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Tre modeste proposte
La futura amministrazione comunale non dovrebbe cadere nella trappola di adoperarsi prioritariamente per risolvere la crisi economica e sociale. Gli schemi passati non sono più efficaci. Dovrebbe invece soprattutto affrontare il male di fondo che è di natura culturale, democratica, politica, ed effettuare, una vera e propria inversione di rotta e favorire quel ricostituirsi del tessuto comunitario capace di scoprire al suo interno quelle originali risorse che sono indispensabili per fronteggiare la crisi globale in atto. Questi potrebbero essere gli itinerari:
1.Ricostituire una democrazia vera, partecipata, ristabilendo un dialogo aperto ed un confronto rispettoso di ogni istanza tra l’amministrazione comunale ed i cittadini. Per questo dovrebbero essere istituite delle consulte tematiche per affrontare insieme i problemi più scottanti e trovare all’interno della società quelle risorse ed operatività sino ad ora ricercate altrove. Indispensabile è il coinvolgimento del ricco mondo del volontariato di fronte al quale l’amministrazione comunale dovrebbe porsi come servizio di unità e di coordinamento senza limitare o mortificare le rispettive originalità.
2.Volano dell’economia dovrebbe essere il turismo coniugato con il volontariato. Perché queste sono le vocazioni di Chiusi, da sempre riconosciute ma mai considerate come priorità. Turismo a tutto tondo: da quello di massa a quello scolastico, culturale e religioso con la massima valorizzazione degli itinerari storici ed archeologici (etrusco, romano, cristiano, naturalistico,enogastronomico). Tali itinerari dovrebbero essere arricchiti, grazie all’apporto delle associazioni, da eventi culturali sia nuovi che già esistenti per i quali l’amministrazione dovrebbe profondere maggiori risorse e le migliori energie. La preparazione di un pacchetto turistico d’eccezione, la partecipazione alle più importanti fiere del turismo, l’organizzazione di eventi di ampiezza nazionale per pubblicizzare la Città di Chiusi dovrebbero essere le strategie da seguire.
3.Una particolare attenzione la futura amministrazione dovrebbe avere per l’ambiente e l’agricoltura promuovendo e pubblicizzando i prodotti locali, favorendo lo sviluppo delle fonti di energia alternative ed una raccolta dei rifiuti dove possa essere esercitata quella virtù della sobrietà di cui la cultura contadina toscana è maestra.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 25 gennaio 2011 alle 00:14, ed è archiviato come CULTURA, ECONOMIA, POLITICA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Ho l’occasione,da quasi un trentennio, di brevi soggiorni a Chiusi per partecipare alle convocazioni del Direttivo dei “Ragazzi in gamba”. Piacevole l’ncontro con Marco (Fè) e gli altri amici ma mi è caro passeggiare nel silenzio delle vostre strade, respirare quella quiete che, permettendoti di ascoltare il rumore dei tuoi passi, ti infonde serenità.E, poi, partecipare alla messa del mattino di domenica in San Francesco….Chiusi la sento mia, anche se la mia terra è la Calabria.Accettate queste estemporanee riflessioni di un “viandante” che, se potesse, si fermerebbe a Chiusi.Buon lavoro.
circa 13 anni fa
“Sontuose scemenze” è sublime: me la segno per riciclarla
circa 13 anni fa
Ci mancherebbe che ci fossero zone “franche” per i turisti, però mi è stato riferito che (guarda caso) l’unico intervento di rimozione con carro-attrezzi è stato fatto per un’auto di un turista olandese.
Sulla calendarizzazione l’azione del comune non è disorganica ma maniacale si, se si pensa di fissare con mesi di anticipo anche una qualsiasi conferenza.
Il “copiare” è un’attività che da anni invoco inutilmente. Invece pare che siamo sempre alla ricerca dell’originalità che spesso ci porta all’immobilismo o a fare sontuose scemenze.
circa 13 anni fa
Scusa, se il turista fa un’infrazione non devo sanzionare? Facciamo il “paradiso” penale?
Per quanto riguarda una qualsiasi “vocazione”, l’organicità degli interventi è da inserire in un contesto partecipato.
Faccio un esempio per chiarire: la nostra associazione, come tutte le altre, è stata invitata a fornire la pianificazione della propria attività, in maniera da poter essere inserita, e “organicizzata” con le altre, nell’opuscolo che cura Omero Pagliai per conto del Comune.
Noi non siamo in grado, per la struttura e per la natura della nostra associazione, di fare una programmazione con date certe (dipendiamo dalla data di disponibilità del conferenziere di turno, dalla possibilità di disporre o meno di alcuni strumenti, ecc. cioè le tante altre difficoltà che sono sempre presenti in un’associazione): quindi, non abbiamo mai comunicato il nostro “calendario”.
Posso dire che l’azione del Comune è stata disorganica? O che la colpa è di Pagliai perché non ha sollecitato la mia associazione?
