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Elezioni: chi ha detto che non si discute?
In questi primi sette giorni del 2011, in un periodo caratterizzato da molte festività che di solito abbassano il numero delle visite a Chiusinews, si è sviluppato un intenso dibattito sulla politica locale e in particolar modo sull’emergere delle candidature a sindaco.
Sono stati pubblicati quattro articoli sulla politica del PD: “Se non si esce dallo stallo c’è solo la lista civica”, “Nasorri: il PD dilaniato dai personalismi”, “PD: Affari o politica”, “Il Partito democratico ricominicia da cinque”. Su questi quattro articoli il flusso delle visite ha raggiunto quasi 1150 accessi, mentre l’articolo di Claudio Provvedi, pubblicato da appena tre giorni, sfiora ormai le 500 visite.
Su questi quattro articoli si è sviluppato anche un interessante dibattito con ben 66 interventi inviati da una ventina di lettori.
Per chi si lamenta che non c’è interesse per la politica e che di conseguenza il dibattito risulta povero, si può rispondere che quando si creano le condizioni poi la discussione c’è.
Il dibattito non ha risparmiato critiche, ma il tutto si è sviluppato nella massima correttezza. Forse ci sono le condizioni perché questa non si riveli l’ennesima campagna per le elezioni amministrativa grigia e senza partecipazione.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo Scattoni il 7 gennaio 2011 alle 23:29, ed è archiviato come CRONACA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
……nonostante l’età ancora non ho imparato ad esprimermi in maniera chiara………le sfumature, secondo me, dovrebbero sempre rifarsi al colore principale.
Purtroppo, oggi, non si sa più quale sia il colore principale del Partito, quindi meglio una coalizione…..sperando che si ritrovi il colore originale.
circa 13 anni fa
Allora forse è meglio non un partito, ma una coalizione che veda persone intente solo al benessere della propria cittadina, pur con tutti gli ostacoli di cui sopra …..grazie.
circa 13 anni fa
Per il sorriso, bastano il carattere due punti, il segno meno e la parentesi tonda chiusa, scritti di seguito, senza spazi. E’ un segno di pochi mezzi ma di grande “calore”. Quanto all’essere d’accordo, mi fa sempre piacere condividere opinioni e convinzioni; le chiederei però una maggiore attenzione alle sfumature dei significati
L’amministrazione non è il partito, ma il partito è il “conducente” – per conto di tanti che, appunto, sono gli iscritti, i simpatizzanti, coloro che si aspettano ritorni di vario genere e sotto varie forme, – e la battaglia si origina dal fatto che a condurre la macchina sia l’uno piuttosto che l’altro partito e che magari sono “partiti” interni a quel partito che vorrebbe essere unitario. Ma qui si va nel bizantinismo italiano della politica di partito.
circa 13 anni fa
A Singapore no, ma a Chiusi si…..per lo meno siamo d’accordo su qualcosa! (non so come si fa ad inserire il “sorriso”)…..se l’amministrazione comunale non è il “partito”, come mai si parla di iscritti al partito, fedeli, volta giubba, “Siena”, etc?
circa 13 anni fa
No, direi di no. Il partito non può essere l’amministrazione: non siamo (ancora, e spero per molto) né (completamente) berlusconiani né stalinisti. Che il partito incarni la complessità della vita da amministrare è il sogno dello stalinismo – e del berlusconismo (fenomeno fatto di troppi comunisti “convertiti”; come disse Osvaldo Soriano, ci vogliono diversi comunisti per fare un buon giornale di destra – cfr. “Triste, solitario y final”) -, e il dibattito lacerante che attraversa il nostro piccolo, periferico, locale PD dimostra che il partito non può (e spesso non sa) sussumere la complessità diabolica del mondo che ci circonda. Un partito è solo una variabile del gruppo di forze che si agitano (e gli si agitano) intorno; può proporre una chiave di lettura ma non può(non riesce a) pretendere di riassumere il mondo intero.
Come direbbero a Roma: ” ‘n gna fa’ ”
La dimensione UE non può essere ridotta alla “direttiva burocratica”: la direttiva è l’atto amministrativo che contraddistingue l’azione della Comunità Europea e, come atto amministrativo, nasce da un accordo e un quadro politico condiviso. In questo senso, riguarda i propri cittadini: varia la scala, ma la “forma mentis” è locale, cioè non ha riflessi a Singapore.
Che poi i problemi locali nascano da strategie “globali”, siamo perfettamente d’accordo.
