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Se anche la sinistra si inchina al Vaticano
Ho partecipato con una notevole dose di interesse all’incontro con Mina Welby organizzato dall’Associazione La Goccia, che si è avuto nel Chiostro di San Francesco Sabato 31 Luglio alle 18. Non è che ci fosse stata una folta platea ma, quanto è passato nell’esposizione di Mina, è stato seguito con interesse come altrettanto quella di Pino Giannini. Anche se le posizioni potevano essere ormai arcinote sugli argomenti trattati, poiché apparse su tutti i giornali, blog e siti web, al riguardo del caso Welby e di quanto quest’ultimo abbia contribuito a ‘’rinfocolare’’ la polemica fra schieramento laico e religioso nei confronti della fine della vita e della legislazione che la possa riguardare ,mi sembra doveroso riferire quanto soprattutto è uscito dall’intervento di Giannini, dal quale, e dal momento che notoriamente appartenente al gruppo dei radicali , mi sarei aspettato una posizione più netta rispetto a quanto portato avanti dal suo schieramento. Mi sembra di ricordare che i radicali italiani sono stati sempre molto scevri da risentire da logiche di schieramenti politici e che nelle battaglie in cui hanno creduto hanno sempre anteposto le ragioni delle libertà individuali a quelle degli schieramenti; e quando si sono comportati in siffatta maniera molto spesso hanno portato a casa risultati che i partiti maggiori, invischiati in alleanze di comodo o ritenute strategiche dalle loro classi dirigenti, non hanno prodotto.
Posto che il pubblico formato principalmente da donne era abbastanza composito- poiché Chiusi è un piccolo paese e ci conosciamo quasi tutti – posso dire che si esprimevano presenze che potevano riguardare le due maggiori concezioni che si scontravano sull’argomento. A questo fine (che è poi il fine di ogni riunione sempre e comunque didascalico e portatrice di conoscenza delle esperienze umane ) sarebbe stato proficuo forse chiarire meglio, non partendo chiaramente ‘’ dai massimi sistemi ‘’, il ruolo avuto dalla Chiesa nel passato e nel presente nel nostro paese e le differenze che la fotografia della situazione lascia vedere fra Italia, Germania, Francia, Inghilterra e Nord Europa, considerato giustamente a mio avviso – più evoluto in materia di legislazione – sull’argomento del termine della vita. Solo così si possono comprendere le ragioni che hanno portato a questo stato di cose in Italia e solo così si può comprendere l’incipiente legge Calabrò che è ad un passo dall’approvazione, e che permetterà da subito alla Chiesa Cattolica di non usare nemmeno i suoi logori ma sempre potenti freni a sua disposizione sulle istanze che vengono dal sociale, tanto è lo Stato Laico che pensa ad ingabbiare le istanze che vengono dal basso. Osservo che ultimamente c’è uno stato di indubbia reticenza che comprende non solo il PD ma anche la sinistra più profonda a mettere in discussione le tesi dell’establishment papalino, quasi fossero avviluppati da una possibile paura di ulteriore erosione di consenso. Va bene che al peggio non c’è mai fondo, ma si dimentica sempre più spesso che non è in discussione la libertà del credo religioso ma sono in giuoco battaglie di ‘’aperture mentali’’ e quindi di etica alle quali la politica che guarda a sinistra non si può più permettere di rinunciare, pena la scomparsa totale senza che siano nate altre concezioni che possano contrastare quella che ,io giudico, sia una valanga di arroganza verso la formazione delle coscienze e delle menti che la Chiesa non ha mai smesso di rappresentare e di sviluppare ed a cui lo Stato, principalmente ‘’quello dei nuovi poveri sedicenti di sinistra ma anche di destra’’ , non ha la forza di opporsi proprio perché accetta tutto e non distingue più le istanze di una classe dirigente ormai inesistente e divenuta della stessa natura ed uguale a quella che loro stessi credono di combattere. Le differenze sono inesistenti.
Si vuole un esempio tagliato con l’accetta come suol dirsi ?L’Europa e le sue leggi economiche alle quali gli stati dell’unione non più sovrani si debbono adeguare, il problema della globalizzazione , il peroramento dell’interesse dei grandi gruppi economici contrapposto all’interesse della gente, i media che seminano argomenti che vengono ritenuti importanti ma che in effetti importanti non sono per la vita delle persone, elevando al settimo cielo storie ed argomenti per sviare le reazioni del pubblico verso altri lidi. Qualunque sistema si è sempre difeso ed ha sempre messo in campo forze che puntellavano la propria esistenza ritardando eventi o modificandoli ingabbiando e tracciando nella mente delle persone un binario da seguire ma oggi probabilmente potremmo essere al punto che lo stesso sistema potrebbe aver finito la vasellina, e questo, per avvertirlo non c’è bisogno di grande cultura……
La sinistra che ripudia gli ideali che l’hanno vista crescere non ha scampo. Con la furia iconoclasta di combattere l’ideologia perché gli è stato detto che rappresentava la stasi, l’antidemocrazia e l’antilibertà , si ritrova una classe dirigente che non sa indirizzare in alcuna direzione i bisogni degli uomini poiché –si diceva una volta a Chiusi, e permettetemelo- ha il cervello ‘’pieno di votame’’. E’ quella stessa sinistra che al di là delle parole proferite prega che Berlusconi rimanga al proprio posto poiché diversamente come farebbe…..Penso proprio che di che meditare ce ne sia abbastanza…..
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 1 agosto 2010 alle 18:00, ed è archiviato come POLITICA, RELIGIONE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 14 anni fa
Non mi convince la polemica che si è creata intorno al caso Welby. Personalmente sono contrario all’eutanasia: non credo che si debbano usare medicine per indurre su un’altra persona la morte. Non è una questione di convinzione religiosa, ma una semplice misura di precauzione, perché come ci insegna la storia del Novecento il confine con l’eugenetica diviene sempre più labile (vedi pratiche naziste).
Per Welby, però, non era un problema di eutanasie, si trattava di mettere fine a una pratica di accanimento terapeutico. La polemica è stata crudele e inaccettabile. La cessazione della ventilazione artificiale e dei medicinali che lo tenevano in vita altro non era che mettere fine all’accanimento terapeutico. Lo afferma la stessa Chiesa cattolica quando nel suo catechismo, ispirato dallo stesso Ratzinger, afferma:
2278 L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. LE DECISIONI DEVONO ESSERE PRESE DAL PAZIENTE, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.