Ripeto quanto detto in altre occasioni: cerchiamo di capire dove, come e perché gli altri sono più bravi. “Copiare” non è reato, ma non tutto passa per l’attrazione della merce esposta: penso che, talvolta, basti dare alle persone l’occasione per incontrarsi.
circa 13 anni fa
Tutto si può dire tranne che Chiusi abbia individuato nel turismo la sua “vocazione”. Basta dare un’occhiata alla stazione per finire con i bar chiusi dopo cena anche d’estate, passando per le multe alle auto dei turisti. Nè le realizzazioni ricordate da Sorbera possono esere inquadrate in un sistema organico, perchè hanno tutte le caratteristiche dell’improvvisazione e dell’estemporaneità. Chiusi è nel circuito delle città del vino e dell’olio come potrebbe essere in quello del pan grattato perchè nulla sta a indicare al turista che questo è un posto dove può trovare olio e vino di qualità e ad ogni angolo del paese (e infatti non ci sono!). Secondo me già con quello che c’è, sotto l’aspetto turistico, si può fare molto, ma molto di più. Stesso discorso vale per i servizi, ma occorre che i due aspetti diventino sistema. Questa città dovrà decidersi una buona volta ad alzare gli occhi, guardarsi intorno e imboccare con decisione una strada. A me quella del turismo e dei servizi pare convincente.
circa 13 anni fa
Chiedo scusa a Marco Fé, ma non mi sembrano grandi novità. Durante l’era del vituperato Ceccobao, abbiamo assistito a diverse iniziative che sono andate proprio nella direzione indicata: sostegno ai prodotti locali mediante inserimento di Chiusi nel circuito delle città del vino e dell’olio; spinta alla valorizzazione del lago in collaborazione con la lenza Etrusca; valorizzazione del paesaggio con la partecipazione, ad es., al progetto del “Sentiero della Bonifica” (paragonato, niente meno che al Canal du Midi), il gemellaggio con due cittadine francesi e tedesche (con flusso di ragazzini in scambio), ed altro. Ci sono ovviamente molti nei ma, si sa, chi fa, falla. La critica che ho mosso a Ceccobao è di aver confidato troppo sul lato istituzionale e troppo poco sulla spontaneità dell’associazionismo. Ma occorre anche mettersi nei suoi panni: l’istituzione posso sempre chiamarla a rispondere, l’associazione può sparire da un momento all’altro. E poi in quanto istituzione, non sempre posso fare ciò che mi piace: ho vincoli e procedure da rispettare.
circa 13 anni fa
La relazione “economia territoriale” si può scaricare dalla pagina relativa al Piano Strutturale che si trova nel sito del comune.
circa 13 anni fa
Infatti io ho aggiunto anche i Servizi che i viaggiatori ( turisti – inclusi quelli “termali” – o professionisti) possono utilizzare ma anche aziende (con la creazione di poli logistici di decentramento).
Donatelli ha comunque ragione. Se la popolazione non cresce – strutturalmente e/o stagionalmente – a chi si dovrebbe rivolgere il commercio?
Questo non toglie che non si possano associare altre soluzioni; quello che é vietato é non avere idee o, peggio ancora, prevedere solo effetti senza causa (per esempio costruire alloggi o creare infrastrutture generiche)
circa 13 anni fa
dato di fatto: Chiusi Città conta meno di 500 abitanti. Con questi numeri penso che sia impossibile mandare avanti qualsiasi attività commerciale……quindi è necessario un incremento della popolazione, se poi questo incremento viene dal turismo, non di passaggio, o da una politica di favoreggiamento verso famiglie che magari vorrebbero venire a vivere a Chiusi è un discorso aperto ad un dibattito.
Non conosco il rapporto del sig. Giuliano Bianchi, ma se parla di strade nuove o di ferrovia o di altro, mi sembra un resoconto che non tiene conto della realtà di Chiusi Città….non ci sono sufficienti abitanti che nuove strade o altre opere non porterebbero.
circa 13 anni fa
Io invece non sono d’accordo. Non è possibile pensare che lo sviluppo del nostro comune possa basarsi prevalentemente sul turismo. I margini di sviluppo del settore sono ampi, ma non può essere questa la chiave di volta del nostro futuro. Anche se l’attività turistica raddoppiasse il settore impiegherebbe una parte minoritaria della forza lavoro. Fortemente ridimensionati i settori classici (ferrovia ed edilizia) occorre pensare a strade nuove. Invito a leggere (o rileggere) il rapporto di Giuliano Bianchi sull’ economia territoriale per il quadro conoscitivo del piano strutturale.
circa 13 anni fa
Concordo. E accanto al Turismo – di diverse tipologie – puntare sui Servizi, rivolti al viaggiatore ma anche ad aziende e professionisti.
Chiusi, importante nodo logistico, può creare molti posti di lavoro in questi due settori strategici per il suo futuro. In questi anni mi sono reso conto che questa potenzialità di Chiusi viene individuata maggiormente da chi proviene da fuori o da chi viaggia spesso, mentre è meno percepita come risorsa da parte degli abitanti stanziali.