Presto anche a Chiusi il registro del testamento biologico

 di Anna Duchini

Chi può decidere quando le note di una danza, inebriante e coinvolgente, siano diventate ormai stanche e prive di qualsiasi trasporto? Credo che spetti solo al ballerino, dopo aver volteggiato ancora un’ultima volta, per fugare ogni dubbio, guadagnare, fiero, l’uscita della pista” (Pino Giannini).

Al termine della presentazione del libro di Mina Welby e Pino Giannini, sulla toccante vicenda di Piergiorgio Welby, l’associazione La Goccia ha consegnato all’assessore Simona Cardaioli circa cinquanta firme con la richiesta di istituire anche a Chiusi un registro per il testamento biologico. Un registro in cui tutti i cittadini, maggiorenni e residenti, possano esprimere anticipatamente con un’autodichiarazione, la propria volontà riguardo ai trattamenti sanitari di fine vita. L’assessore, accompagnata da Renato Nenci responsabile dello stato civile,  ha dichiarato che per definire gli aspetti amministrative della questione sono al lavoro gli uffici competenti e si è impegnata a far discutere alla fine dell’estate questa proposta sia alla giunta che al consiglio comunale.

Chiusi, una volta adottato questo strumento andrà ad aggiungersi ai tanti comuni che l’hanno già fatto. In zona, l’ultimo in ordine di tempo è Magione. L’istituzione del registro è passo avanti nell’attuazione dei  principi costituzionali della inviolabilità della libertà personale e del diritto alla tutela della salute. 

 

  • #1 scritto da anna duchini
    circa 14 anni fa

    Sono pienamente d’accordo, con quello che dice Massimo, riguardo ad un dibattito privo di strumentalizzazioni su questi argomenti di fine vita. Anche se sul testamento biologico credo che ci sia poco da discutere, perchè in fondo si tratta solo del proseguimento del consenso informato, prassi obbligatoria fino a quando siamo in grado di intendere e di volere.
    Altra cosa è l’eutanasia sulla quale certo esistono posizioni profondamente diverse. Personalmente concordo con quanto affermato da Montanelli: ” Io non voglio soffrire, io non ho della sofferenza un’idea cristiana. Ci dicono che ‍la sofferenza eleva lo spirito; no ‍la sofferenza è una cosa che fa male e basta, non eleva niente. E quindi io ho paura della sofferenza. Perché nei confronti della morte, io, che in tutto il resto credo ‍di essere un moderato, sono assolutamente radicale. Se noi abbiamo un diritto alla vita, abbiamo anche un diritto alla morte. Sta a noi, deve essere riconosciuto a noi il diritto ‍di scegliere il quando e il come della nostra morte”. E’ su questo che ci sono posizioni profondamente diverse, ed è del tutto naturale.

  • #2 scritto da Massimo Giulio Benicchi
    circa 14 anni fa

    Riguardo all’inviolabilità della libertà personale e al diritto alla tutela della salute, sono pienamente concorde, resta difficile stabilire tramite legge o regolamento i criteri generali “minimi” che rispettino anche la sensibilità di tutti. Il limite che, volta per volta, separa l’accanimento terapeutico dall’eutanasia, la non completa disponibilità del proprio corpo eccetera, eccetera. Credo quindi sia necessario un sereno, libero ed approfondito dibattito sull’argomento. Se il Consiglio comunale se ne farà carico in modo non pregiudiziale od ideologico, penso che ci guadagneremo tutti chiarendoci le idee ed approfondendo i temi. Per questo ho firmato anche io , in modo “provocatorio” la richiesta di istituire il registro e soprattutto di promuovere il dibattito.

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