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Pane e violenza
La settimana scorsa ho comprato il pane in un forno a Chiusi scalo e mi è stato incartato con una busta che recava la dicitura: Per molte donne la violenza è pane quotidiano. La sensibilizzazione su questo tema è sempre opportuna perchè i dati sono imprssionanti.
Secondo l’Istat sono quasi 7 milioni le donne vittime di violenza fisica o sessuale. In quasi il 70% dei casi ad opera del partner. Sono poche invece le donne che denunciano questi abusi, solo il 10%.
Sulla questione abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Giusi Acquaviva responsabile dell’Ufficio pari opprtunità dell’Associazione dei comuni della Valdichiana, e volontaria anche dell’Associazione “Amica donna”.
Chiusinews: Le “buste” per il pane fanno parte di un piano di sensibilizzazione su questo argomento per tutta la Valdichiana?
Giusi Acquaviva: L’iniziativa “Per troppe donne la violenza è pane quotidiano” è un’iniziativa di sensibilizzazione, promossa dal centro pari opportunità dell’Unione dei comuni della Valdichiana in collaborazione con l’Associazione Amica donna. La diffusione delle buste (ben 20.000) è avvenuta attraverso la collaborazione dei comuni e dei forni del territorio.
Chiusinews: Qual’è la situazione del problema della violenza sulle donne in valdichiana secondo il vostro osservatorio?
Giusi Acquaviva: L’Associazione Amica donna accoglie una media di 40 donne all’anno.
Chiusinews: A quali altri servizi, oltre al vostro ufficio, può ricorrere chi si trova a subire violenza?
Giusi Acquaviva: L’Associazione amica donna che si occupa per convenzione con il servizio associato pari opportunità del problema della violenza, offre ascolto e accoglienza a donne vittime di violenza, consulenza legale e psicologica, e soprattutto un supporto della donna all’interno della rete dei servizi della Valdichiana che si trovano di fronte a tale problematica (Servizi sociali, Sert, pronto soccorso, forze dell’ordine, consultorio).
Chiusinews: Quali donne, (stato sociale, età, titolo di studio…) si rivolgono a voi?
Giusi Acquaviva: La violenza di genere è un fenomeno trasversale. Interessa donne di tutte le fasce d’età, italiane e straniere. Alcune hanno titoli di studio elevati e posizioni lavorative agiate. Non è vittima di violenza solo la donna con una condizione sociale più disagiata. Chi avesse bisogno di aiuto può contattarci dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 ai seguenti numeri telefonici: 0578 712418 – 327 9999228.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 15 gennaio 2011 alle 00:00, ed è archiviato come SOCIALE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Concordo perfettamente con il quadro che fa Scaramelli.
L’immagine delle mura domestiche da “mulino bianco” che ci propinano in tutti i modi nel mondo dell’immaginario collettivo, oltre alla donna violentata ha un’altra realtà negata, e cioè quella dei figli che assistono alle violenze.
E’ una realtà che coinvolge più di 700.000 bambini.
circa 13 anni fa
tema attualissimo e tristissimo,mi ha impressionato una statistica che registra come per le donne da 18 a 35 anni la prima causa di morte non siano gli incidenti, o il tumore o le malattie cardiovascolari ma l’omicidio.
Nonostante i passi avanti degli ultimi decenni la nostra rimane una società profondamente maschilista, basti pensare ai dati sul tempo libero a disposizione delle donne rispetto agli uomini o alle possibilità di impiego e al reddito, tutti gli ordini professionali ad esempio affermano che a parità di lavoro i guadagni di una donna sono il 20% in meno rispetto a quelli di un uomo. Molto c’è da fare e il primo compito spetta proprio alle donne nel pretendere pari dignità e nell’educare i bambini in una famiglia che non viva secondo i più abietti principi maschilisti.
Il mondo della comunicazione purtroppo gioca un ruolo estremamente negativo in tutto questo, non solo nei modi più evidenti e conosciuti, si pensi alle donne in televisione ridotte a puro corpo da mettere in mostra, ma anche nei piccoli particolari come nelle pubblicità o negli stessi racconti per bambini dove regna ancora inalterato il quadretto dell’uomo supereroe e delle donna premurosa infermiera, o del padre impegnato in prodezze di ogni tipo mentre la mamma tiene in ordine la casa e prepara da mangiare ai sui eroi maschili che tornano a casa.
A parer mio anche di piccoli particolari si alimenta la violenza verso le donne che poi esplode in tutte le forme che la cronaca ogni giorno ci mostra.