di Luciano Fiorani

Le feste, a cui si allude nel titolo, non sono le ricorrenze o le occasioni importanti che ogni famiglia usa celebrare in modo solenne, ma le tante sagre e feste di paese o di partito che ognuno di noi, in questi ultimi anni, frequenta con una certa assiduità. Quello su cui vogliamo attirare l’attenzione, soprattutto degli organizzatori, perché gli avventori in gran parte se ne sono già accorti, è la qualità del vino. In genere fa schifo, solo in certi casi si può dire che è bevibile, il che ovviamente non è un gran complimento. Mentre la qualità dei piatti di diverse manifestazioni è eccellente altrettanto non si può dire del vino proposto e, senza essere dei professionisti della buona tavola, il contrasto risulta evidente. Che questo stato di cose crei un certo fastidio lo dimostra il fatto che sempre più persone vanno a queste feste estive portandosi da casa la bottiglia del vino, per non avere sorprese. Al vino, dopo un decennio di wine bar, di degustazioni verticali, di calici sotto le stelle, di cantine aperte e di discussioni su etichette, come Sassicaia o Tignanello, che sono diventate famose anche tra gli astemi, continua ad essere riservata una scarsa attenzione. Basti segnalare che non è infrequente, anche in trattoria, che venga servita l’acqua bella fresca e il vino bianco bello caldo. Naturalmente certe attenzioni non mancano nei ristoranti forniti di una buona lista dei vini, lì alle temperature e al bicchiere adeguato ci stanno attenti. In quei posti, semmai, il problema è rappresentato dal prezzo.

Chiusi è inserito nella zona del chianti dei colli senesi, c’è qualche azienda che ha raggiunto livelli di eccellenza, è a due passi da Montepulciano dove si produce uno dei sei vini più importanti d’Italia e anche Montalcino e il Chianti non sono poi così distanti ma una cultura del vino, partendo da quello di tutti i giorni, stenta a farsi strada. Insomma ci troviamo in una zona in cui il vino buono deve essere di casa e invece, circolano ancora troppi prodotti davvero scadenti. E non regge neppure l’alibi del prezzo, perché basterebbe guardarsi un po’ intorno e di vino buono, ad un euro e mezzo al litro, se ne trova quanto se ne vuole. Dell’enogastronomia la Toscana ha sempre fatto un fattore di richiamo turistico, e anche Chiusi, nel suo piccolo, riesce a proporre piatti non banali come pici, brustico e tegamaccio. Ma per quanto riguarda il vino siamo ancora costretti a ricorrere a etichette conosciute perché di quello della casa c’è poco da fidarsi.