Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento sittoscritto da 16 membri della Assemblea dell’Unione comunale del Pd.

Simone Agostinelli, Massimo Giulio Benicchi, Alessandro Brilli, Federica Canini, Marco Ciarini, Altero Culicchi, Daniele Fiaschi, Enrico Funalbi, Carlo Giulietti, Elisa Leandri, Alessandra Massarelli, Mssimiliano Minotti, Marco Nasorri, Ercole Pascucci, Michele Trabalzini, Giella Zazzaretta.

Contributo alla elaborazione programmatica del Partito Democratico di Chiusi.

 Gli anni che ci aspettano, quelli del prossimo decennio, potrebbero essere drammatici per effetto della crisi. I tagli e la diminuzione delle risorse, acuiti dalla scriteriata politica del centro-destra, metteranno a dura prova la capacità di governo locale.

Non solo diverrà difficile mantenere i livelli dei servizi conquistati in decenni, ma il ruolo stesso della pubblica amministrazione potrebbe essere messo in discussione per l’impossibilità di attivare politiche territoriali di sviluppo, garantire e confermare il modello di welfare sociale contraddistinto dalle condizioni di solidarietà e benessere diffuso della nostra società, politiche che invece dobbiamo impegnarci a garantire.

Non possiamo quindi permetterci indirizzi di governo pasticciati o proposte programmatiche ambigue. Sarebbero dannose per la nostra città, incomprensibili per i cittadini e inadeguate per una forza che si pone come protagonista dell’azione di buon governo locale. Perciò dobbiamo mettere a disposizione le nostre risorse politiche e ideali nella ricerca di un progetto di governo capace di contrastare la crisi e produrre nuove opportunità di crescita per il territorio, in grado di mantenere il sistema di rete sociale che contraddistingue il “modello Toscana” e il benessere dei cittadini di Chiusi. Solo così non ci saranno esclusi. Tutti potranno sentirsi accolti, ascoltati ed accompagnati dall’ intera comunità.

Il palese ritardo e la lentezza con cui il partito conduce il confronto interno e con il resto della società appare ingiustificabile. In realtà l’allungamento dei tempi non è dovuto al confronto tra candidati, ma tra diverse visioni politiche ed amministrative, che solo un serrato e approfondito confronto potrebbe portare a sintesi.

Al contrario, prima si è pensato di dare per scontata la candidatura e la continuità con alcune scelte della precedente Amministrazione, poi, affannosamente, di spacciare per secondari e non influenti sul futuro della nostra città alcuni temi.

Per rispondere all’ ostinazione con cui in questi ultimi mesi si è voluto eludere il nodo politico centrale del percorso per il rinnovo della Amministrazione Comunale della Città di Chiusi, non resta altro, a questo punto, che catalizzare attorno ad alcuni elementi programmatici e procedurali, importanti contributi personali e politici del Partito Democratico. Sperando di far avanzare così un costruttivo e trasparente dibattito democratico.

La riflessione e l’iniziativa politica portate avanti nel nostro partito non colgono appieno i notevoli cambiamenti sociali, economici e culturali che percorrono anche la società locale e che coinvolgono interamente la qualità delle relazioni, il modo di sentire e di vivere della nostra comunità, il rapporto tra istituzioni e cittadini; questa inadeguata interpretazione della realtà mette in discussione i tradizionali canoni della formazione del consenso e del giudizio politico.

Ciò impone alla politica, e in primo luogo al nostro partito, di riuscire a cogliere un profondo bisogno di rinnovamento, rafforzando il ruolo di indirizzo e di progettualità, fattori essenziali per governare positivamente nuovi e vecchi bisogni.

Su questi aspetti dobbiamo costruire una solida condivisione con la città, ponendoci fulcro di una coalizione di Centrosinistra, che, esprimendo un giudizio sostanzialmente positivo sul lavoro fatto dall’attuale amministrazione comunale, si candidi a portare avanti una nuova e rinnovata esperienza di governo.

Occorrerà procedere con chiarezza, rifiutando atteggiamenti e posizioni trasformistiche, coltivando, invece, l’ambizione di avanzare proposte in grado di accrescere l’impegno sui temi sociali, sullo sviluppo economico ed occupazionale, sui valori della solidarietà, della sobrietà e del coinvolgimento più ampio possibile.

