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Il Pd deve programmare alla luce del sole
Ecco alcune questioni serie che secondo me il Partito democratico deve subito affrontare coinvolgendo i cittadini e dichiarando che nulla è ancora stato deciso.
Piano Strutturale: Il Piano strutturale va fatto ex novo rispettando – come è normale in una programmazione – il territorio e gli strumenti di pianificazione sovra comunali. Rifatto a partire dalle reali esigenze di tutta la società, dichiarate in modo trasparente. Non può certo confermare l’iter di quello impostato dal sindaco Ceccobao e dalla sua giunta che risulta sproporzionato nei volumi, cementizio nella idea di fondo e sbilanciato perché premia – e in modo notevole – solo pochi “fortunati “. Ho letto e sentito molti inviti rivolti al partito per non lasciare spazio al “prevalere di interessi particolari o addirittura a gruppi di potere che non hanno a cuore gli interessi di Chiusi.” Anche per questo il “riavvio” del procedimento e gli altri atti relativi vanno “cassati”. Bisogna ripartire da capo ed in piena luce!
Del resto il partito non ha mai potuto esprimersi sull’argomento, per cui non potrebbe essere coinvolto in eventuali censure, anche se la ingenuità relativa appare troppo evidente. Comunque per non deteriorare ulteriormente il clima interno al partito ed alla società a causa della situazione pregressa, si potrebbe parlare di profonda revisione, nella quale salvare le relazioni preliminari e poco altro concordato con il responsabile della progettazione, ma a garantire che non si tratterà di un maquillage dovrà essere il candidato Sindaco che, di conseguenza, non dovrà risultare coinvolto nella passata gestione.
Qual è l’idea che abbiamo della Chiusi del 2020? In alcuni interventi espressi nelle assemblee di circolo si richiede di equilibrare il rilancio del tessuto commerciale di Chiusi scalo, con la zona industriale de Le Biffe, con il recupero del Centro carni e dei volumi del Centro Intermodale, con una proposta credibile (anche per i proprietari visto che è privata) per l’area della Fornace. Si ripropone la necessità di realizzare un secondo accesso che colleghi Chiusi Città con Chiusi Scalo e più in generale una attenta integrazione della viabilità anche con i comuni limitrofi e di migliorare l’area all’uscita del casello autostradale. Di rilanciare il ruolo di Chiusi come centro logistico e di puntare sul terziario avanzato. Insomma quello che è stato anche il programma elettorale di passate Amministrazioni.
Ma le vocazioni vanno individuate, coltivate e armonizzate. Non è secondario il rapporto trasparente e schietto con i cittadini, con le loro associazioni nel mondo del lavoro ed in quello del volontariato e del tempo libero, con le altre realtà amministrative ed istituzionali.
E la proposta dei forum tematici, oppure chiamiamoli come vi pare: focus group o consulte, che fine ha fatto? Dovevano rappresentare il centro propulsivo delle linee programmatiche per il rinnovo coamministrativo e per l’instaurazione di un sano e trasparente rapporton la città…
Non solo vanno rapidamente organizzati intorno agli argomenti cardine (piano strutturale, economia locale e lavoro, partecipazione e trasparenza amministrativa, turismo, anche religioso – ambiente – formazione – scuola e cultura…) ma è anche necessario rilanciare più in alto puntando alla elaborazione, sperimentazione e pratica di nuovi metodi per prendere le decisioni determinanti, che spettano agli amministratori, ma dopo avere verificato le ipotesi con i cittadini e non, al contrario, usare l’apparato di public relations per darne comunicazione solo a giochi fatti.
Forum tematici, focus group e consulte tematiche non devono essere solo uno strumento transitorio in campagna elettorale, ma nuovi metodi di elaborazione e condivisione delle scelte.
La struttura tecnica ed amministrativa del Comune dovrà in breve tempo gestire la fase di recupero, quindi quella progettuale e di realizzazione delle idee sul Centro Carni. Incubatore di imprese giovani, parco nuove energie, expo filiera corta comprensoriale? Non ne appare in grado. E’ quindi assolutamente necessario chiarire come si intende procedere nella gestione tecnica di tale recupero e rilancio. Insomma una riflessione più ampia sulla organizzazione dell’apparato e della struttura a disposizione dei cittadini e dell’Amministrazione appare urgente, anche in chiave di fornitura dei servizi comunali viste le ristrettezze economiche ed i tagli governativi al settore.
