novembre titolato: “Così il centro sinistra non è più credibile” dicevo queste testuali parole: “a questo punto chi crede in una possibilità di cambiamento deve mettersi al lavoro per aiutare quella parte sana, perché voglio sperare che esista una parte sana, della politica ad avere la meglio e a fare piazza pulita della malerba. In questa fase in cui i partiti sono impegnati, legittimamente, a portare avanti le loro liturgie interne, io propongo la creazione di un comitato che si ponga l’obiettivo di trovare le forme più idonee per informare i cittadini su quello che sta succedendo a Chiusi anche perché pochi lo sanno.” A quell’articolo ci furono solo due commenti. Paolo Scattoni disse che non era d’accordo perché bisognava aspettare i partiti e Luca Scaramelli si disse d’accordo. Io non ho cambiato idea.
circa 13 anni fa
Per quanto mi riguarda sono disponibilissimo ad un incontro pubblico per discutere senza reticenze di questioni programmatiche, di candidati e di schieramenti. Mi sta bene anche la data proposta da Miccichè.
Sono convinto che ci sarebbero sorprese, anche rispetto al ragionare che si fa sul blog.
Oggi c’è una frattura profonda tra gli apparati di partito (quel poco che c’è) anche a livello di paese ed i cittadini comuni. E confrontarsi svelerebbe questa realtà che c’è, che esiste, ma che si vuol far finta che non ci sia.
Destra o sinistra? Proviamo a metterla invece in altri termini: casta o non casta?
Dopo due legislature è ragionevole che un sindaco, un consigliere, un assessore torni al suo precedente lavoro? E’ una proposta di destra o di sinistra?
Quando incontro persone di diverso orientamento politico sento che concordano su queste questioni, se in vece parlo con qualche poltico iniziano i distinguo i se i ma e così via.
La trasparenza è di destra o di sinistra? A me farebbe piacereche fosse di sinistra, poi però vedo che nel nostro comune che di sinistra si dice questa prassi non esiste. I numeri del piano strutturale cel’ha Sel, cel’ha il Pd ma i cittadini non possono averli! Vi pare giusto e normale? E allora qual’è la parte giusta?
La legalità da che parte sta? A destra o a sinistra? Credo che oggi questi temi siano semplicemente eversivi rispetto al sistema dei partiti tutti.
Prendiamo un caso che conosciamo tutti: l’uscita del Gazzettino. Il Pd ha sospeso le sue assembleee perchè si è trattato di un fatto grave scaturito dall’interno dello stesso partito. In più di un mese non sono venuti ancora a capo di niente o quasi. Eppure ho incontrato tante persone (anche del Pd) che lo stesso pomeriggio avevano ben chiara la situazione. E cioè chi era l’autore materiale, l’ispiratore e lo scopo della grossolana iniziativa. Mi sono imbattuto in tanti Sherlock Holmes?
No, naturalmente. Anche nel Pd sanno perfettamente come stanno le cose ma la verità non viene fuori perchè danneggerebbe questo e quello, perchè il partito che già non ha fatto una bella figura dovrebbe prendere delle decisioni scomode. Di verità e correttezza non sanno che farsene, e allora per concludere, dovrei affidare la città a gente di questo tipo? E voi gli affidereste qualcosa a cui tenete? Immagino di no. Però se si parla di politica le cose cambiano.
Il discrimine è proprio qui: la politica non può essere orientata da principi che siano diversi da quelli comunemente accettati tra persone per bene.
Destra e sinistra? Vengono dopo, molto dopo.
circa 13 anni fa
Bravo Micciché: fare per fare, senza riflessione sul perché e il come e con chi, porta allo schifo che vediamo oggi. Non credo che possiamo mettere insieme il gatto e il topo: troppe differenze ci dividono, e non da oggi. L’abbraccio che ci si offre è mortale, e chi lo ha accettato si trova perso dietro a un’identità smarrita che non è facile contrabbandare: il re, se guardiamo, è nudo.
Dirlo, ci apre all’accusa di strabismo? E diciamolo, e saremo tutti strabici!
circa 13 anni fa
Mi sembra di tornare al punto di partenza di qualche mese fa. Non si può dire che i segnali non ci fossero tutti e già allora si riteneva che solo una pressione dall’esterno avrebbe potuto stimolare un paziente ormai catatonico.
Semmai, anche allora, si divergeva su quale strumento adottare. A me piacciono poco le liste civiche e ancor meno i partiti del “fare” trasversale: anche mettere a posto un marciapiede non è attività meramente pratica, essendo un anello di una filiera complessiva; non parliamo ovviamente di un “piano strutturale” dove non basta un generico buon senso anche perchè, se fosse inscritto in un piano realistico di sviluppo, le scelte potrebbero essere meno scontate di quanto si pensi; così Turismo, Cultura, Smaltimento rifiuti e così via.
