Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Sarà l’abbandono a farci compagnia?
La giornata era bella e sarà stata quindi la luce penetrante ma domenica ho vissuto con più evidenza il triste e progressivo crollo della Fornace, simbolo di una memoria storica che si disgrega e per questo, forse, di un futuro che ancora non si chiarifica. L’area circostante, assai degradata, allungava lo sguardo molto oltre la Coop: erbacce, reperti metallici e molte attività chiuse.
Sono poi colpito soprattutto dal frequente baluginare dei colorati cartelli di Vendesi e Affittasi: appartamenti ma anche attività commerciali. Il culmine nella foto allegata dove il negozio d’angolo sul fondo ha appena chiuso e gli altri – anch’essi inattivi da poco – alternano cartelli di affitto e di vendita.
“Eh si, c’è la Crisi”, questo è il “mantra” che si ripete e che…”toglie i peccati del mondo”. La crisi c’è ma se non si reagisce non se ne andrà da sola, almeno per quella che è la nostra parte.
E’ necessario portare più persone a conoscere e ad utilizzare questo territorio e i suoi servizi (soprattutto la filiera servizi-turismo); aumentare la popolazione sulla base di una logistica eccellente (vorrei tanto essere stato io stesso un precursore e non un caso isolato). Se non c’è movimento, se non aumentano le “visite”, riuscirà la popolazione indigena a garantire sviluppo o almeno la sopravvivenza alle attività artigianali e commerciali?
E’ necessario immaginare una strategia per il futuro, altrimenti meglio che torni la foschia, almeno…copre un po’.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 11 gennaio 2011 alle 00:10, ed è archiviato come AMBIENTE, ECONOMIA, POLITICA, SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Il negozio Nigi che se ne va è una perdita, certamente. Anche di immagine. E’ un negozio storico (il problema posteggio è un falso problema perchè qiel negozio è uno dei pochi che ha lo spazio dedicato al carica e scarico…) e Chiusi si impoverisce. Ma è solo l’ultimo della serie. Un a serie lunga, sono più di 50 le aziende chiusine che si sono trasferite a Po’ Bandino, alcune negli anni ’70, la maggior parte negli ultimi anni. Quando su primapagina ponevamo il problema, qualcuno rispondeva sempre che denigravamo il paese ed eravamo tendenziosamente ostili a Chiusi e favorevoli a Città della Pieve. Per fortuna poi hanno inventato il centro commerciale naturale…
circa 13 anni fa
Anche io penso che i parcheggi non siano un problema fondamentale. Nei grandi centri commerciali, dove le aree a parcheggio sono immense, è difficilissimo lasciare l’auto di fronte all’entrata ma qualche volta bisogna fare anche qualche centinaio di metri a piedi, eppure i clienti sono migliaia e non si lamentano. Semmai un problema, ma anche questo non fondamentale, è la gestione schizofrenica della sosta temporanea da parte della polizia municipale. Più importante invece, come ha già accennato Carlo Sacco, sarebbe la programmazione di un’offerta commerciale fatta in maniera professionale.
circa 13 anni fa
Sono d’accordo con il Sig. Sorbera…….”..vedere cosa offre Po Bandino”., ma anche i parcheggi sono un problema. Invito il Sig.Scaramelli a fare un giro dei parcheggi di Chiusi Città alle 10 del mattino,a maggio o giugno, e contare i posti liberi…..che diventano più che sufficienti dopo la chiusura delle scuole. L’altro problema di Chiusi Città e che con meno di 500 persone che abitano “dentro le mura” la Città non potrà che sopravvivere che con il turismo, non di massa, ovviamente.
