di Rita Fiorini Vagnetti

Da una visita a Mathausen ricordiamo una frase incisa in una cella che colpisce per gli orrori causati dalla crudelta’ degli uomini: “SE ESISTE UN DIO, DOVRA’ CHIEDERMI PERDONO”. Cerchiamo di immaginare, (ci riusciremo mai?) che razza di vita trascorrevano la’ dentro perche’ un uomo arrivi a scrivere queste parole…

In occasione della ricorrenza del “Giorno della memoria”, in qualità di delegata regionale della Scuola strumento di pace-Ecole instrument de paix e in rappresentanzadella Lista Civica Trasversale Rita Fiorini Vagnetti, vorrei proporre il nostro contributo doveroso, sentito, con un sentimento di dolorosa partecipazione mai sopito, facendo conoscere una semplice poesia scritta in ricordo delle sofferenze di tante persone. 

C’è un paio di scarpette rosse numero 24 quasi nuove,

Sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica

C’è un paio di scarpette rosse

In cima ad un mucchio di scarpe infantili a Buchenwald

Servivano a far coperte per i soldati

Non si sapeva nulla

E i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas

C’è un paio di scarpette rosse

Di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald

Erano di un bimbo di tre anni forse di tre anni e mezzo

Chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni?

Ma il pianto lo possiamo immaginare

Si sa come piangono i bambini… anche i suoi piedini

Li possiamo immaginare, scarpa numero ventiquattro

Per l’eternità

Perchè i piedini dei bambini morti non crescono

C’è un paio di scarpette rosse a Buchenwald, quasi nuove

Perchè i piedini die bambini morti non consumano le suole

C’è un paio di scarpette rosse a Buchenwald… 

da una testimonianza di Castello Tesino (Trento) 1947.