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Nasorri: il Pd dilaniato dai personalismi
Se nel PD di Chiusi qualcuno vuole far credere che tutto sia tranquillo e senza fratture, a discapito delle ultime dichiarazioni di Gisella Zazzaretta, c’è chi invece cerca di far uscire allo scoperto la verità.
Questa volta però a parlare non è un membro della segreteria locale, bensì Marco Nasorri, capogruppo in consiglio provinciale dello stesso partito! Dichiarazioni pubblicate su “La Nazione” del 31 dicembre 2010 e visibili anche sul sito di primapagina.
“A Chiusi il Pd recuperi credibilità dopo i veleni dei mesi scorsi. Definire un progetto di governo per il futuro di Chiusi, dando centralità alle idee e alle proposte dei cittadini”. Cose che il PD locale ha tanto ribadito, soprattutto durante la campagna di ascolto, ma che ancora non ha portato a termine. “E’ tempo di aprire un confronto con la città e con il centrosinistra – afferma Nasorri – sui temi da inserire nel programma, sbarazzandoci di inutili incertezze e dei troppi personalismi che in questi mesi hanno pesato sul confronto e, in alcuni casi, ne hanno avvelenato il clima”
L’ex segretario chiusino dei democratici si è detto contrario “a nuove espansioni urbanistiche a Querce al Pino, perché bisogna coniugare tutto con il giusto utilizzo del territorio, il contenimento della cementificazione e una crescita equilibrata”
“Chiusi -dice il capogruppo in consiglio provinciale – merita personalità di valore e di esperienza: dobbiamo quindi aprire una discussione che parta dal giudizio sul lavoro fatto fino ad oggi, per porre le basi programmatiche per rinnovare l’attuale esperienza, anche utilizzando i forum tematici come proposto nell’ultima assemblea comunale. (già i famosi forum tematici quando partiranno????).
I temi affrontati sono stati molti, non ultimi la necessità di costruire rapporti con la vicina Umbria, il coinvolgimento delle associazioni (grandissima risorsa per Chiusi), la valorizzazione del lago, il rilancio del turismo, l’uso delle energie rinnovabili; insomma argomenti importanti e decisivi per il paese ma “Solo coinvolgendo e rendendo protagonista ogni segmento della nostra comunità sarà possibile pensare a una crescita condivisa, solidale e sostenibile per Chiusi”.
Quindi appare oramai evidente che qualcosa non va più nel PD chiusino. Perché è già troppo tempo che la differenza tra proclami e risultati è ampio. Evidentemente è sempre di più la gente che si sta stufando dei “personalismi interni” e degli “avvelenamenti”.
Dopo Zazzaretta e Nasorri chi sarà il prossimo?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 4 gennaio 2011 alle 00:02, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Dopo Zazzaretta anche Nasorri afferma che così il Pd non è più credibile, ma l’ineffabile Giglioni, che è per il confronto ed il dibattito, piglia, incarta e porta a casa senza batter ciglio. Questi si che sono dei dirigenti politici!
circa 13 anni fa
Da osservatore esterno cerco di fare una sintesi per motivi di brevità. Dovè stata data la ”centralità alle idee ed alle propste dei cittadini” delle quali parla Nasorri? Mi piacerebbe sapere cosa ha fatto il PD per stimolare il confronto e quanti hanno partecipato. Mi si sà spiegare perchè da sempre in periodo di elezioni riescono fuori queste espressioni che apparentemente sono contenitori di intenzioni ma quando si và a guardarli da vicino sono contenitori vuoti poichè non sono stati mai messi in pratica e si ricontinua a dire della loro necessità? Invito il lettore a considerare quanto è racchiuso fra virgolette, tipo ”solo coinvolgendo e rendendo protagonista ogni segmento della nostra comunità sarà possibile pensare ad una crescita condivisa,solidale e sostenibile per chiusi”. Domanda: dal momento che fino ad ora non è stato fatto mi sapete spiegare come si fà a ”rendere protagonista ogni segmento della nostra comunità?” Puro politichese. Aria fritta. I personalismi interni che riporta l’articolo ci sono perchè -badate bene- prevale questo modo di affrontare la realtà, di piegarla alle burocrazie di partito e di non far funzionare un meccanismo snello e partecipativo. Ogni volta che una decisione deve essere presa deve essere concordata con strutture superiori, mettendo in atto la tecnica del rinvio: in pratica creando un meccanismo autoreferenziale che innalza se stesso ad essere deputato dell’approvazione o meno della verità decisa dai vertici (vedi per esempio le primarie). Lo statuto le considera, i vertici non le vogliono, la base le vorrebbe ma i vertici ne temono il risultato ed allora passa l’idea di non farle. Faccio fatica a non essere sprezzante ma le frottole è bene non raccontarsele. L’articolo termina dicendo che la gente è stufa. E’ il minimo.