Una cosa invece la possiamo fare e questo sì mettendo insieme cittadini di qualsiasi orientamento: formare un Comitato (a suo tempo suggerii di chiamarlo Res Publica) che aiuti la comunità a prendere coscienza dei vari temi e delle varie problematiche, che stimoli partiti e amministratori ad aprire un dialogo, alla trasparenza degli atti e dei documenti e, in periodo elettorale, a non menare il can per l’aia.
Perchè Prima Pagina e Chiusinews – come organi di pubblica opinione – non si fanno promotori di un incontro pubblico da svolgersi a metà gennaio e dove venga invitata tutta la cittadinanza?
Ognuno faccia il suo mestiere: loro i politici e noi i cittadini; a Chiusi, negli ultimi anni, probabilmente tutti e due sono stati un po’….distratti, diciamo così.
circa 13 anni fa
Un mesetto fa scrissi su questo blog (e anche su primapagina) che – visto come si stavano mettendo le cose- qualcuno avrebbe dovuto comiciare a muoversi, senza aspettare oltre i comodi dei partiti. Se non altro per “stanarli”, i partiti, e costringerli ad accelerare e a fare scelte migliori di quelle fin qui prospettate. Mi pare che altri, da una parte e dell’altra, la pensino più o meno alla stessa maniera. Tra tanti segnali negativi, questo è invece un segnale positivo. Sono convinto che ci sia tanta gente che avrebbe voglia di dire la propria, di dare un contributo alla discussione e forse anche al “governo” della città.
C’è tanta gente che nel 2007, nel 2008 e nel 2009 non ha votato, non per apatia o qualunquismo, ma semplicemente perché poco convinta, o schifata, dall’offerta politica sul tappeto… Qualcosa come il 32-35% dell’elettorato…
Forse è il caso di parlare a quelle persone, non solo sulla stampa e sui blog, però, ma in pubblico. Guardandosi in faccia. E’ l’unico modo, credo, anche per tirar fuori dal guscio le persone di buona volontà che sono fuori, ma anche dentro i partiti. Dopo le feste, una chiacchierata pubblica io la farei… Per ora Buon Natale a tutti.
circa 13 anni fa
Sarebbe troppo lungo il discorso e ci porterebbe lontano e non voglio farla lunga come le altre volte. Cio che Niccolò Martinozzi dice è condivisibile e condivisibile è la risposta di Luciano Fiorani.Ma allora cosa è che ha portato a questo dissesto ? La risposta secondo me è semplice e complessa nello stesso tempo e provare a darla senza retorica per me è difficile senza prendere in considerazione -tanto per far capire dove si vada a parare-le parole che Monicelli disse cinque mesi prima della morte:L’Italia non ha mai fatto una rivoluzione,come invece hanno fatto Francia, Germania, Stati Uniti, Russia,anche se in misura minore Spagna ed Inghilterra.L’italia è cresciuta nel benessere economico dato a rate, conservando il potere accentrato nei ceti che hanno” mediato” ricordatevi di questo participio passato ”mediato” per tirare a campare sulle spalle di ceti che si sono sempre impoveriti, sia prima della guerra col fascismo, sia dopo -oggi è la risultante di questo – dopo i 50 anni di malgoverno a due, in cui le due parti DC e PCI distribuivano prebende e davano la” cultura”, ma abdicando tutti e due alle loro funzioni istituzionali, e soprattutto usando e facendo proprio un sistema economico istituito e retto che beneficiava chi aveva a scapito di chi non aveva.Questa è la storia non smentibile, beninteso tagliata con l’accetta poichè non si possono spiegare in uno spazio angusto le vicissitudini italiane di 60 anni di storia, ma questo è stato.C’è di che riflettere ma il sistema Keynesiano ed almeno i suoi fondamenti appaiono sempre più insufficienti alla cosiddetta ”global governance” e vanno rifondati e debbono essere rifondati con nuovi soggetti apparsi sulla scena mondiale, India, Cina, Brasile, ma non solo. L’europa è uno di questi soggetti ma il sogno europeo è stato creato sostanzialmente per fare un fronte comune col mondo occidentale distributore dei pani e dei pesci contro lo sviiluppo degli altri o per ingabbiarne lo sviluppo e rendere il resto del mondo condizionabile alle volontà di chi ha il know how.Se non si esce-ma ne dubito- da questo gorgo che tutto succhia, compresi noi popolazioni europee e ci rende asserviti al capitale monopolistico occidentale, non si va da nessuna parte.I rattoppi rimandano solo la crisi e le soluzioni.Tutto questo per dire che non è vero che non vi siano responsabilità e che quest’ultime siano evanescenti.Ci sono partiti che si dicono riformisti e che usano questo termine per contrassegnare politiche con le quali sembra che capitale e lavoro possano e debbano andare d’accordo, ma la situazione mondiale li smentisce appieno:facciamo le riforme basta che non cambi nulla!! E non mi si dica che non si capisce questo !Nessuno vuol portare la gente in piazza con i forconi ma è bene sapere che per detta strada non si va da nessuna parte e l’attualità stà lì a dimostrarlo.Altri partiti che hanno governato direttamente poichè sistemi di alleanze glielo hanno permesso hanno occupato lo stato,che