Ma penso che avremo modo di reincontrarci in un altro contesto.
circa 13 anni fa
Ai miei tempi le decisioni locali venivano giudicate in base al loro effetto sulla vita, appunto locale ed erano libere da direttive europee, emanate da anonimi burocratici, e da eventi in lontane parti del mondo che hanno ripercussioni su tutto il resto del Pianeta Questo, per me, è ciò che rappresenta la globalizzazione. Se poi uno pensa che questa situazione non incida sulle scelte fatte dal Comune o che metta il Partito alla merce di anonimi burocratici o di latro, è un punto di vista che rispetto, ma che credo non coincida con la realtà.
amministrazione comunale = partito…..o no?
circa 13 anni fa
Mi pare che ci sia più imprecisione che confusione, da parte di Donatelli. Intanto, “globalizzazione” viene utilizzato come sinonimo di informazione: cittadini più informati non sono effetto della globalizzazione, ma di una migliore circolazione di idee e di maggiori tutele in ambito europeo (il che significa uno statuto politico almeno “di tendenza” LOCALE – anche se riguarda un 400 milioni di cittadini – ). Quanto alla globalizzazione è un termine talmente sfuggente che Amartya Sen – tanto per fare il nome dell’ultimo Nobel arrivato – ne parla come di un fenomeno in atto da millenni. C’è poi l’imprecisione di utilizzare come intercambiabili termini o azioni che tali non sono: Giorgio (Cioncoloni) ne segnala un paio. Quanto alle sinistre “progressive” di per sé, mi pare che occorrerebbe sfatare il mito: sinistra non è sempre progresso né destra è sempre conservazione. Per conto mio, sto con Gramsci: preferisco un conservatore intelligente ad un progressista stupido. Lo so, lo so, mi attirerà l’astio di parecchi
circa 13 anni fa
Credo che Donatelli faccia un po’ di confusione tra i compiti delle varie istituzioni democratiche. Semplificando molto: nell’esempio da lui fatto i partiti, e quindi la politica, hanno indicato, genericamente, tra i punti del programma amministrativo locale quello di effettuare manifestazioni culturali. In seguito a tale indicazione l’amministrazione comunale, e non il partito, ha approvato un programma e ha dato mandato all’apparato comunale di organizzarlo, naturalmente secondo le regole che sono state stabilite dalla politica, e quindi dai partiti, ai vari livelli nazionali ed internazionali. Quindi i partiti contano molto negli ambiti di loro competenza ed è giusto che contino poco negli ambiti di competenza di altre istituzioni. Questa mi sembra pratica e non idealismo.
circa 13 anni fa
Un esempio….il comune di Chiusi organizza o patrocina un manifestazione che si svolge in piazza Duomo…..direttive europee….tot n. di posti, il che restringe la capacità della Piazza….il Comune mette un po più di siede…succede un qualcosa…..i feriti fanno causa al Comune che vede le sue già esigue casse (situazione finanziaria globale) diventare ancora più esigue. Risultato, una specie di paranoia (giustificata) che pone il comune di Chiusi in condizioni di essere molto cauto quando prende decisioni che riguardano “l’affluenza di pubblico”. Ora, in questo clima credo che “il partito” conti poco (tra virgolette). In poche parole, credo che si debba essere molto più pratici che ideali (purtroppo), fermo restando il principio che caratterizza “tutte le sinistre”: la spartizione del benessere in maniera più equa possibile.
circa 13 anni fa
Sono d’accordo con Paolo Scattoni sia sugli interventi della signora Fiorini che sull’importanza di ridare una democrazia interna e un’apertura partecipativa ad un partito che, volenti o nolenti, è ancora il maggior riferimento di chi è schierato sulle posizioni di centro sinistra. La lista civica della signora Fiorini ancora non ci ha dato nessun argomento su cui poter discutere perché nei suoi interventi ho colto solo buone intenzioni, tanto che in un mio precedente intervento le ho paragonate ad una letterina a Babbo Natale, ma nessuna proposta concreta né nessun percorso realizzativo né tantomeno nomi, che in una lista civica “che si dice trasversale” sono decisivi per la sua valutazione. Per quanto riguarda i partiti sono uno strumento fondamentale di democrazia, previsti dalla nostra bistrattata costituzione, e quindi non possiamo fare come se non ci fossero, se non nei casi in cui questi siano talmente chiusi e ottusi da costringere a soluzioni alternative. La globalizzazione non vuol dire anarchia e quindi in ogni paese è la politica che la dovrebbe regolamentare e ne dovrebbe armonizzare le varie incongruenze.
circa 13 anni fa
Ho scritto il mio commento prima di leggere quello del Sig. Sacco, ma credo che la risposta sia, in sostanza, la stessa, pur con qualche variante.