Dobbiamo avere una visione programmatica lungimirante, che sappia definire un’idea della Chiusi del 2020, attraverso la capacità di selezionare priorità ed indirizzi precisi che la futura amministrazione dovrà realizzare.

La realtà che vogliamo determinare dovrà essere il risultato di un disegno politico e sociale, non un prodotto asetticamente tecnico.

Un progetto di governo del territorio che lo faccia crescere in qualità e bellezza, in occasioni di sviluppo economico e progresso sociale, guardando soprattutto alle nuove generazioni, ad un sistema fatto di piccole e medie imprese, capaci di creare ancora benessere e occupazione di qualità.

Un progetto in grado di mantenere un alto livello di welfare, di valorizzazione di spazi di socialità , di miglioramento delle relazioni e di creatività culturale .

Il mondo è cambiato, l’economia è cambiata, tutto ciò che ci circonda è in continua evoluzione, noi dobbiamo capire il cambiamento, interpretarlo.

L’elaborazione del nuovo Piano strutturale è un’occasione fondamentale per una società che sta affrontando una stagione di passaggio verso un modello economico e sociale che le consenta di proiettarsi nella direzione di uno sviluppo compatibile sotto tutti i punti di vista. Una crescita in cui le ricchezze del nostro territorio sono un bene “finito” , risorse da non disperdere e consumare a piacimento , ma da utilizzare con grande attenzione. Per questo dobbiamo puntare sulla riqualificazione dell’esistente, sulla sostenibilità degli interventi, privilegiando il valore dell’innovazione e della conoscenza, la qualità rispetto alla quantità.

Dobbiamo insistere sull’importanza che la nuova occupazione venga dalle economie emergenti, dai settori avanzati. Indirizzi, ci pare, ampiamente evidenziati nelle assemblee dei circoli e dell’unione comunale del PD di Chiusi.

Un percorso, questo, che nel corso degli anni è stato intrapreso, e sul quale abbiamo investito risorse ed energie, attraverso le azioni di rilancio del settore commerciale e del terziario a Chiusi Scalo, attraverso il recupero e la riqualificazione del contesto urbano e culturale del centro storico, attraverso gli interventi per la salvaguardia del lago e le opere di contenimento del rischio idraulico.

Tutti questi interventi devono proseguire, con la consapevolezza che c’è ancora molto da fare per raggiungere risultati duraturi e soddisfacenti.

Gli strumenti di governo e di pianificazione dovranno riflettere piena coerenza con tali scelte. In particolare, il piano strutturale dovrà guidare nei prossimi anni azioni e interventi che promuovano le peculiarità e le vocazioni del territorio, sostenendo tutti i punti di forza che Chiusi detiene nei diversi settori dell’economia, fattori che possono determinare la crescita del livello di competitività della nostra città.

La coesione sociale, le relazioni istituzionali e territoriali, la valorizzazione delle risorse culturali e la sostenibilità ambientale, il miglioramento dell’offerta formativa e scolastica, sono le altre linee maestre da seguire per affrontare le sfide del futuro.

In quest’ottica le previsioni di espansione urbanistica a Querce al Pino contenute nel riavvio del procedimento del piano strutturale sono in antitesi con le direttrici di sviluppo sin qui portate avanti dal governo locale, infatti non trovano rispondenza con un modello economico che è fortemente orientato a valorizzare e qualificare le aree produttive e commerciali esistenti senza compromettere gli attuali equilibri territoriali.

Anzi, l’ipotesi di un nuovo insediamento in prossimità del casello rischia di indebolire e vanificare le potenzialità di crescita del contesto produttivo, in particolare di Chiusi Scalo, a vantaggio di un ulteriore spostamento delle attenzioni economiche e imprenditoriali verso l’area umbra.

Per l’area di Querce al Pino risulta determinante una valorizzazione della sua funzione di porta di ingresso ad un territorio, tramite l’ammodernamento della rete viaria che sviluppi un più agevole collegamento con l’area produttiva di Chiusi Scalo, oltre che con le altre zone di interesse economico, culturale e ambientale del territorio comunale e dei paesi vicini.