circa 13 anni fa
Perdonate il mio insistere ed il fossilizzarsi su argomenti che poco -secondo me -hanno a che vedere con lo sviluppo di Chiusi Scalo.Ma si parla tanto di piani strutturali, di viabilità, di interconnessioni fra aree attigue fra Umbria e Toscana ed anche di tant’altro e poi ci si svilisce in una diatriba sui parcheggi che potrebbero permettere una fruibilità della frequenza del centro commerciale naturale.Amici ma siamo nel 2011 ed uno che vuole arrivare a Chiusi Scalo per comperare un paio di mutande, un sacchetto di terra dal Nigi, e misurarsi la vista da un ottico, mette la macchina nel posteggio(che esiste ed avanza..dico proprio” ed anche avanza”)e fa quello che deve fare. Ma veramente si vuole che tutto funzioni come la ”Pizza express a domicilio” per consentire ad una categoria-ripeto nuovamente”ad una categoria”- di avere maggiori condizioni per incrementare i profitti, pochi o molti che siano ? A me sembra che il flusso di auto che circola dentro Chiusi Scalo basti ed avanzi. Se c’è qualcuno che pensa che i parcheggi sia uno dei problemi che blocchino lo sviluppo poichè sono pochi, si entra nella stessa logica del bisogno di costruire nuove abitazioni in presenza di una quantità di popolazione che se ne va via insieme a decine e decine di case sfitte e di negozi chiusi. Domanda tagliata coll’acetta ma purtuttavia doverosa poichè reale: di chi si fa gli interessi? Si accettano risposte anche di quelle -detta alla chiusina- ”coll’accetta”.
circa 13 anni fa
Scusa Paolo se porto alle estreme conseguenze: allora mio cugino – che vende trattori – ha “diritto” a quanti mq di parcheggio? Voglio dire che, come cliente del Nigi, ho parcheggiato spesso (relativamente) lontano dal negozio salvo poi, al momento di portar via la merce, andare a prender l’auto, parcheggiarla “male” e caricare in due minuti o anche meno. Ripeto, secondo me non sono i parcheggi la difficoltà dei negozianti di Chiusi (forse che la ferramenta Binaglia non aveva il parcheggio davanti a “bottega”?). Proviamo a cercare di vedere cosa offre Po’ Bandino e che non offre Chiusi.
circa 13 anni fa
Ci sono negozi che possonom avere parchggi anche a 100 o duecento metri di distanza. Altri come il Nigi che non può permetterselo. Provate a fare duecento metri portandovi dietro una zappa, una quindicina di chili di granaglie e magari anche la lettiera del gatto. Il problema deve essere affronato e risolto cercando di capire le necessità.
circa 13 anni fa
I parcheggi non sono “il problema” ma “uno dei problemi” da risolvere.
Ed i problemi si risolvono o tutti assieme, qualora se ne abbia la capacità, e non è il nostro caso, o uno per volta.
Non lo volgiamo considerare un problema? Va bene proponiamone un ‘altro senza però continuare a rimanere generici senza risolvere e proporre nulla.
circa 13 anni fa
andate a cortona d’estate e d’inverno il fine settimana o il lunedì la cosa che salta all’occhio è la carenza di parcheggi eppure c’è sempre il pienone di turisti e avventori occasionali. Il problema non sono i parcheggi ma quello che il paese offre, anche perchè a chiusi se non si ha troppa paura di farsi male alle gambe camminando due o trecento metri di posti ce ne sono quanti si vuole, a meno che non si voglia entrare nei negozi direttamente con la macchina o portarsela anche al letto. fatevi un giro ad orvieto per esempio e vedrete come ogni venti metri ci siano bacheche, volantini,locandine che pubblicizzano le più disparate iniziative, spontanee, elaborate da gruppi di vario genere: collettivi politici, gruppi teatrali, associazioni di ogni tipo, chiusi nel frattempo vive il suo eterno letargo.
circa 13 anni fa
Se si pensa come scrive Simone Nasorri che uno dei problemi ”centrali” di Chiusi e che possa limitare il suo sviluppo siano i parcheggi perchè invece ci vorrebbero ”parcheggi comodi” allora possiamo finirla già qui”.Ma senza alcuna presunzione, ma di cosa si parla ?
circa 13 anni fa
I parcheggi? Avete mai abitato in una città piccola o grande che sia? Chiusi, da questo punto di vista, é un sogno.