è di tutti e la mentalità formata è quella che in Italia se si sà usare gli amici degli amici non hai problemi.Dopo tutto questo diventerebbe difficile discutere fra parti politiche distanti per pienare le buche delle strade comunali di Chiusi , ma va fatto perchè è il solo modo di mandare a casa coloro che hanno usato la politica e se ne sono serviti, e l’hanno potuta usare perchè il popolo bue ha dato loro tale facoltà,poichè pensava che questi avrebbero governato in suo nome.Il grande Monicelli appunto diceva:”la speranza è una trappola” se ne prenda atto!Tali parole contrastano con l’etica culturale della vita portata avanti da Santa Romana Chiesa perchè(e non è solo questa la spiegazione beninteso..ma è una delle fondamentali, presente da sempre nella cultura e nel modus pensandi )e l’inevitabile punto d’arrivo di chi è portatore di tale cultura è quello di lenire le contraddizioni i perchè non scoppino, di ammansire, sapendo che la natura del meccanismo economico si rifagogita un secondo dopo ciò che si è conquistato.Altra cosa è il credere, ma non è questo nè il luogo nè il momento per fornire spiegazioni o modi comportamentali ed è giusto che ognuno nella propria autonomia abbia e faccia dette scelte, avendo però sempre presente che sono scelte che pesano sui piatti delle bilance ed il meccanismo della bilancia è sempre squilibrato nei confronti di chi ha contro chi non ha, a cui soggiace se non altro per etica comportamentale nei confronti del sistema econmico dove ognuno è immerso. Detto questo, non mi riesce mai di essere succinto,- è un mio limite strutturale- le buche delle strade di Chiusi a cui allude Niccolò possono essere anche pienate , ma deve essere la gente ad assemblarsi ed a organizzarsi ed a capire ce non ci debbano essere altri a decidere per loro.Altri modi non li vedo, ed in questo turbinio di buoni propositi di cui è pieno il mondo, vengono ad ogni pie’ sospinto alla luce istanze di color che vorrebbero pienare le buche pensando di usare gli stessi strumenti che sono stati usati fin’ora.Sono perdenti costoro perchè caro Niccolò, un detto vecchio quanto il mondo ritiene che ”senza teoria non c’è rivoluzione”. Pienare le buche di Chiusi può essere fatto anche da una amministrazione diversa ma la cosa cambia poco. La rivoluzione che stà dentro di noi deve essere un sistema di alleanze fra uomini onesti, da destra a sinistra, perchè gli onesti ci sono e non è vero che sono tutti ”euguali”.
quando vengono risucchiati da questa politica che invece di essere nobile è infame, allora spesso si arriva a perdere subito i buoni propositi e si fa solo l’interesse proprio o di gruppo.l’italia è un mondo di categorie, di commercianti, impiegati, categorie professionali potenti e meno potenti e tutti tendono a tirare la tovaglia verso il proprio interesse. Ricordati che questo ha assicurato per decenni la pace sociale e portatori ed organizzatori di questo sono stati i centristi che se da una parte ammansivano le categorie con prebende e privilegi,poichè temevano la risposta sociale, dall’altra sapientemente organizzavano la cultura sindacale dei colletti bianchi dando anche spazio ai sindacati autonomi nel nome della libertà.Prova a pensare che tipo di strategia sia questa, se strategia che porti all’affermazione dei ceti meno abbienti oppure dei certi che già hanno.
Sul loro cammino hanno trovato un partito che si è lasciato coinvolgere abbandonando i principi ed i valori. E’ sufficiente che le vittime riflettano, ma ne dubito.
circa 13 anni fa
sono assolutamente d’accordo con quanto espresso e credo che l’obiettvo della lista civica trasversale dei cittadini per i cittadini sia proprio quello di allargare il consenso non solo elettorale ma soprattutto delle idee e dei contributi di progettazione,
molti condividono tale linea e speriamo di avere quanto prima, come affermato piu’ volte, la possibilita’ di un confronto nel quale far emergere le linee programmatiche, del resto in parte gia’ delineate.
non si puo’ piu’ aspettare nella ricerca affanosa di un “leader” che sembra non voler o poter uscire da un “guscio” forse un po’ troppo stretto…
circa 13 anni fa
Non sta scritto da nessuna parte, dobbiamo solo liberarci, per quanto riguarda le elezioni amministrative, di anacronistici pregiudizi.
Fare in modo che il Comune sia la casa di tutti e non solo di qualche papavero, avere servizi efficienti al minor costo possibile, fare in modo che ogni cittadino sia interessato alle sorti della sua città e avere strade senza buche sono aspirazioni senza colore politico.
Potremmo dividerci sul “come” e sul “a chi affidare” le nostre istanze ma se si cominciasse a ragionare sul da farsi sono convinto che scopriremmo un altro paese e tante persone disposte a dare il loro contributo.
I partiti per come si sono ridotti non sono più in grado di svolgere questa indispensabile azione: scegliere i migliori per fare il bene comune.
O i cittadini riprendono la parola o il destino è segnato.