Credo sia necessario confermare il panorama di alleanze del centro-sinistra (estenderle?) ma per garantire un reale e serio gioco di squadra ritengo doveroso, da parte del candidato Sindaco, chiarire prima del voto popolare i nomi e le scelte delle deleghe. Può sembrare di difficile gestione in fase di campagna elettorale, ma se vogliamo davvero fare un gioco di squadra, come da più voci insistentemente richiesto, è necessario conoscere chi ne farà parte del team, altrimenti come evitare i famigerati “salti della quaglia”?
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 9 gennaio 2011 alle 19:41, ed è archiviato come POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Luciano (Fiorani), ma che ti aspettavi il contrario? Quando si dice che è l’apparato che riproduce se stesso ed è autoreferenziale alla propria sopravvivenza non si dice mica una cosa che è fuori dal mondo?
Nel nostro piccolo anche tutto questo è parte di quello più grande e quindi i percorsi anche comportamentali non è difficile individuarli.
Le cose non sono 14 -come si dice- e non mi è mai piaciuta l’emulazione di Robespierre, ma di Alberto Sordi sì: tutti a casa!
Purtropo spesso -ed è storia non a caso- i cambiamenti avvengono con grandi traumi. Occorrono persone nuove e non compromesse come coloro ai quali facevi riferimento, e credo che in questo caso le persone ci possano essere e sono coloro che hanno i requisiti della serietà e dell’affidabilità. A questo punto i nomi li sanno anche le pietre.
circa 13 anni fa
Tra le cose che ha detto Benicchi una mi trova particolarmente daccordo.
E’ quella della presentazione della giunta insieme al sindaco e prima delle elezioni.
E’ un modo concreto di chiarezza e lealtà verso gli elettori.
Uno sport che non va di moda ma ricordo che quando presentammo anni fa alle elezioni comunali la lista de La Rete, la designazione degli assessori era parte del programma. Perchè gli obbiettivi non possono essere disgiunti dalle storie delle persone che devono realizzarle. Per questo il nuovo sindaco deve dire anche con chi intende lavorare, e non farci le sorpresine dopo le elezioni, come è successo alle ultime regionali.
Sai quanti voti avrebbe perso Rossi da queste parti se dichiarava in anticipo che avrebbe nominato Ceccobao assessore!
circa 13 anni fa
Non sono daccordo con il primo intervento di Cioncoloni. La risposta alle sue domande retoriche è si.
Il 90% del disastro che abbiamo sotto gli occhi è responsabilità di Ceccobao. Il restante è dei pavidi che in questi anni non hanno mai avuto il coraggio di aprir bocca per dire come la pensavano.
E c’è qualcuno di questi don Abbondio che ha anche la faccia di voler ancora “spendere” l’esperienza acquisita! L’esperienza di chi si è accomodato sotto padrone non capisco di che utilità possa essere al paese.
E tutti i problemi che ci sono in questa campagna elettorale dipendono dal fatto che non si ha il coraggio di chiudere con un’epoca nefasta.
8 anni di berlusconismo locale, come dice Lorenzoni, e ancora non si è capito che cosa è accaduto?
Si fanno le bucce ai pochi che hanno il coraggio di dire chiaramente che si deve cambiare completamente modo di fare?
circa 13 anni fa
L’esperienza amministrativa 1994-1998, richiamata da Paolo Scattoni, può essere chiamata in causa anche per confortare l’ultima proposta fatta da Benicchi nel suo articolo, infatti quella è stata l’unica volta nella storia delle elezioni amministrative di Chiusi in cui la composizione dell’intera giunta è stata resa nota prima delle votazioni. Il risultato è stato che ai componenti della giunta andarono le maggiori preferenze degli elettori, senza nessun problema di gestione in fase di campagna elettorale.