I negozi non chiudono perché non si può parcheggiare e le case non sono sfitte perché a Chiusi l’aria é maleodorante. Deve aumentare la popolazione e circolare più gente, compresa quella proveniente da fuori e questo può avvenire con un progetto integrato che metta insieme logistica e servizi, incluso quello di supporto al turismo culturale, paesaggistico,congressistico e medico-termale e in una logica di rivalutazione del nodo ferroviario. Bisogna cominciare a rendersi conto che moltissime potenzialità di questo territorio rimangono ancora inespresse e progettare un nuovo futuro.
circa 13 anni fa
Quando ho avuto bisogno della “roba del Nigi” ho avuto un motivo in più per trovare il parcheggio. Se poi l’auto era un po’ distante e il sacco pesante, allora parcheggiavo “al volo” – solo per caricare – in doppia fila e quattro frecce: non credo che sia la mancanza di parcheggio il motivo vero della partenza dei negozi dello scalo. Quanto guadagnano in Umbria con sgravi fiscali e con agevolazioni? Forse il punto è qui. Comunque, quando avrò bisogno della “roba del Nigi” …. andrò fino a Po’ Bandino
circa 13 anni fa
Concordo con Paolo (entrambi).
Il problema dei parcheggi è centrale!!
Nessuna attività potrà aprire o continuare ad esistere fino a quando non ci saranno aree di sosta adeguate.
I limiti al traffico nel centro storico vanno bene ma devono essere accompagnati da parcheggi comodi.
Invece mi sembra che le nostre amministrazioni vedano i parcheggi solo come una fonte di lucro ( vedi parcometri e multe.
circa 13 anni fa
Paolo, i non m’intendo di urbanistica e della programmazione di quest’ultima, ma ritengo che chi voglia fruire di un prodotto reperibile poi il parcheggio lo possa trovare, anche perchè al di là del vecchio passaggio a livello un grande spazio non è mai utlizzato totalmente e nell’arco di 200-300 metri ha il centro commerciale naturale a disposizione. Semmai c’è da dire che una grande quantità di esercizi vendono e commercializzano le stesse cose, gli stessi articoli, come se non fossero sufficienti i super mercati a pienare le esigenze delle persone. Ma vi siete mai chiesti perchè non esiste una libreria, una sala di ritrovo per giovani, un centro di ascolto o d’indirizzo per instradare la soluzione dei problemi delle persone, una sala dove si possa fare cultura, convegni od altro ? Altro che i parcheggi, che bene o male ci sono ed anche vicinissimi al centro(Via Mazzini ed altri ).Non si può pensare che tutto debba essere teso a risolvere i problemi della vendita o del commercio di categorie perchè prima delle categorie vengono i cittadini.Questa è civiltà, seguendo l’altra via si può correre il rischio si sconfinare in situazioni di ”parzialità” che un ente pubblico non può permettersi.Ricordo che in qualche riunione che fu chiesto al sindaco di incontrare prima i cittadini e poi le categorie ci fu qualche rappresentante categoriale che non vedeva dove fosse il problema, mentre il Sindaco rispose che andava a pranzo con chi gli sembrava più opportuno.
circa 13 anni fa
Sicuramente una grande perdita. All’inizio era la sede centrale dell’azienda, poi un grande negozio per l’agricoltura e il giardinaggio. Arredato con originalità ha rappresentato un punto riferimento non solo per Chiusi.
Il punto debole per certi negozi del centro coomerciale naturale è sicuramente la mancanza di adeguati parcheggi.
circa 13 anni fa
E intanto anche lo storico negozio Nigi, a fine mese lascia il centro commerciale naturale per trasferirsi a Po’ Bandino.