Prioritaria anche in questo comparto la riqualificazione delle aree degradate e da completare; perciò occorrerà concentrare l’ attenzione su un riordino urbanistico delle attuali funzioni che sono oggettivamente prive di una caratterizzazione definita, senza prevedere la nascita di ulteriori nuovi insediamenti produttivi e commerciali.

Una nuova urbanizzazione, oltre ad intaccare l’ equilibrio di pregio paesaggistico di tutta la zona, sarebbe in palese contraddizione con il rilancio strategico di Chiusi Scalo e con gli strumenti di pianificazione provinciale e regionale.

Di conseguenza risulta necessario modificare e aggiornare le linee di indirizzo contenute nell’avvio del procedimento del piano approvate dal Consiglio comunale nel luglio 2009.

La vera sfida deve essere quella di misurarsi sulla capacità di promuovere il recupero e la riconversione funzionale di contenitori ed aree disponibili di rilievo strategico per la qualità delle aree urbane e produttive.

La futura amministrazione dovrà mettere in campo iniziative adeguate per la riqualificazione di piccoli e grandi contenitori dismessi di proprietà privata, come la ex Fornace di Montorio.

Dovranno essere attivati provvedimenti che abbiano l’effetto di interrompere l’immobilismo e di rilanciare investimenti orientati a soddisfare esigenze, a svolgere servizi e funzioni di interesse collettivo.

L’area della Fornace infatti per la sua collocazione, per la sua dimensione e principalmente per le funzioni che può accogliere, assume assoluta rilevanza per ridisegnare la qualità urbana di Chiusi Scalo. Questo intervento può divenire un volano anche per il recupero di altri volumi minori, ma comunque importanti e strategici, presenti nel tessuto dell’edificato.

Chiusi, in relazione alle sue potenzialità infrastrutturali ed economiche ancora inespresse, ha le caratteristiche per contribuire a rilanciare le politiche di area ed essere protagonista e punto di riferimento per l’intera Valdichiana, oltre che per la vicina Umbria.

Un obiettivo che deve essere portato avanti è quello di predisporre accordi di programma che mirino a pianificare uno sviluppo ordinato ed omogeneo di tutta l’area e a promuovere il riordino urbanistico e infrastrutturale del fondovalle. La messa in sicurezza dell’intera zona con riferimento al rischio idraulico costituisce, principalmente per i Comuni di Chiusi e Città della Pieve, una problematica da condividere e risolvere congiuntamente.

Dentro questo quadro risulta interessante, nel territorio toscano, anche la definizione di un accordo con i comuni di Cetona e San Casciano dei Bagni, da intendersi come strumento di sviluppo del tessuto produttivo e infrastrutturale. L’obiettivo dovrà essere la integrazione sovracomunale di spazi per attività produttive lungo l’asse del fondovalle e la definizione dei presupposti amministrativi e urbanistici per il completamento e la riqualificazione della zona delle Biffe, attraverso la riconversione e l’utilizzo delle aree disponibili come l’ex Centro Carni e quella, già urbanizzata, destinata a piattaforma logistica di interscambio delle merci a ridosso della stazione ferroviaria.

Adeguati interventi di potenziamento del sistema viario di raccordo con i caselli autostradali di Fabro e Querce al Pino, unitamente alle funzioni infrastrutturali del nodo ferroviario di Chiusi, possono prefigurare le due zone delle Biffe e di Po’ Bandino unite in un polo produttivo di carattere sovracomunale, caratterizzato da una buona accessibilità e da una migliore capacità di attrazione e competitività.

Dalle considerazioni fino ad ora emerse si deduce che la prossima amministrazione dovrà attivare un vasto network istituzionale, nell’ambito del quale il Comune dovrà assumere il ruolo di attento interlocutore di altri enti pubblici, di provincia e regione.

Essenziale sarà inoltre il processo di riassetto istituzionale che la Regione Toscana sta portando avanti e che vedrà una nuova organizzazione e razionalizzazione di molte funzioni e servizi anche attraverso il ruolo dell’Unione dei Comuni.

Un intenso lavoro politico amministrativo sarà necessario per potenziare la rete infrastrutturale viaria e ferroviaria. Centrale rimane la battaglia per il potenziamento della stazione ferroviaria di Chiusi nel raccordo con l’alta velocità, nei collegamenti con grandi direttrici nord e sud Italia e per Siena.