circa 13 anni fa
Grazie….la globalizzazione significa che un attentato terroristico da qualche parte del mondo ha influenze su tutto il turismo, incluso quello che viene a Chiusi. Significa che , ai miei tempi, se uno sbatteva contro un muro sporgente gli veniva detto..”la prossima volta stai più attento”. Oggi la stessa persona fa causa e vince un sacco di soldi perchè non c’era un cartello che avvertiva del muro sporgente (direttiva europea), etc. Questa, purtroppo, è la realtà della globalizzazione. Qualsiasi partito deve tenerne conto. Spero che il partito sia quello di sinistra, visto che quelli di destra si interessano solo a fare i propri comodi.
circa 13 anni fa
Se per il Sig.Donatelli la ”globalizazione” non c’entra nulla con la politica(tale mi sembra il senso)è inutile applicare ragionamenti politici sui programmi per Chiusi,tanto-dice lui- la globalizzazione agisce indipendenemente dalla politica-,anzi a detta sua annulla ogni struttura politica,ogni evento ed anzi parlarne,progettarli, metterli in opera diventa pressochè inutile.Chissà se si chiedesse al Sig.Donatelli sul tema della globalizzazione,se ritiene che questultima benefici tutti oppure solo qualcuno a scapito di qualcun’altro nel mondo(dato che si tratta di globalizzazione appunto) cosa risponderebbe, e per di più la tanto” superata politica”inutile e vissuta come elemento frenante delle realizzazioni umane e che tanto si dimostra inutile perchè viene azzerata dalla globalizzazione,se non sembra per caso anche questa ”un fatto politico”. Il mondo è bello perchè è vario si diceva una volta, ma ci sono concetti che lasciano basiti davvero…..E’ una provocazione la mia-intenda Sig.Donatelli-Lei è libero di avere le visioni che crede ma dire che nel caso di Chiusi e delle politiche che i partiti ed i loro rappresentanti si apprestano a fare od a non fare sia tutto inutile tanto l’azzeramento al tutto glielo dà la globalizzazione è una visione che potrebbe essere collocata nella rubrica della settimana enigmistica ”strano ma vero”.Sarà anche obbiettabile il mio di discorso e non pretendo che sia vero, ma quello suo -se permette- è strano, ma ancora più strana è la visione che ne stà al monte e che fa partorire codesta idea.Non me ne voglia.
circa 13 anni fa
Può darsi che abbia ragione lei. Onestamento non capisco la relazione con la globalizzazione.
circa 13 anni fa
Appunto…..partito……forse sarebbe meglio concentrarsi su cosa si può fare di concreto, per il futuro di Chiusi, invece di “arroccarsi” su posizioni politiche che, al giorno d’oggi, sono state oltre passate dalla “globalizzazione”…..che ciò piaccia o no.
circa 13 anni fa
Secondo me si. Nei numerosi interventi della signora Fiorini non ho letto proposte significative (una sensazione evidentemente condivisa da molti). La partita che invece si gioca sul fronte della sinistra è fondamentale perché riguarda la democrazia interna ad un partito erede anche del PCI (PDS-DS) che ha dominato la vita politica locale dal dopoguerra ad oggi.
circa 13 anni fa
La “discussione” c’è, ma a me sembra strana. Per esempio gli articoli scritti dalla Sig. Rita Fiorini Vagnetti non hanno suscitato, praticamente, nessun commento. Io, come già detto, non sono “dentro” le cose di Chiusi, ma mi sembra che i suddetti articoli avrebbero meritato un pò più di attenzione. In quanto agli altri dibattiti a me sembrano più un’occasione per dire cose sottintese, esprimere le proprie opinioni al di la dell’articolo a cui si risponde ed un’occasione per lanciare un pò di “pugnali volanti”. Di dibattiti seri e coerenti con la realtà odierna di Chiusi non ne vedo l’ombra. Naturalmente questa è la mia opinione che può essere completamente sbagliata.
circa 13 anni fa
Sono sicuro che creando le giuste condizioni – come è stato per Chiusinews – il dibattito si possa allargare; esso però va riattivato fuori dai partiti in modo che poi, per contagio e dal basso, coinvolga e rivitalizzi i partiti stessi. Consiglio di andarsi a rileggere gli articoli dei mesi passati del settore “POLITICA” di questo Blog; è una esperienza molto istruttiva. All’interno dei partiti sembra vi sia una frattura tra una base che vuole articolare il dibattito in modo aperto e un vertice ingabbiato nella realpolitik; quale che sia la verità tutto avviene troppo lentamente mentre la realtà e i suoi bisogni corrono ad un ritmo diverso.
Ad oggi non c’è ancora il programma, la coalizione e il candidato sindaco che questa coalizione deve rappresentare e presentare davanti agli elettori. Questi ultimi dovrebbero avere il tempo “democratico” per “conoscere per deliberare” cioè per giudicare con consapevolezza ciò che gli viene proposto mentre l’opposizione “politica”, altro determinante strumento democratico, è ancora molto ma molto flebile.