circa 13 anni fa
Paolo Scattoni, con il senno di poi non ho nessun problema a riconoscere le tue ragioni di allora. La mia esperienza politica ed amministrativa di quel periodo, così come quella degli altri componenti della giunta, era inesistente e ci fidavamo in buona fede di chi aveva più esperienza di noi. A ragion del vero però devo anche dire che le tue osservazioni erano oggetto di animate discussioni all’interno della giunta e del gruppo consiliare di maggioranza e sia io che altri le abbiamo più volte prese in considerazione positivamente e perorate, tanto che quel famoso piano regolatore, mai approvato, fu una delle principali cause del nostro abbandono al termine di quell’esperienza che con il tuo commento hai richiamato alla memoria e che meriterebbe un ampio approfondimento perché nacque da una situazione simile a quella che si sta verificando oggi.
circa 13 anni fa
Una volta garantita la massima trasparenza e la massima partecipazione, in un sistema come il nostro chi è stato eletto per decidere decide. Se la decisione non piace alla maggioranza della popolazione ce ne ricorderemo alle successive elezioni.
Ed è questo il motivo perché i politici preferiscono di solito un sistema decisionale opaco.
circa 13 anni fa
Avevo ragione a proposito delle 10 righe….
Massimo ragiona già “da sindaco” ma finisce per buttare via anche il bambino insieme all’acqua sporca del bagnetto.
Non si può sempre ripartire da capo: hic Rhodus, hic salta!
Date queste condizioni, si stabiliscano le regole di maggiore trasparenza e “tracciabilità della decisione”. Buona l’idea del confronto permanente – di trozkista memoria? -, ma le decisioni vanno prese, e che si fa se non piacciono “alla maggioranza”?
In ogni caso, onore alla chiarezza e, per quanto mi riguarda, caro Massimo, chapeau!
circa 13 anni fa
Caro Giorgio (Cioncoloni) sono perfettamente d’accordo. Implicito, spero, nel tuo intervento, un minimo di autocritica. Forse ricorderai in periodo 1994-98, sindaco Ciarini, quante volte un fastidioso consigliere di minoranza abbia cercato tramite interrogazioni e interpellanze di far dibattere il problema di un nuovo Piano Regolatore redatto in trasparenza e quanto fosse invece opaca la inconcludente politica urbanistica di quel periodo.
circa 13 anni fa
La prima riflessione che mi viene in mente leggendo l’articolo di Benicchi è la stessa che mi è venuta sentendo gli interventi degli amministratori e dei dirigenti di partito nelle poche occasioni di dibattito pubblico che ci sono state. Possibile che tutto quello che è stato fatto di negativo dall’amministrazione in scadenza sia colpa esclusiva del sindaco Ceccobao? E’ possibile che un iter importante come quello del piano strutturale sia andato avanti senza che nessuno abbia avuto la possibilità di esprimersi negativamente? E’ possibile che sia mancato un rapporto trasparente e schietto con i cittadini e con le associazioni senza che nessuno se ne sia preoccupato? E’ credibile che tutti coloro che dovevano impedire o denuciare queste mancanze e non lo hanno fatto da oggi sentano il bisogno di farlo? Coinvolti nella passata gestione non sono solo il sindaco e gli assessori ma anche i politici: consiglieri comunali e dirigenti di partito che, per leggerezza o incapacità, non hanno svolto il loro compito di indirizzo e di controllo sull’operato del mandato amministrativo.
circa 13 anni fa
Dieci righe ovviamente non bastano. Spero di poter intervenire con un articolo più lungo. Un punto però vorrei porlo subito. Non sono d’accordo con quanto Massimo (Benicchi) dice del piano strutturale: “il “riavvio” del procedimento e gli altri atti relativi vanno “cassati”. Bisogna ripartire da capo ed in piena luce!”. Bisogna invece vedere il prodotto sinora tenuto volutamente opaco. Rendiamolo pubblico. Verifichiamo se alcuni passaggi sono accettabili: per esempio la individuazione delle Unità Territoriali Organiche Elementari. Se vanno bene si verifichino le previsioni riportandole a un criterio fondamentale che “tutto deve essere nel residuo e tramite il recupero”, accompagnandole da misure serie di perequazione. Si faccia la verifica in maniera trasparente e tracciabile. Tutto in pochi mesi. Subito dopo si passi a un Regolamento Urbanistico di minima, questo sì da subito con altri criteri di trasparenza e tracciabilità della decisione e così è possibile darsi il tempo per un nuovo Piano Strutturale, ammesso che l’annunciata nuova legge regionale li preveda.