Per la città è essenziale ammodernare e rendere più sicura la viabilità stradale interna e di collegamento con i comuni limitrofi, con i principali servizi territoriali, primo fra tutti il plesso ospedaliero di Nottola.

Determinante sarà imprimere una forte spinta verso l’innovazione legata alle energie rinnovabili.

Si dovrà operare sul fronte della progettualità di nuove tipologie di costruzione edilizia e di tecniche di recupero dell’edificato esistente. Come del resto nell’uso di materiali che accrescano il contenimento del consumo energetico, per favorire, di concerto con la programmazione territoriale e provinciale, lo sviluppo di aree produttive ecologicamente attrezzate anche nel nostro territorio.

Occorrerà in questa prospettiva una forte semplificazione burocratica che agevoli gli investimenti da parte dei cittadini e delle imprese. Più complessivamente Chiusi può ambire ad un ruolo di primo piano in questo settore, contribuendo al raggiungimento degli obbiettivi che la provincia di Siena si è data in tema di politiche energetiche.

Ci sono altri aspetti programmatici che necessitano approfondite valutazione e forti proposte innovative. Ad esempio:

il rafforzamento della positiva esperienza del centro commerciale naturale tenendo conto dei cambiamenti e delle sofferenze emerse nel settore.

l’affermazione di una più marcata identità storica e culturale di Chiusi Città, in grado di valorizzare gli interventi di riqualificazione urbana e del recupero di importanti beni storici e spazi culturali per sviluppare la vocazione turistica basata sull’offerta culturale e religiosa, potenziando la promozione anche attraverso la predisposizione di pacchetti turistici di area. Potenziando l’accoglienza e l’offerta ricettiva.

favorire una più stretta collaborazione tra territorio, impresa, scuola, centri di ricerca per lo sviluppo di nuovi progetti per sostenere la crescita dell’offerta formativa e scolastica orientata verso indirizzi innovativi. Un modo per determinare valore aggiunto per l’intero tessuto economico e per attivare sbocchi occupazionali e di crescita professionale e culturale per i nostri giovani. Una attenzione particolare dovrà essere riposta sulle politiche di integrazione considerata la forte presenza e radicamento di immigrati nel nostro contesto sociale.

la riorganizzazione della macchina amministrativa tenendo conto della necessità di introdurre nuove procedure finalizzate allo snellimento burocratico ed alla riduzione dei tempi di risposta ai cittadini.

una attenzione particolare rivolta alle frazioni: non solo opere finalizzate alla riqualificazione urbana ma anche interventi per realizzare spazi destinati a servizi sociali e culturali.

Alla luce di quanto emerso dalla campagna di ascolto, dentro il partito e più in generale dalle istanze che provengono dalla società è necessario ricostruire uno stretto rapporto tra il governo locale e la città. Questo è il tema di come sta cambiando il rapporto tra politica, istituzioni e forme della partecipazione dei cittadini. Un tema importante, che determina e qualifica il raggiungimento della condivisione e, di conseguenza, del consenso.

È indispensabile ragionare come un’azione di governo rinnovata possa far crescere un maggiore coinvolgimento, un livello di protagonismo plurale delle tante risorse presenti a Chiusi. Dobbiamo mostrare la capacità di accogliere ogni contributo, valorizzare tutte le risorse rappresentate dall’associazionismo e dal volontariato. Non bastano appelli ad una maggiore partecipazione, come spesso siamo abituati a fare.

Occorre sperimentare processi decisionali innovativi: trasparenza e tracciabilità delle decisioni dovranno essere alla base di un nuovo modo di operare ad esempio con il bilancio partecipato. Vanno adottati metodi di maturazione delle scelte più aperti e inclusivi, in grado di stimolare e coinvolgere le tante energie associative ed individuali della città. E’ così che si creano i presupposti per una azione corale ed unitaria tra il governo del paese ed il resto della società.

La capacità progettuale e di impiego di investimenti messa in campo negli ultimi decenni assume un grande valore e rappresenta un buon risultato dell’attività del governo locale, ma rischia di non bastare più se non supportata da una rinnovata progettualità, con il coinvolgimento di tutte le componenti della società in direzione di una crescita sostenibile, solidale e condivisa.